Pierre Janet e l'analisi psicologica

Senza dubbio, Pierre Janet è stato una delle figure che ha contribuito maggiormente allo studio dell'inconscio. Anche uno dei principali fautori di quello che poi divenne l'anti-freudianesimo.
Pierre Janet e l'analisi psicologica
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Pierre Janet fu il fondatore della corrente francese conosciuta come analisi psicologica., nonché uno dei grandi teorici del fenomeno dell’automatismo psicologico e dell’isteria. La psicologia dinamica, così come la psichiatria dinamica, sono basate sulle sue tesi.

Ai suoi tempi, Pierre Janet era famoso in tutto il mondo. Senza dubbio, fu uno dei pionieri nello studio dei fenomeni inconsci. Per anni ha portato avanti una grande polemica con Sigmund Freud, fatto che ha reso il suo nome ancora più noto.

Janet sosteneva che Freud fosse un impostore, dicendo che aveva plagiato le sue idee dando loro un nome diverso. Suggerì anche che fosse un pervertito, ossessionato dalla sessualità.

“È necessario prevenire, rimediare e dimenticare i propri errori e quelli degli altri”.

-Pierre Janet-

Il contributo di Pierre Janet fu determinante in Francia per rendere la psicologia una disciplina indipendente dalla filosofia e dalla medicina. Fondò l’Associazione di Psicologia, che in seguito diventò l’Associazione Francese di Psicologia. Tale istituzione fu la seconda al mondo, dopo quella degli Stati Uniti.

Immagine della mente di una persona divisa in quadrati neri.

I primi anni di Pierre Janet

Pierre Janet nacque a Parigi il 30 maggio 1859. Proveniva da una famiglia di classe medio alta, agnostica e liberale. Nel suo lignaggio, c’era un chiaro accento intellettuale.

La famiglia Janet aveva visto nascere importanti studiosi, maestri, giuristi e filosofi. Il più celebre fu Paul Janet, zio di Pierre, che ebbe una grande influenza nella sua vita.

Quando nacque, sua madre aveva 21 anni e suo padre aveva quasi il doppio della sua età. Ebbe due fratelli minori, Jules e Marguerite. A 15 anni, soffrì di una forte depressione e si vide costretto  a interrompere gli studi.

Si dice che affrontò una “crisi religiosa”. Dopo qualche tempo, la superò e si dedicò allo studio della filosofia, con un interesse particolare per la psicologia. A quel tempo, quest’ultima era un ramo della prima.

All’età di 22 anni, iniziò a lavorare come professore di filosofia al liceo di Le Havre. Ma dedicava la maggior parte del suo tempo libero a fare il volontario nell’omonimo ospedale.

Studiava i diversi fenomeni psicologici, in particolare le allucinazioni verbali. Era il tema della sua tesi di dottorato in lettere.

L’ipnosi e gli automatismi

Durante le sue ricerche, entrò in contatto con un medico di nome Gilbert. Questi gli parlò di un caso straordinario: Léonie. Il caso di questa donna ossessionò Janet per anni.

Cercò e provò che poteva ipnotizzarla di frequente, sia da vicino, sia a distanza. Ha dimostrato anche che fosse possibile suggestionarla per farle seguire qualsiasi istruzione che le venisse data.

Frutto di questo episodio è uno scritto che arrivò nelle mani di Charcot, che rimase impressionato dal tema. Più tardi, Pierre Janet iniziò a sviluppare un lavoro clinico regolare con i pazienti isterici a Le Havre. Nel 1889, pubblicò il suo libro L’automatismo psicologico.

Successivamente, Janet studiò medicina e iniziò a scrivere in merito alle sue ricerche e ai temi che più lo affascinavano: l’ipnosi, l’automatismo, l’inconscio e altri temi simili.

Diventò professore alla Sorbona, e le sue conoscenze furono applaudite e acclamate da tutto il mondo. Iniziò a tenere conferenze e ad acquisire popolarità nella comunità dei ricercatori.

Immagine di una testa con ingranaggi e lente di ingrandimento.

Un dibattito feroce

Sigmund Freud era più giovane di Pierre Janet, e iniziò le sue ricerche dopo di lui. Era vicino a Charcot e si interessò ai fenomeni isterici.

Tuttavia, le conclusioni a cui giunse erano molto diverse da quelle di Janet. Quest’ultimo non diede mai molta importanza alla sessualità, né sviluppò alcuna tecnica simile alla libera associazione della psicanalisi.

Quando Freud conquistò una certa importanza, Pierre Janet iniziò a denunciarlo per plagio. Questo fu il seme di un movimento avverso alle teorie di Freud che è giunto fino ai giorni nostri.

La verità è che il lavoro di Freud cominciò a brillare di luce propria e relegò nell’ombra altri nomi. Si dice che nell’aprile 1937, Janet chiese a Freud di riceverlo a casa sua, ma lui rifiutò. Non lo perdonò mai per la diffamazione di cui era stato oggetto.

Pierre Janet morì il 27 febbraio 1947, all’età di 88 anni, vittima di una congestione polmonare. Al momento della morte, aveva ormai acquisito un grande prestigio in tutto il mondo.

Il suo lavoro continua a illuminare quello di molti psicologi e psichiatri. Prima della sua morte, chiese di bruciare le cartelle degli oltre 5000 pazienti che aveva trattato. Un gesto che dimostrò il suo grande zelo e la sua etica professionale.


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  • Domenjó, B. A. (1991). «Pierre Janet, un contemporáneo de Sigmund Freud. La noción del inconsciente». Anuario de psicología/The UB Journal of psychology, (50), 99-108.

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