Non dirmi... parole vuote

Non dirmi di calmarmi. Non spingermi contro quella parete che mi impedisce di vedere oltre. Non dirmi di smettere di essere triste. Non dirmi... parole vuote.
Non dirmi... parole vuote
Sergio De Dios González

Scritto e verificato lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 08 marzo, 2023

Non dirmi di calmarmi, perché è esattamente ciò che non sono in grado di fare. Non spingermi contro quella parete che non mi permette di vedere oltre. Non dirmi di smettere di essere triste, perché trovo poco o nessun piacere in questa situazione. Potrebbe anche non essere, di fatto, una questione di volontà o di forza. Sicuramente non voglio stare così, sentirmi così.

Non punire le mie dimenticanze, perché non volevo lasciare la luce accesa o la porta aperta, né volevo regalare la spesa a chiunque l’abbia trovata appesa alla sedia di quel bar. Così non mi aiuti. So che ti viene spontaneo, ma così non mi aiuti. La tua punizione è insensata perché aumenta la mia ansia, la mia insicurezza; non mi rende meno sbadato, e ciò non toglie che io soffra il doppio quando la mia disattenzione ti infastidisce o ti danneggia.

Donna con crisi d'ansia

Quello che ti ho detto mentre pensavo a qualcos’altro

Non puntare il dito contro l’obiettivo che desidero, perché il mio problema non è sbagliare direzione. È piuttosto non trovare il modo, la strada per raggiungere il posto che entrambi prevedevamo.

Così, l’ansia, piuttosto che calmarsi quando mi dici di scacciarla, si agita dentro di me. Questa (), diciamo testarda e cocciuta, si nutre anche dell’impotenza che aggiungi con le tue parole. Percepisco l’onestà, ma ti chiedo di non arrabbiarti per non uccidere quello che resta della sincerità.

Non dirmi… quello che ti ho già detto, perché mi fai sentire ancora più piccolo di fronte a questo stato che ora, in questo momento, non riesco a dominare. Perciò, non chiedermi di respirare sott’acqua. Si tratta di risalire in superficie, di trovare lo spiraglio in cui si insinua la luce e fare un buco più grande. Uniamo le forze, invece di stare lì a misurare le mie.

Se mi ascoltassi, inoltre, potremmo iniziare a parlare la lingua della comprensione, e buttare giù la Torre di Babele per costruirne una fatta di intimità. O meglio, più che una torre, un ponte con il quale unire quelle circostanze e quegli ostacoli che mi sembrano così grandi. Enormi, per quanto questo spettatore obiettivo non sia in grado di vedere che una linea, sulla quale neanche il più maldestro inciamperebbe. Non dirmi… di non essere lui (maldestro).

Non dirmi…

Non dirmelo, non aiutarmi se non vuoi, se non puoi. Non banalizzare i miei problemi per superarli più in fretta. Se stai sulle tue, se hai i tuoi problemi, lo capisco. Ti chiedo di non dissimulare visite di cortesia in quei pomeriggi passati alla storia perché sono iniziati nella più completa disperazione e si sono conclusi nella speranza, in cui il silenzio non metteva fretta, perché il tempo non aveva importanza.

Non dirmelo, non chiedermi come sto in un messaggio. Soprattutto, quando sai che non sto bene.Ti mentirò volentieri, ti darò il permesso di passare al prossimo. Puoi andare a pranzo, vedere l’episodio della tua serie preferita mentre metti a posto la cucina. Puoi anche arrivare in tempo al tuo prossimo appuntamento.

Coppia abbracciata

Non dirmi… parole vuote

Non dirmi nulla… quando non hai niente da dire. Non mi arrabbierò per aver chiuso i sensi al vento, al rumore dei lavori, mescolato a quello dei bambini e degli uccelli che accorciano i primi pomeriggi autunnali o allungano quelli primaverili. In realtà, con “non dirmi”, voglio dirti di condividere con me quello che desideri, ma senza volare oltre la linea dell’orizzonte che riduce il presente.

Quindi mi aiuterai. Preferisco stare un po’ con te, là dove la comunicazione rimane aperta a una decina di incontri, mentre guardiamo ciascuno una faccia della Luna. In cambio, ti propongo di replicare quel momento in cui, distesi, guardavamo il cielo e pensavamo che fosse una specie di coperta di un blu scurissimo su cui qualche furfante aveva fatto dei buchi attraverso i quali filtrava, in modo malizioso, la luce. (Scrivendo…) Shhh, non dirmelo, perché quella volta non mi hai detto quasi nulla, anzi niente (Allora, quando il nulla non ci spaventava).


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  • Figueras.A. Pequeñas grandes cosas , tus placebos personales. Plataforma Editorial


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