Paraprassie: esempi di distorsioni del ricordo
Oltre all’amnesia, esistono altre distorsioni del ricordo. In questi casi si parla di paraprassie (anche dette paramnesie).
Possiamo conservare o meno il ricordo di un evento o di un’esperienza, ma può anche succedere che tale ricordo risulti distorto. Tali distorsioni possono manifestarsi in pazienti clinici e no. Nelle righe che seguono prenderemo in esame 11 tipi di paraprassie.
“Noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti.”
-Jorge Luis Borges-
Cosa sono le paraprassie?
Le paraprassie sono state definite da Sigmund Freud come errori mnesici senza troppa importanza, ne sono un esempio il ben noto “ce l’ho sulla punta della lingua” oppure dimenticare nomi e date.
Tale eventi, secondo Freud, possono manifestarsi anche nei soggetti dal funzionamento mnesico (memoria) normale, così come in soggetti affetti da una patologia.
Le suddette paraprassie, pertanto, altro non cono che dimenticanze quotidiane alle quali siamo tutti soggetti. Tuttavia, Freud non è stato l’unico autore a occuparsi dei disturbi della memoria. Anche lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin ha introdotto un termine simile, ovvero le paramnesie.
“Le paraprassie si manifestano nelle persone sane, dotate di una memoria normale.”
-Sigmund Freud
Paraprassie e paramnesie
Con il concetto di paramnesia, Kraepelin si riferiva ad alcune distorsioni patologiche del ricordo legate alla presenza di falsi dettagli o di riferimenti temporali errati.
Come si può vedere, il concetto di paraprassia e di paramnesia è del tutto simile, motivo per cui preferiamo accorpare i due termini in un’unica categoria. All’interno di tale categoria, sono presenti due gruppi di anomalie del ricordo:
- Anomalie della memoria.
- Anomalie del riconoscimento.
Paraprassie e paramnesie: anomalie del ricordo
Nel gruppo delle anomalie del ricordo troviamo tutte quelle distorsioni o alterazioni della memoria che si riferiscono a:
Fenomeno del “non riuscire a ricordare”
Tale fenomeno è legato all’incontro con una persona al di fuori del contesto al quale è solitamente associata. Il risultato è l’esperienza di un riconoscimento senza il ricordo totale, ovvero riconosciamo la persona ma “non sappiamo perché”.
Un fatto curioso riguarda i bambini, i quali spesso faticano a riconoscere un insegnante quando lo incontrano al di fuori della scuola. Benché sappiano che anche l’insegnante ha una vita al di fuori delle ore di lezione, la loro mente lo associa indissolubilmente alla scuola.
Riconoscere il viso, ma non ricordare il nome
Un’altra anomalia del ricordo si manifesta quando si riconosce una persona, ma non si è in grado di ricordarne il nome. In tal senso, la memoria associata al nome risulta debole o attenuata.
Sensazione di sapere qualcosa
In questo caso la persona è convinta di sapere qualcosa, ma quando tenta di dimostrarlo ne è incapace. È un fenomeno spesso associato alle informazioni semantiche (nomi, parole, ecc.).
“Ce l’ho sulla punta della lingua”
È legata al caso precedente; si è convinti di conoscere una parola, ma non si è in grado di recuperarla dalla memoria. Si ritiene che l’incidenza di tale fenomeno aumenti con l’età.
Lacuna temporale
Si manifesta quando non prestiamo attenzione cosciente agli eventi o quando non li registriamo come marcatori temporali, sperimentando una sensazione di perdita di memoria o di una traccia temporale.
Verifica dei compiti (checking)
È legata ai comportamenti messi in atto per confermare che determinati compiti siano stati eseguiti. Si manifesta quando la memoria legata a ciò che vogliamo verificare è assente o attenuata.
Pseudomemorie e falsificazione della memoria
Questa categoria include due fenomeni: la pseudologia fantastica e la confabulazione. In entrambi i casi, si produce un’elaborazione dei ricordi per riempire i vuoti di memoria.
Nel caso della pseudologia fantastica, si parla di narrazioni del tutto inventate o fantasticate che gli stessi pazienti finiscono per credere vere, e che in genere sono prodotte per necessità di tipo affettivo. D’altro canto, la confabulazione consiste nella falsificazione che si manifesta nella sindrome amnesica in uno stato di coscienza lucido.
Paraprassie e paramnesie: anomalie del riconoscimento
Nel secondo gruppo troviamo tutte quelle anomalie che influiscono sul riconoscimento di cose, persone, situazioni od oggetti. In linea di massima, sono di due tipi:
Déjà vu
In sostanza, il déjà vu, consiste nel credere di aver già visto qualcosa nel momento in cui avviene nella realtà. Può manifestarsi sia nella popolazione normale che nei pazienti clinici.
Nella popolazione normale, è più frequente in gioventù e in condizioni di fatica, e in genere dura pochi secondi. Al contrario, nei pazienti clinici, è tipica dei disturbi psichiatrici. In questi casi, può manifestarsi come una sensazione prolungata o continua.
In quest’ultimo caso, è spesso legata a disturbi come la depersonalizzazione, l’epilessia o alla conseguenza di lesioni del lobo temporale.
Jamais vu
In questo caso, il soggetto riconosce e ricorda una situazione, ma questa non suscita in lui un senso di familiarità. Di fatto, è meno comune del fenomeno inverso (déjà vu) tra la popolazione generale.
Criptoamnesia
Si riferisce all’esperienza di un ricordo che non viene vissuto come tale, ma piuttosto come un evento originale, mai sperimentato prima. Di fatto, il riconoscimento e il senso di familiarità sono del tutto assenti.
È un fenomeno più spesso associato al materiale semantico (parole), che si manifesta quando il riconoscimento non è associato a eventi personali o alla memoria episodica.
Paraprassie e paramnesie: la memoria è affidabile?
Avete mai sperimentato una paraprassia? La memoria non è affatto una capacità perfetta, e ciò spiegherebbe il motivo per cui tendiamo a soffrire di disturbi o distorsioni del ricordo.
Avere difficoltà a ricordare nomi, parole o persone è piuttosto comune (soprattutto quando si è stanchi o affaticati), così come lo è produrre falsi ricordi. La memoria, di fatto, è estremamente utile, ci permette anche di avere un’identità, ma non è e mai sarà affidabile o precisa al 100%.
“La memoria è l’unico paradiso dal quale non possiamo venir cacciati.”
-Jean Paul
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- American Psychiatric Association –APA- (2014). DSM-5. Manual diagnóstico y estadístico de los trastornos mentales. Madrid: Panamericana.
- Belloch, A., Sandín, B. y Ramos, F. (2010). Manual de Psicopatología. Volumen I y II. Madrid: McGraw-Hill.