Metadeumanizzazione: sono un essere umano?

Non solo possiamo deumanizzare gli altri, ma anche sentirci deumanizzati. Questo fenomeno viene chiamato metadeumanizzazione, ovvero pensare che altri ci stiano deumanizzando.
Metadeumanizzazione: sono un essere umano?
Roberto Muelas Lobato

Scritto e verificato lo psicologo Roberto Muelas Lobato.

Ultimo aggiornamento: 14 febbraio, 2023

Deumanizzare significa attribuire ad altre persone caratteristiche tipiche degli animali o negare loro altri tratti umani. In altre parole, significa considerare qualcuno “meno persona, più animale”. Non solo possiamo deumanizzare gli altri, ma anche sentirci deumanizzati. Questo fenomeno viene chiamato metadeumanizzazione, ovvero pensare che altri ci stiano deumanizzando, considerandoci inferiori alla rappresentazione che abbiamo dell’essere umano.

La deumanizzazione è un concetto, una convinzione. “Meta” si riferisce all’idea di ciò che gli altri pensano di noi. La metadeumanizzazione, quindi, consiste nel credere che qualcuno veda in noi tratti animali. Si tratta di una metacognizione che ci porta a sviluppare atteggiamenti ostili nei confronti degli altri.

Metadeumanizzazione, uomo e scimmia

Più modi per intendere la metadeumanizzazione

La deumanizzazione, a livello di gruppo, può essere intesa come quel processo psicologico che spoglia gli altri della loro identità di gruppo. Li colloca al di fuori della morale accettata e mette in evidenza l’incoerenza dei loro valori con i nostri. Questo processo facilita la violenza nei confronti della categoria disumanizzata.Nella teoria della deumanizzazione emergono due modelli: l’infraumanizzazione e il modello duale.

  • Infraumanizzazione: negare l’esistenza di emozioni in altri membri del gruppo, ovvero non distinguerli dagli animali. Chi deumanizza attribuisce un’essenza animale al deumanizzato, mentre mantiene la convinzione che gli altri membri del suo gruppo abbiano un’essenza umana.

In modo evidente, le emozioni che vengono negate sono quelle tipiche dell’uomo, ossia le emozioni secondarie come la vergogna. Non sono messe in discussione, invece, le emozioni primarie come la paura o l’eccitazione, che condividiamo con parte del mondo animale.

  • Il modello duale racchiude due tipi di deumanizzazione: l’animalizzaziRone e la meccanizzazione. La prima nega nell’altro quei tratti che distinguono l’uomo dall’animale. Ritenendolo privo di capacità cognitive, di pensiero raffinato, di comportamento civile, lo si mette allo stesso livello di un animale.

La seconda nega nella persona quei tratti che esprimono la natura umana, ma sono anche presenti nel mondo animale, come la capacità di provare emozioni e affetto. In questo caso l’altro viene paragonato a un oggetto, un robot o un automa.

Tipi di deumanizzazione

La deumanizzazione può assumere diverse forme. Così come avviene con il pregiudizio, può essere esplicita o sottile. Deumanizzare in modo sottile significa negare alcuni tratti della dignità umana, ma non tutti. In questo modo, l’altro non è del tutto umano ai nostri occhi, ma neanche un animale. Deumanizzare in modo esplicito consiste nel considerare membri di un gruppo più simili ad animali che a persone.

La differenza tra un atteggiamento radicale o sottile si nota nelle conseguenze. In modo ovvio, la forma esplicita di deumanizzazione avrà un impatto più forte; una deumanizzazione sottile, tuttavia, è più facile da accettare e, quindi, più difficile da sradicare. Paragonare un’etnia a scimmie, a capre, etc, non è facilmente accettato. Dire, invece, che i membri di un gruppo non si lavano e hanno un cattivo odore è un’idea che si fa strada più facilmente.

Demonizzare quanti si trovano in basso è sempre stato un modo conveniente per giustificare le disuguaglianze sociali.

-Owen Jones-

Evoluzione da scimmia a uomo

La metadeumanizzazione

Cosa succede quando pensiamo di essere oggetto di deumanizzazione? La risposta più evidente è: deumanizziamo. Se siamo convinti che qualcuno ci sta negando la dignità umana, è comune adottare lo stesso atteggiamento. Si tratta di un circolo vizioso che, tuttavia, non termina in se stesso.

Sentirsi disumanizzati da qualcuno porta a disumanizzarlo a nostra volta, cosa che conduce a sviluppare atteggiamenti ostili. Per atteggiamento ostile si intende la tendenza ad aggredire, sostenere misure punitive o non essere disposti a condividere risorse.

Ad esempio, nel caso degli immigrati, pensare che ci stiano deumanizzando ci spinge ad approvare leggi che ne impediscono l’entrata nel nostro paese. Nei casi più estremi, a sostenere pratiche come la tortura o la vendetta.

In definitiva, quando sentiamo che qualcuno sta negando la nostra umanità, neghiamo, a nostra volta, la sua. Questo ci farà entrare in un circolo vizioso e sviluppare intenzioni ostili, condivise dall’altro. Il grande pericolo della metadeumanizzazione è, in definitiva, una reciproca ostilità.


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