Odiare tiene legati alla persona che ci ha ferito

Odiare chi ci ha feriti è umano. Tuttavia, questa sensazione imprigiona e danneggia molto di più chi la prova. Scopriamo come liberarcene.
Odiare tiene legati alla persona che ci ha ferito
Elena Sanz

Scritto e verificato la psicologa Elena Sanz.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Tendiamo a pensare che l’odio sia l’opposto dell’amore. Crediamo che quando qualcuno ci ferisce o tradisce la nostra fiducia, la nostra unica reazione sia odiare e portare rancore, perché è quello che si merita. Non ci rendiamo conto che odiare ci mantiene legati a quella persona e che l’unico modo per liberarcene è perdonare e lasciarsi alle spalle, in modo simbolico, quanto accaduto.

Ognuno di noi reagisce in modo diverso quando subisce un torto dal momento che le strategie adattive differiscono da una persona all’altra. Ed è vero che, in certi momenti, può essere più vantaggioso provare rabbia rispetto alla tristezza, perché la prima ci dà l’impulso e la forza per andare avanti.

Tuttavia, quando questa sensazione permane nel tempo, ci avvelena l’anima e ci mantiene intrappolati in quel doloroso passato.

Donna disperata con mani sul viso.

Perché odiamo?

Pensate alle persone che odiate o che avete odiato a un certo punto della vita. Non sono persone qualsiasi, giusto? Sicuramente sono individui che hanno o hanno avuto un ruolo importante nella vostra vita.

L’odio è un’emozione molto intensa che nella maggior parte dei casi è la conseguenza di precise dinamiche. Odiamo quando ci sentiamo attaccati, aggrediti, violati, quando hanno attentato alla nostra integrità fisica o psicologica.

In breve, per arrivare a odiare qualcuno, quella persona deve essersi trovata in una posizione privilegiata dalla quale ha potuto farci del male. Arriviamo a detestare quel genitore che doveva proteggerci e ha abusato di noi, quell’insegnante che doveva istruirci e invece ha affondato la nostra autostima o quel partner che ha promesso di prendersi cura di noi e ci ha abbandonati.

L’odio non è altro che una condanna. Quando ci feriscono, condanniamo gli altri per le loro colpe. Crediamo che si meritino una punizione e vogliamo infliggergliela; e dato che molte volte non abbiamo potere su di loro, l’unica risorsa che ci resta è odiare.

Odiare ci tiene legati alle persone che ci hanno fatto del male

Prima di tutto, è bene sapere che nutrire sentimenti di odio verso chi ci ha profondamente feriti è del tutto umano. Tutte le nostre emozioni sono valide e abbiamo diritto di provarle. È anche comprensibile voler punire la persona in questione. Tuttavia, la realtà dei fatti è che quando odiamo siamo noi a essere puniti.

Dicono che serbare rancore è come tenere in mano un carbone ardente e sperare che l’altro prenda fuoco, ed è proprio vero. Chi odia vive ospitando dentro di sé il buio, rivive il dolore, il tradimento e l’aggressione su base quotidiana. In questo modo si rimane incatenati alla persona che tanto si detesta, le sue azioni continuano a guidare e a condizionare il presente e liberarsene diventa impossibile.

Mantenere un sentimento così intenso e negativo nel tempo provoca un’enorme perdita emotiva. Quando odiamo, ci manteniamo legati al nostro nemico, continuiamo a investire tempo ed energia mentale su di lui, invece di usarli per guarire.

Solo quando accetteremo, perdoneremo e daremo nuovo valore alla nostra esperienza, potremo spezzare le catene che ci tengono ancora legati.

Uomo disperato.

Liberiamoci!

Non tutte le colpe sono gravi allo stesso modo, pertanto in alcuni casi liberarsi sarà più complicato che in altri; tuttavia, è uno sforzo che vale la pena di fare, per noi stessi. Per questo, il primo ed essenziale passo è accettare quanto accaduto.

Dobbiamo smettere di opporre resistenza, di pensare ossessivamente che le cose dovevano andare in modo diverso, perché il passato non può essere cambiato. Occorre accettarlo come parte della propria storia per poter andare avanti.

Dopodiché, ridefiniamo la nostra esperienza. Questa espressione si riferisce alla capacità umana di interpretare uno stesso evento in modi diversi. Piuttosto che concentrarci sul dolore e l’ingiustizia che ne sono conseguiti, riflettiamo sugli insegnamenti lasciati, su come ci ha aiutati a crescere o a diventare più forti; diamo un senso e un significato a quanto vissuto.

Infine, perdoniamo. Questo passo è il più complicato perché potremmo avere la sensazione di peccare ingenuità, risparmiano all’altra persona la punizione che merita e giustificando le sue azioni. Tuttavia, il perdono libera dal peso dell’odio. Perdonare non significa dimenticare il passato, bensì impedirgli di ferirci ancora.


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