Perché non riesco a piangere?

Perché non riesco a piangere?

Ultimo aggiornamento: 18 luglio, 2016

È una situazione più frequente di quello che pensiamo. Sono molte le persone che, per esempio, dopo aver sofferto una perdita personale, sono incapaci di piangere, di sfogare il proprio dolore con le lacrime, come sarebbe normale. Il pianto fa parte del lutto ed è una parte fondamentale per superare le disgrazie ed i traumi. Un sollievo fisiologico con il quale alleviare tensioni e stress.

Di solito si dice che chi non è in grado di piangere ha qualche problema a gestire le sue emozioni. La verità è che non possiamo stabilire questo principio come definitivo, è solo una parte dei molteplici motivi di questo fatto così comune.

Non si tratta di un problema, ma di una parte del processo, perché le lacrime, ovvero lo sfogo, arriveranno prima o poi, forse più tardi del solito, ma accadrà. E quando accade, ci sentiamo molto meglio.  

La necessità fisiologica di piangere

A volte può esistere qualche problema fisico. Sappiamo che la necessità di piangere è parte dello sfogo emotivo, oltre ad essere un modo di catalizzare lo stress e le tensioni.

Tuttavia, ci sono persone incapaci di riuscirci a causa di una malattia. Una malattia autoimmune. Non reprimono i loro sentimenti, in assoluto, si tratta di un problema di natura fisiologica con una base autoimmune.

Una malattia autoimmune in cui esiste una secchezza dei dotti lacrimali, per cui è quasi impossibile produrre lacrime. Una realtà che si conosce come “Sindrome di Sjögren”.

Scartando la possibilità di questa malattia, la maggior parte delle persone ha provato qualche volta questa situazione, quella di non poter piangere. Una realtà che può verificarsi in seguito a diversi aspetti; vediamoli insieme:

-Lacrime come parte di un processo

Bisogna avere chiaro che non tutte le persone sono uguali né gestiscono i problemi allo stesso modo. Ogni situazione, inoltre, è unica e reagiamo in modo diverso. Possiamo piangere con normalità dinanzi la perdita di un caro, ma essere incapaci di scoppiare in lacrime quando, per esempio, veniamo lasciati dal nostro partner.

Come è possibile? Tutto dipende da come si interpreta il problema. Accettiamo la perdita del familiare, sappiamo che non lo vedremo mai più, proviamo dolore e lo traduciamo in lacrime.

Tuttavia, dinanzi all’abbandono o persino al tradimento, è possibile gestire l’esperienza in altro modo. Per prima cosa possiamo provare incomprensione, poi possiamo alimentare la speranza nei confronti dell’idea che suddetta persona torni o si penta. In seguito, può emergere la rabbia.

Fasi in cui non sono emerse ancora le lacrime perché ancora non sono necessarie. Tuttavia, in un secondo momento, faranno capolino lo sconforto e la tristezza. È in questo momento che giunge il pianto e la necessità di ottenere lo sfogo. Che conclusione traiamo da questo? Che le lacrime, la necessità di piangere ha un ciclo. 

Se proviamo ansia ed incertezza e ancora non siamo razionali nei confronti della situazione, è possibile che le lacrime non sopraggiungano. Tuttavia, questo dipenderà dalla personalità di ogni individuo. Personalità più sensibili ricorrono al pianto come un adeguato meccanismo di sollievo. Soggetti con maggiore necessità di autocontrollo o di analizzare in modo razionale ogni aspetto della vita impiegano più tempo prima di piangere.

ragazza triste

-Le lacrime e la loro connotazione sociale

Le lacrime sono un segno di debolezza, di fragilità personale? Per nulla. Non siamo più deboli o più vulnerabili perché piangiamo. A volte le lacrime sono necessarie come respirare e sono una parte indispensabile di qualsiasi lutto. Dobbiamo piangere per sentirci meglio.

A volte, però, la nostra educazione, il nostro contesto personale e sociale può inculcarci che è meglio accettare la situazione in silenzioNon mostrare debolezza, apparire forti. Un errore che a lungo termine può causare gravi problemi di salute. Ferite non sanate che possono trasformarsi in lesioni interne.

Non ne vale la pena. Le lacrime e la necessità di piangere fanno parte della nostra personalità, c’è chi mostrerà una certa facilità nel lasciarle scorrere e ad altri, semplicemente, viene più difficile.

Il pianto fa parte di un ciclo in cui è essenziale l’auto-riconoscimento, saper identificare le emozioni che proviamo dentro di noi, saperci ascoltare. Forse le lacrime non arrivano quando ne abbiamo più bisogno e ci sentiamo strani. Con tutto quello che mi sta succedendo, come è possibile che non riesco a piangere?

Non preoccupatevi, arriveranno quando devono. Nel momento più inatteso, quando vi rilasserete, quando sarete più consapevoli della situazione e la accetterete. Solo allora le lacrime vi offriranno il vero sollievo.


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