Panfobia: concetto, sintomi e trattamento

La panfobia è una fobia che consiste in un vago timore verso una minaccia inspiegabile che proviene da una fonte sconosciuta
Panfobia: concetto, sintomi e trattamento
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 gennaio, 2023

Un antico proverbio scozzese afferma che “non esiste medicina per la paura” e sembra essere vero per coloro che soffrono di panfobia.

In qualche modo, tutti abbiamo provato quella sensazione che blocca. Uno strano timore per qualcosa che ci è sconosciuto, che si nasconde, una sensazione che non riusciamo a spiegare. Il timore verso ciò che è sconosciuto ha un nome: panfobia.

Se è il vostro caso, non allarmatevi. Parliamo di una fobia che risponde bene agli interventi. In questo articolo parleremo di questa condizioni, che sintomi provoca e di come liberarsene o attenuarla.

Come per le altre fobie, l’elusione non è valida, nonostante sia la posizione che tutti tendiamo ad adottare naturalmente.

“Ciò di cui ho paura è la tua paura.”

-William Shakespeare-

Concetto di panfobia

La panfobia è una fobia che consiste in un vago timore verso una minaccia inspiegabile che proviene da una fonte sconosciuta. In altre parole, una paura irrazionale che si scatena senza alcuna logica.

Come in tutte le fobie, la persona comprende l’inadattabilità provocata dalla paura. Peraltro, questa fobia è conosciuta come paura di tutto, e assume altri nomi come omnifobia o pantofobia. L’origine del nome si trova nell’antico dio greco Pan, che infondeva timore nella gente.

Questa fobia è caratterizzata da un’eccessiva preoccupazione verso un avvenimento o una serie di avvenimenti. È considerata una fobia limitante, poiché condiziona e influisce il comportamento della persona che la prova.

Donna impaurita

Cause della panfobia

Esistono diverse cause che possono provocare questo disturbo. In generale, il paziente non ricorda il momento in cui si è manifestata per la prima volta. È più frequente ricordare quando la paura ha iniziato a tramutarsi in una fonte di malessere.

In genere è la conseguenza di fobie previe più specifiche, come l’aracnofobia o l’aerofobia, che possono rendere più vulnerabile la persona.

Tra le cause più comuni, troviamo avvenimenti traumatici, eredità genetica e anche esperienze personali o altrui. Come nel caso dei bambini cresciuti con genitori e figure di riferimento che con il loro esempio li hanno investiti di paura.

Sintomi di panfobia

Come capire se si soffre di questo problema? Esistono alcuni sintomi ben riconoscibili, come la paura irrazionale per oggetti, situazioni, persone, animali, etc. La sensazione di timore è costante e difficile da spiegare.

Il problema può raggiungere livelli preoccupanti quando il soggetto evita situazioni, persone e contatti a causa della sua paura irrazionale. In questo caso, bisogna affidarsi a uno specialista.

La persona può rimanere in uno stato di ipervigilanza e soffrire dunque di scariche di adrenalina costanti. Di solito convive con altri disturbi a livello mentale, come la depressione, la tristezza e l’ansia.

Ugualmente, si osservano bassa autostima, alto senso di colpa e basso controllo. A volte, si presenta paura di perdita di controllo o un desiderio costante di fuggire da una situazione stressante che provoca la paura.

È possibile notare anche il manifestarsi di sintomi fisici quali tremore, iperidrosi, vertigini, palpitazioni, respiro affannato, vomito, dolori e tensione.

Donna che fugge

Trattamento della panfobia

La panfobia prevede diversi trattamenti, quello più adatto al caso verrà scelto da uno psicologo specializzato dopo la dovuta valutazione.

Alcuni degli strumenti impiegati nel trattamento di questa fobia sono:

  • Desensibilizzazione sistematica. Diretta a ridurre le risposte ansiose durante l’esposizione alle situazioni e oggetti temuti per eliminare le reazioni di fuga.
  • Terapia cognitivo-comportamentale. Basata sullo studio delle credenze irrazionali e distorte che inducono la persona a sviluppare il disturbo affinché cessi di considerarle un pericolo.
  • Autoanalisi. Derivata da quella precedente, consiste nel cambiare il comportamento del soggetto verbalizzando la situazione che provoca malessere.
  • Consapevolezza. Una tecnica complementare che invita il paziente a vivere il momento presente, concentrandosi nel qui e ora, ad accettare gli aspetti sgradevoli come parte della propria esperienza e rinunciare al controllo diretto.
  • Farmaci. Anche i farmaci sono necessari nei casi gravi. In particolar modo, calmanti se il paziente soffre di una intensa paura.

Per fortuna, esistono molti strumenti a disposizione degli specialisti per pianificare un giusto intervento. Affinché sortisca effetto, però, il paziente dovrà essere disposto a lavorare e fidarsi dello specialista.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.