Modello non lineare per l'innovazione

L'innovazione, la creatività e persino il successo si ottengono raramente sommando i continui progressi contabili. Siamo costretti a imparare dai nostri errori, a fare un passo indietro per adottare prospettive migliori, rinfrescare le idee, rettificare e poi... Saltare più in alto e con più energia.
Modello non lineare per l'innovazione
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Il modello non lineare per l’innovazione si basa sul fatto che i successi di rado sono il prodotto di un progresso costante. Quasi ogni risultato prevede un passo indietro, battute d’arresto, errori e anche, perché no, fallimenti.

A volte commettere errori permette di guadagnare slancio e, ovviamente, imparare. Può essere di grande aiuto, di fatto, per raggiungere un obiettivo, avverare un sogno oppure ottenere lavoro in un mercato che risponde spesso a un ordine inverso, e non diretto.

Ci viene trasmessa l’idea che a uno sforzo corrisponde un risultato. Ancor di più, che vince chi è degno e che colui che la creatività e l’originalità sono indispensabili per avere successo.

Sappiamo che queste regole del tre non sempre vengono seguite. Tuttavia, il modello non lineare per l’innovazione permette di capire che i migliori risultati derivano spesso da tentativi falliti, delusioni e qualche azione frettolosa e sconsiderata.

Solo coloro i quali imparano dagli errori, solo coloro i quali imparano preziose lezioni dalle battute d’arresto e dai fallimento, prima o poi fanno veri progressi.

“Il 90% del successo si basa semplicemente sull’insistenza”.

-Wood Allen-

Modello non lineare per l’innovazione: in cosa consiste?

Isaac Newton era uno studente mediocre da cui quasi nessuno si aspettava grandi cose; Walt Disney venne licenziato dal giornale per cui lavorava perché, secondo il regista, era a corto di idee e fantasia.

Quando Fred Astaire si presentò alle prime audizioni in cerca di un ruolo, nessuno lo notò: era calvo, poco attraente e non sapeva cantare. Potremmo riempire intere pagine con storie di vita di personaggi che hanno raggiunto il successo solo dopo un fallimento o un rifiuto.

Tra questi, vale la pena di ricordare il caso di Thomas Alva Edison. Dopo tanti tentativi per far accendere una lampadina, i suoi assistenti gli chiesero se non fosse giunto il momento di dedicarsi a un altro obiettivo.

A quel suggerimento, Edison rispose che in ognuno di quei mille tentativi aveva scoperto un motivo per cui la sua idea non funzionava… Fino a quando non riuscì nell’intento, finché il modello non lineare per l’innovazione non fece il miracolo.

Uomo che sceglie il modello non lineare per la innovazione.

Innovare è costruire e «decostruire» per imparare e disimparare

Con “innovare” si intende il processo attraverso il quale generiamo qualcosa di nuovo modificando o trasformando una dimensione già esistente.

Quindi nulla di ciò che si crea, si produce o si offre è veramente nuovo, si basa sempre su qualcosa che esiste per generare un’alternativa che superi quella già posseduta.

D’altra parte, è bene ricordare che l’innovazione raramente è lineare. In altre parole, ogni creazione ha battute d’arresto e passi indietro che risultano determinanti. Per innovare, pertanto, dobbiamo disimparare, ovvero superare molti schemi precostituiti e approcci ritenuti validi per riformularli. Una simile sfida richiede grande flessibilità cognitiva.

Essere una fontana o uno stagno

Il lavoro di ricerca svolto dal Dr. Michael West, della Aston University (Regno Unito), pone la seguente domanda: preferisci essere una fontana frizzante piena di idee o uno stagno con acqua stagnante e infetta?

Questa metafora suggerisce due idee. La prima che l’innovazione richiede movimento e riciclo continuo. È un avanti e indietro, trasformare, scartare e creare.

Al contrario, gli stagni si riferiscono alle menti e alle organizzazioni che evitano il cambiamento, che persistono nelle stesse idee, che non si muovono.

ragazzo accanto alle lampadine che simboleggiano l'innovazione non lineare

Modello non lineare e innovazione inversa

Il modello non lineare per l’innovazione ricorda l’importanza di imparare dai fallimenti per migliorarsi. Oltre a ciò, un altro concetto può aiutarci in questo contesto creativo: l’innovazione inversa. Si riferisce a un’idea presentata dai professori Dartmouth Vijay e Chris Trimble della Harvard Business School.

Questo termine si applica all’economia odierna e consiste in un approccio sorprendente: una pratica comune nelle aziende che immettono nuovi prodotti sul mercato è lanciarli prima a basso costo nei paesi emergenti come l’India o la Turchia.

Una volta “testati” in questi scenari, ne studiano l’impatto e le prestazioni. Se sono fallimentari, vengono scartati. Se riscuotono successo, vengono prodotti in serie per i grandi mercati occidentali a un prezzo più alto sotto l’etichetta di “prodotto innovativo”, sebbene non sia vero. Con questo esempio scopriamo un fattore in più sull’innovazione.

In realtà, molti successi hanno alle spalle un lungo percorso di tentativi ed errori. Il modello non lineare per l’innovazione ci ricorda che il nostro progresso non riflette quasi mai una progressione lineare nella realtà. Vi consigliamo di tenerlo a mente e non gettare la spugna.


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  • West, MA (2002, julio). Fuentes brillantes o estanques estancados: un modelo integrador de implementación de creatividad e innovación en grupos de trabajo. Psicología Aplicada . https://doi.org/10.1111/1464-0597.00951

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