Ottimismo pragmatico: 8 principi

Ottimismo pragmatico: 8 principi
Sara Clemente

Scritto e verificato Psicologa e giornalista Sara Clemente.

Ultimo aggiornamento: 02 gennaio, 2023

Per aver affrontato tutto quello che gli si è presentato e per essere arrivato fino a questo punto, l’uomo deve per forza aver attinto a una buona dose di ottimismo. Non tutti, però, possiedono la stessa carica di speranza e di coraggio. Lo scrittore e divulgatore Mark Stevenson ha pensato di isolare i tratti comuni delle persone ottimiste per eccellenza arrivando a definire 8 principi dell’ottimismo pragmatico.

Il progresso scientifico e tecnologico trasforma continuamente la società umana. Stevenson rivendica la necessità di cominciare a educare e a vivere in modo diverso, tendendo verso un pensiero fondato sull’ottimismo pragmatico.

Si è chiesto come riescano alcune persone a realizzare cose eccezionali in un mondo in continua evoluzione. E che cosa ha in comune chi è più propenso a lottare per un futuro e un mondo migliore.

8 principi dell’ottimismo pragmatico

Sognare e immaginare

L’ottimismo è la tendenza a pensare che il futuro riservi risultati favorevoli. Occorre, però, la voglia di trovare soluzioni, vantaggi e possibilità, focalizzandoci sempre sugli aspetti positivi.

Stevenson rifiuta il conformismo imperante e ci invita a immaginare, a sognare il futuro che desideriamo. Lasciarci guidare dai nostri sogni è il primo modo per mettere in pratica l’ottimismo pragmatico.

Ottimismo-ragazza sorridente sul prato

Creare per il bene di tutti

Stevenson si è reso conto che le persone che apportano progresso o innovazioni importanti per l’umanità sono impegnate in progetti che vanno al di là dei loro interessi individuali.

L’egoismo non trova posto in questa corrente di pensiero: la sua forza trainante non si nutre di individualismo e narcisismo: si tratta di creare per il bene di tutti.

Scommettere su ciò che funziona

Le convinzioni sono soggettive, i dati scientifici oggettivi. Stevenson ritiene che l’ottimismo pragmatico debba concentrarsi su questi ultimi, ovvero garantire una forma di pensiero più scientifica e basata sull’evidenza. Il suo consiglio è di concentrarci su ciò che ha già dimostrato di funzionare. 

Per esprimere questo concetto, mette a confronto il lavoro di un ingegnere con quello di un politico. Il primo costruisce strutture partendo da dati oggettivi, il politico si lascia guidare dall’ideologia, rifiutandosi a volte di vedere le cose come sono davvero. Stevenson ci invita, quindi, a pensare come gli ingegneri.

Il potere della condivisione

Condividere le idee le amplifica, le fa crescere. Se al contrario le custodiamo, priviamo il mondo del potere che contengono. Un’idea geniale se non è condivisa resta isolata, sospesa, parcheggiata e ferma. E alla fine, muore.

Grazie alla connessione globale, i cambiamenti si diffondono rapidamente e più siamo connessi e più rapidamente circolano le idee. Allo stesso tempo, però, Stevenson crede che se il potere è condiviso su Internet, deve esserlo anche la responsabilità. Non dovremmo delegare in modo sistematico agli altri.

“Quando le idee vengono condivise, si dà potere alle persone, invece di esercitarlo su di esse”.

-Mark Stevenson-

Colleghi di lavoro discutono un progetto

Fare errori significa progredire

Se sbagliamo, non succede niente. Ci rialziamo, più volte. Quando non osiamo, capita invece una cosa: diventiamo vittime della paura di fallire.

Mark Stevenson ci incoraggia a rischiare: sbagliare è un modo per avanzare verso il successo. Anzi è probabilmente la strategia migliore per fare progressi. Nessuna scoperta è stata fatta senza prima sbagliare.

Chi è convinto che l’errore sia la peggiore delle catastrofi, resta bloccato e arenato. Questa non è dimostrazione di responsabilità, piuttosto mettersi involontariamente sulla strada sbagliata.

Fare, non tentare

L’intenzione motiva l’azione. Noi, però, non siamo fatti di tentativi, ma di azioni. Il modo migliore per restare fedeli a noi stessi è agire, mettendo in pratica pensieri e possibilità. Siamo ciò che facciamo e sentiamo e non quello che vorremmo fare o, semplicemente, immaginiamo.

Superare la pigrizia

Stevenson è convinto che il cinismo governi la cultura mondiale. Questo atteggiamento riflette una mancanza di ambizione e di speranza che le cose possano essere migliori. L’ottimismo pragmatico respinge la pigrizia, le scuse e l’immobilismo. Solo superando questa barriera mentale siamo in grado di vivere con entusiasmo.

“L’innovazione nasce quando le idee fanno sesso.”

-Mark Stevenson-

Donna in riva al mare con un ombrello

Essere pazienti

Ogni progetto richiede un piano a lungo termine. È una specie di gara di fondo in cui facciamo piccoli passi per raggiungere via via i nostri obiettivi. In alcuni giorni si fanno più passi, in altri meno, ma il premio prima o poi arriva. L’attesa, lo sforzo, la pazienza e la perseveranza sono ricompensate dal bene collettivo.

Questi 8 principi sono una guida all’ottimismo pragmatico e aiutano a raggiungere uno stato vitale più produttivo e positivo. Cominciamo a introdurli nella vita di tutti i giorni: porteranno fiducia e fede nella nostra capacità di cambiare. Il cambiamento è possibile, sempre.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.