Persone con schizofrenia: difficoltà quotidiane
Le difficoltà quotidiane delle persone con schizofrenia sono moltissime. Per di più, sono costrette ad affrontare i loro problemi su vari livelli: psicologico, biologico, sociale.
Qualsiasi persona che soffre di una malattia sa quali sono le difficoltà che deve affrontare ogni giorno. Ma quando questa malattia riguarda la mente (come la schizofrenia), si aggiungono ulteriori fattori come la stigmatizzazione sociale. Da un’intervista di Eduart Punset alla neuropsichiatra Maria Ron emerge un altro modo di comprendere e vivere la malattia da parte delle persone che ne sono affette.
In particolare, i malati sono critici nei confronti dei problemi relativi alla diagnosi, al trattamento psicologico, al modo in cui vengono etichettati e alla stigmatizzazione sociale. Lamentano anche l’assenza di terapie alternative a quelle farmacologiche che consentano loro di integrarsi socialmente. Sostengono che il problema non è solo individuale, bensì dell’intera comunità. Sottolineano, infine, che la complessità della malattia non può essere ridotta a un semplice manuale diagnostico.
“Non si può capire la schizofrenia se non si conosce la disperazione.”
-Ronald Laing-
Sintomi tipici delle persone con schizofrenia
Secondo la neuropsichiatra Maria Ron, la schizofrenia è attualmente considerata una sindrome che presenta una serie di sintomi che possono manifestarsi in vari modi per un determinato periodo di tempo. Questi sintomi possono essere di due tipi:
- Positivi: si manifestano attraverso allucinazioni, disturbi del pensiero, idee deliranti, ecc.
- Negativi: sono quei sintomi legati al comportamento sociale e all’umore. Poiché colpiscono aspetti così importanti, influenzano in modo significativo la vita delle persone con schizofrenia. Alcuni di questi sintomi sono: mancanza di volontà, anedonia, appiattimento affettivo, deficit cognitivi.
Maria Ron sottolinea che, in generale, i farmaci sono utili per il trattamento dei sintomi positivi. Al contrario, con i sintomi negativi il trattamento farmacologico non è altrettanto efficace. Inoltre, i malati traggono grandi benefici se associano altre terapie, come quelle non farmacologiche. Per esempio, la stimolazione cognitiva, la musicoterapia, le tecniche di rilassamento, ecc.
D’altra parte, qualsiasi trattamento, farmacologico o no, deve essere adattato alle esigenze di ciascun paziente. Non dobbiamo dimenticare che non esiste ancora un profilo neuropsicologico generale della schizofrenia. Questo si deve all’eterogeneità del disturbo stesso, sebbene tra i pazienti vi siano delle similitudini in alcune alterazioni neurochimiche, funzionali e anatomiche.
I fattori di rischio
Tra i possibili fattori scatenanti, o elementi importanti come quelli predittivi, la genetica è uno dei più rilevanti. Come fattori complementari, possiamo aggiungere quelli esterni o precipitanti:
- Uso di droghe: (cannabis, cocaina, anfetamine, ecc.).
- Alterazioni nell’igiene del sonno.
- Eventi stressanti.
- Fattori sociali / competitività / sforzo eccessivo.
- Separazione dalla madre nella prima infanzia.
- Età del padre al momento del concepimento.
- Vivere in aree urbane e non rurali.
- Quoziente intellettivo basso. Secondo alcuni studi, le persone con un quoziente intellettivo basso hanno maggiori probabilità di sviluppare la schizofrenia.
L’importanza dell’ascolto
Esistono numerosi progetti socio-educativi che favoriscono l’integrazione nella società delle persone con schizofrenia e che aiutano a trattare i sintomi negativi del disturbo (quelli che si mostrano più resistenti ai farmaci).
In Spagna, per esempio, esiste il progetto Radio Nikosia che ha come slogan “Il potere curativo delle parole”. I promotori di questo progetto sostengono che parlare apertamente della schizofrenia, e di tutto quello che ne consegue, sia già di per sé un aiuto. Questo progetto radiofonico prevede uno spazio in cui i malati possano parlare liberamente acquisendo fiducia in se stessi, sentendosi più integrati e abbandonando il ruolo di “malati di mente”. Così si sentono utili e si percepiscono come persone con delle potenzialità al di là del disturbo che soffrono.
Alcuni malati hanno mostrato il loro disaccordo nei confronti della standardizzazione delle diagnosi e del trattamento farmacologico. In altre parole, alla tendenza a ricorrere agli stessi criteri diagnostici e agli stessi trattamenti per tutti senza considerare il sesso, l’età, il peso e altri fattori importanti.
Chiediamo di essere trattati come persone e non etichettati come “malati” schizofrenici e pericolosi.
Le persone che soffrono di schizofrenia sono spesso considerate potenzialmente pericolose nonostante i fatti confutino questa idea. I dati ci dimostrano che i crimini commessi dalle persone con schizofrenia sono rari. In molti casi si è ricorsi a una diagnosi di schizofrenia per individuare la causa di un crimine di cui non è stato trovato il movente.
Per quanto riguarda gli atti criminali causati dalla schizofrenia, bisogna considerare pericolose le persone che presentano un delirio paranoico. In genere, attaccano perché si sentono minacciate da un pericolo che considerano reale. Tuttavia, questa conclusione non deve farci dimenticare quanto detto in precedenza.
“Non si tratta di avere il diritto di essere uguali, ma di avere il diritto di essere diversi.”
-Anonimo-
Difficoltà quotidiane delle persone con schizofrenia
Le persone con schizofrenia sostengono che la cura risieda nell’attaccare le cause della malattia. La maggior parte degli interventi, invece, sia in passato che oggi, si concentrano sulla cura dei sintomi “sgradevoli” attraverso dei trattamenti palliativi che tranquillizzano la persona in modo che non dia fastidio.
I malati chiedono di essere ascoltati e che ci sia una collaborazione con i professionisti per individuare gli interventi adatti.
Essere consapevoli della complessità del disturbo e vederlo nel suo insieme, con i sintomi positivi e negativi, è un primo passo per comprendere le difficoltà che si presentano ogni giorno a questi pazienti nell’affrontare la malattia.
È altrettanto importante ascoltare le esigenze delle persone che soffrono di schizofrenia per cercare delle soluzioni comuni. Un intervento interdisciplinare potrebbero dunque offrire risultati migliori. Allo stesso modo, rappresenterebbe il riconoscimento della complessità del disturbo che in molti casi si riesce solo a controllare, con le conseguenti ripercussioni a livello biologico, psicologico e sociale.
“Integrazione non significa procedere tutti allo stesso ritmo, è rendersi conto che ci sono ritmi diversi.”
-Anonimo-