Neurobiologia dell'ansia: cos'è?
Sappiamo che uno dei disturbi più diffusi tra la popolazione è l’ansia. In Italia siamo quasi leader Europei nel consumo di ansiolitici. Ma cosa ci dice a riguardo la neurobiologia dell’ansia?
L’ansia è associata all’anticipazione di pericoli futuri, indefinibili e imprevedibili (1). Una delle sue principali caratteristiche è che è anticipatoria, ovvero ha la capacità di prevedere o segnalare il pericolo o la minaccia per l’individuo, dandogli un valore funzionale importante.
Gli studi sugli animali, principalmente sui roditori, hanno permesso di individuare aree del cervello specifiche associate all’ansia. A quanto sembra l’amigdala, la corteccia prefrontale, il talamo e l’ippocampo, sono parti integrali della mediazione di risposte della paura adattiva e patologica (2).
Inoltre, abbiamo altre piste, indicate dalla neuroimmagine e dagli studi farmacologici che ci aprono la via verso la conoscenza della neurobiologia dell’ansia.
L’amigdala
L’area del cervello responsabile dell’acquisizione e dell’espressione del condizionamento della paura è l’amigdala (3). Questa area si trova nel lobo temporale mediale ed è composta da 13 nuclei. Tre di questi nuclei sono integrati alle vie di risposta alla paura, ovvero all’ansia (4). Esse sono:
- L’amigdala basale (AB).
- L’amigdala laterale (AL).
- I nuclei centrali.
Le proiezioni dell’amigdala sono dirette ai sistemi neuroumorali, autonomi e muscoloscheletrici, associati ai meccanismi di risposta all’ansia e alla paura (5).
Inoltre, l’amigdala funge da centro regolatore. Al suo interno vengono valutate le informazioni esterocettive e quelle interocettive, che danno luogo a risposte istintive e a condotte di allerta (6).
Il locus coeruleus
È situato nel ponte vicino al quarto ventricolo. Si tratta di un nucleo principale all’interno del cervello, che contiene norepinefrina. Così, la sua azione è regolata da:
- Recettori GABA-benzodiazepinici e serotoninergico con effetti inibitori.
- Peptide intestinale vasoattivo (VIP).
- Fattore di rilascio di corticotropina.
- Sostanza P.
- Acetilcolina, con effetto attivatore.
Si tratta di un campanello d’allarme all’interno del cervello. Così, questo si attiva una volta individuata una minaccia nell’organismo.
Il talamo e la neurobiologia dell’ansia
Il talamo è ubicato nel centro del diencefalo. Dinnanzi a una situazione di pericolo, il talamo ritrasmette i segnali sensoriali verso l’amigdala. DI fatto, quando questa struttura risulta essere danneggiata, non si manifesta alcuna reazione di paura attesa a seguito di uno stimolo acustico.
Ipotalamo
Si tratta di un complesso di nuclei e, oltretutto, è il secondo elemento del diencefalo. Esso è coinvolto nell’attivazione simpatica e nel rilascio di alcune sostanze che hanno a che fare con lo stress.
Sostanza grigia periacqueduttale
Questa struttura è associata alla risposta alla paura. Ad esempio, se ci troviamo dinnanzi a un pericolo imminente con l’attacco di un animale, la sostanza grigia periacqueduttale produrrà un comportamento di difesa. Dinnanzi a un pericolo minore, la via della sostanza grigia periacqueduttale ventrolaterale provoca un comportamento di “congelazione” (6).
Ippocampo
Il sistema dell’ippocampo presenta connessioni con strutture limbiche e con le aree sensoriali corticali. Inoltre, presenta un’elevata densità di recettori 5HT-1A e si pensa che giochi un ruolo importante negli stati d’ansia.
Corteccia orbitofrontale e neurobiologia dell’ansia
Questa struttura gioca un ruolo importante nell’interpretazione degli eventi emotivamente significativi. Ecco, dunque, che seleziona e pianifica il comportamento di risposta in caso di minaccia, come come anche monitora l’efficacia di tale risposta (5).
Neurotrasmettitori coinvolti nella neurobiologia dell’ansia
Noradrenalina
Sostanza che agisce da neurotrasmettitore. La noradrenalina, inoltre, stimola una parte del sistema nervoso chiamato sistema nervoso simpatico. Alcuni sintomi dell’ansia -come la sudorazione, l’arrossamento del viso e il tremore- sono regolati dall’attivazione dei recettori beta-adrenergici periferici, che ricevono i segnali di noradrenalina e di adrenalina.
Serotonina
Sebbene non sia ancora del tutto chiaro il ruolo della serotonina negli stati di ansia, sappiamo che può avere qualcosa a che fare con:
- Gli attacchi di panico.
- Il disturbo ossessivo-compulsivo.
- L’efficacia terapeutica degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
GABA e neurobiologia dell’ansia
L’acido Gamma-ammino-butirrico (GABA) gioca un ruolo davvero importante nel funzionamento del sistema nervoso centrale. D’altra parte, le benzodiazepine utilizzate nel trattamento dell’ansia rafforzano l’attività di questo neurotrasmettitore.
Dunque, sono diverse le aree del cervello coinvolte nei disturbi dell’ansia. Conoscerle ci aiuterà a intervenire in modo più efficace e a capire un po’ meglio il funzionamento dei meccanismi cerebrali.
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- Marks, I. (1986). Tratamiento de neurosis. Barcelona:
- Martínez Roca.Phelps, E. A., & LeDoux, J. E. (2005). Contributions of the amygdala to emotion processing: from animal models to human behavior. Neuron, 48(2), 175-187.
- Paré, D., Quirk, G. J., & Ledoux, J. E. (2004). New vistas on amygdala networks in conditioned fear. Journal of neurophysiology, 92(1), 1-9.
- Rosen, J. B. (2004). The neurobiology of conditioned and unconditioned fear: a neurobehavioral system analysis of the amygdala. Behavioral and cognitive neuroscience reviews, 3(1), 23-41.
- Cedillo Ildefonso, B. (2017). Generalidades de la neurobiología de la ansiedad. Revista Electrónica de Psicología Iztacala, 20(1), 239-251.
- Goddard, A. W., & Charney, D. S. (1997). Toward an integrated neurobiology of panic disorder. The Journal of clinical psychiatry.