Persone ingrate: perché?

Alcune persone non ringraziano, sono incapaci di dimostrarsi cortesi, affettuose e persino rispettose verso chi ha fatto loro un favore. Per di più, a volte si lamentano perché insoddisfatte.
Persone ingrate: perché?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Perché ci sono persone ingrate? Sebbene gli altri non debbano sempre mostrarci gratitudine, alcuni gesti di cortesia o almeno un atteggiamento carino in risposta ai nostri sforzi o ai nostri favori sono auspicabili. Tuttavia, alcuni individui ne sono incapaci per diversi motivi.

Tutti noi conosciamo almeno una persona ingrata, anzi è curioso notare che questo comportamento è piuttosto comune, tutt’altro che un caso isolato insomma. La maggior parte di noi ha un parente, un collega di lavoro o un compagno di classe a cui abbiamo dato il nostro aiuto più volte e dal quale in cambio abbiamo ricevuto solo freddezza e persino un atteggiamento scontroso.

Queste situazioni di solito ci mettono a disagio e ci fanno soffrire. L’aspetto peggiore non è non ricevere caloroso “grazie”, ma trovarci di fronte a una persona insoddisfatta del nostro gesto. Potrebbe persino dare per scontato il nostro sforzo o il nostro sacrificio, perché era ciò che si aspettava da noi. Era un nostro dovere. 

Queste dinamiche sociali generano spesso un senso di colpa. Ci inducono a interrogarci sul perché della nostra ingenuità. Ebbene, dobbiamo evitare il senso di colpa e capire che il problema non è nostro. L’ingratitudine, di fatto, si deve a specifiche cause psicologiche.

La gratitudine è la memoria del cuore.

-Laozi –

Uomo con cervello in fumo.

Persone ingrate: tratti della personalità

Alcune persone non dicono mai grazie, mentre altre lo fanno di continuo e quasi per tutto. Sono due posizioni opposte con le quali conviviamo. Lo psicologo Pinhas Berger, dell’Università di Tel Aviv, afferma che le persone ingrate perdono l’occasione di instaurare rapporti soddisfacenti e persino di realizzare se stessi dal punto di vista umano.

Chi non dice grazie (perché non vuole o non sa farlo) in un certo senso sminuisce o invalida il valore degli sforzi e dei gesti positivi compiuti dagli altri. Una cosa del genere ha delle conseguenze. A poco a poco finiscono per ricevere quello che danno agli altri: ostilità e diffidenza. Ma perché si comportano così? Cosa si cela dietro le persone ingrate?

In uno studio condotto dal già citato Dottor Pinhas Berger, vengono affrontati alcuni punti interessanti. Il primo è che questa condotta può cambiare. La persona ingrata presenta diverse carenze (affettive e sociali) sulle quali è possibile intervenire. Il primo passo è dunque risalire alle origini di queste dinamiche.

Ingratitudine “stato” e ingratitudine “tratto”

Questo primo dato è importante. Gli autori dello studio ci tengono particolarmente a distinguere le persone che talvolta possono aver dato dimostrazione di ingratitudine da quelle che agiscono sempre in questo modo.

Nel primo caso pensiamo a condizioni psicologiche come la depressione o un disturbo d’ansia che possono renderci poco sensibili o ricettivi ai gesti che gli altri compiono nei nostri confronti. Non li vediamo e non li apprezziamo perché non stiamo bene in quel dato momento della nostra vita.

D’altra parte, l’ingratitudine in quanto tratto della personalità si riferisce a un comportamento che viene mantenuto nel tempo.

Coppia che litiga in cucina.

Assenza di abilità interpersonali

Un altro fattore di cui possiamo tenere conto è la mancanza di educazione. Ci sono persone, di fatto, a cui non è stato mai insegnato a essere grate per i piccoli gesti né a essere cortesi, affettuose nell’impiego di quei comportamenti prosociali così basilari nella vita di tutti i giorni.

Così, anche se in alcuni casi sanno che probabilmente dovrebbero fare uno sforzo per migliorare da questo punto di vista, avviare tale cambiamento è per loro uno sforzo troppo grande. Oltre a ciò, dimostrarsi affettuosi da un giorno all’altro potrebbe essere estraneo alla loro natura, per cui non riescono mai a fare quel passo.

A volte, però, più che mancanza di educazione a mancare sono le abilità sociali. Non saper comunicare, non fare uno sforzo per dimostrarsi cordiali, affettuosi, così come non dimostrare minimamente riconoscenza sono altri aspetti di cui tenere conto.

Persone ingrate e assenza di empatia

Molte persone ingrate semplicemente non vedono e non apprezzano i gesti affettuosi. Le loro lenti sono molto scure, il loro cuore è piuttosto freddo e il loro cervello è privo di intelligenza emotiva. Per esempio, non vedranno lo sforzo che facciamo tutti i giorni per rendere loro la vita più facile.

Danno per scontato tutto quello che facciamo perché è ciò che si aspettano da noi. La mancanza di empatia e il distacco emotivo si cronicizzano fino a diventare disfunzionali. Ecco che possono persino pretendere sempre di più e dimostrarsi ostili. Se a un certo punto rifiutiamo di concedere di più potrebbero reagire male.

Come comportarsi con le persone ingrate?

Il Dottor Pinhas Berger sostiene che contrastare questo comportamento è possibile. Attraverso un piano di intervento volto a lavorare sulle abilità sociali e sulla gestione emotiva, potremmo migliore queste condotte spesso fastidiose e poco ricettive.

Sappiamo però che non è facile cambiare da un giorno all’altro. Chi non ringrazia per un bicchiere di acqua né perché abbiamo raccolto per lui o per lei qualcosa che è caduta a terra non ringrazierà neppure per i nostri sacrifici e per i nostri favori.

Uomo che tende la mano alle persone ingrate.

Si tratta senz’altro di un argomento molto complesso, anche perché ogni persona è un mondo a sé. A ogni modo, l’ingratitudine genera conflitti, frustrazione e malessere. Proviamo quindi a riflettere sui nostri gesti verso le persone poco grate. Soprattutto evitiamo di ricambiarle con la stessa moneta.

Ringraziare è l’atto più nobile e semplice con cui riconoscere l’altro. Significa apprezzarlo ed essere grati per quello che fa per noi. Non dimentichiamolo e alleniamo tutti i giorni questa buona abitudine.


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  • Berger, P., Bachner-Melman, R., & Lev-Ari, L. (2019). Thankful for what? The efficacy of interventions targeting interpersonal versus noninterpersonal gratitude. Canadian Journal of Behavioural Science / Revue Canadienne Des Sciences Du Comportement, 51(1), 27–36. doi: 10.1037/cbs0000114

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