Manipolazione emotiva: far sentire in colpa
La convivenza nella società, in contrapposizione alla vita in solitudine, presenta una base biologica che si centra sul fatto che l’essere umano può ottenere una maggiore sicurezza e possibilità di sopravvivenza se collabora con il resto della sua specie. Tuttavia, anche se la società collabora per preservare la specie nella sua totalità, non fa lo stesso con il singolo individuo.
Prova di ciò si trova in qualsiasi manuale di storia, in cui si dimostra che la manipolazione degli altri è stato uno dei pilastri su cui si è fondato il dominio di qualsiasi impero. La manipolazione è “il pane quotidiano” della società in cui viviamo e nessuna persona può negare di averla esercitata o di averla subita durante la propria esistenza. Imparare a riconoscere la manipolazione emotiva è il modo migliore per evitarla. Per farlo, però, prima di tutto bisogna sapere cosa sia davvero la manipolazione.
Individuate la manipolazione e non sentitevi colpevoli!
- “Fai quello che vuoi”: quando vi è una situazione di potere tra due persone, in cui l’individuo che manipola ostenta l’opzione più vantaggiosa, si può minacciare la persona manipolata di perdere alcuni vantaggi nel caso in cui non faccia quello che le viene chiesto. La manifestazione più evidente è quando un familiare oppure un amico fa capire che se non fate X, la relazione verrà compromessa a causa di ciò.
- “Quello che ho fatto per te”: è la manipolazione per eccellenza e quella utilizzata dalla maggior parte della società. Essere uniti da questo “dare per ricevere” è uno dei modi migliori per far sentire in colpa gli altri.
- “Non fa nulla”: dopo questa affermazione segue un lungo silenzio e normalmente un linguaggio non verbale che accompagna un’arrabbiatura. Si tratta di una tecnica unica per far sentire in colpa gli altri.
- “Se non lo fai, non lo faccio nemmeno io”: dietro a questa tenera dichiarazione di buone intenzioni, si trova celata una feroce manipolazione in cui chi manipola appella alla capacità di empatia dell’altro. Nella sua traduzione più estrema questo “autocastigo” giunge all’autolesione da parte del manipolatore.
- “Senza te non sono niente“: Il vittimismo è un modo molto basilare di far sentire in colpa, ma molto efficiente.