Prima seduta nella terapia di coppia

La terapia di coppia può generare un po' di confusione poiché, lavorando con due persone, è maggiore la mole di informazioni ricevute. Ecco le regole e gli aspetti da considerare nelle prime sedute per riuscire a individuare i problemi della coppia.
Prima seduta nella terapia di coppia

Ultimo aggiornamento: 14 maggio, 2021

Sono disparate le necessità che emergono nella prima seduta in terapia di coppia. Il ventaglio di possibilità include problemi emotivi, sessuali, infedeltà, divorzio, cattiva convivenza o mancanza di stimoli gratificanti.

La principale difficoltà risiede nel fatto che i clienti sono due. Lo psicologo deve sapere rivolgersi a entrambi, mettendo a frutto tutta la sua abilità durante il percorso.

La valutazione è il primo contatto con la coppia ed è un momento in cui occorre raccogliere più informazioni rilevanti possibili per stabilire strategie e obiettivi. La presenza di due pazienti può rendere questo passaggio particolarmente intricato.

È facile perdersi nel singolo punto di vista di due persone il cui rapporto è già incrinato. Gestire ogni esigenza è una sfida di cui occorre essere consapevoli sin dall’inizio.

È quindi prevedibile che la prima sessione nella terapia di coppia possa risultare un po’ caotica. Vediamo come si comporta lo psicologo durante la fase di raccolta delle informazioni.

Terapia di coppia.

Prima seduta nella terapia di coppia: osservazione asistematica e sistematica

L’osservazione è essenziale in qualsiasi percorso psicoterapeutico, ma ancora di più nella terapia di coppia. È importante conoscere la relazione che intercorre tra le due persone attraverso il linguaggio non verbale.

Ciò è possibile attraverso l’osservazione non sistematica: notare se i due si guardano, se si toccano o che tipo di gestualità esprimono l’uno verso l’altro.

Fondamentale è anche l’osservazione sistematica che si raggiunge con azioni precise. Un modo per valutare la capacità di comunicare gli aspetti positivi, ad esempio, è chiedere alla coppia di descrivere un momento piacevole vissuto insieme nell’ultimo mese.

È importante che nelle attività in cui si intende instaurare un dialogo tra i due, il terapeuta esca dal campo visivo di entrambi; in caso contrario, si sarà portati a rivolgersi allo psicologo, invece che al partner.

Prima seduta nella terapia di coppia: bisogna affrontare tutto?

No. È importante non cercare di ottenere tutte le informazioni al primo incontro. Questo aiuta ad avere una visione complessiva del problema senza entrare in aspetti troppo specifici.

Per sapere come orientare la valutazione, è utile interrogarsi sulle attribuzioni individuali del problema. Alcune delle lamentele più comuni vanno sulla falsariga di affermazioni come “non prova più interesse” o “ci sta distruggendo la monotonia“.

Già dalla prima seduta nella terapia di coppia, è fondamentale che entrambi tornino a casa con qualcosa di positivo. Non bisogna permettere che la terapia diventi un contesto in cui trasportare le discussioni o che diventi un momento sgradevole.

Per questo, sebbene debbano essere valutati anche gli aspetti negativi, sarà bene combinarli alla valutazione di aspetti che funzionano.

Seconda seduta: valutazione individuale

A partire dalla seconda seduta si può cominciare a condurre una valutazione molto più dettagliata di quegli aspetti che sono rilevanti per la terapia.

A seconda del grado di deterioramento della relazione, può essere interessante prevedere una seconda seduta in cui si suddivide il tempo tra i due pazienti per realizzare una terapia individuale.

Ciò è utile perché alcune informazioni sensibili potrebbero non essere mai portate sul tavolo di discussione in presenza del partner.

Aspetti da considerare

Nella seconda sessione frazionata e individuale si può indagare, ad esempio, sui seguenti aspetti:

  • Grado di motivazione reale: è utile per capire il coinvolgimento e la volontà di recuperare il rapporto danneggiato. Permette di prevedere un aspetto importante come, ad esempio, se verranno svolti i compiti.
  • Esistenza di una specifica patologia: sapere se esiste un qualche tipo di problema psicopatologico è di vitale importanza. La relazione potrebbe essere danneggiata, ad esempio, da comportamenti ossessivi, depressione maggiore, lutto patologico, eccetera.

Identificare questi segnali è utile, essendo la terapia non individuale, ma di coppia, e avendo come obiettivo il migliorare la relazione. In caso di disagio psichico, sarà opportuno consigliare una terapia individuale.

  • Stato emotivo nei confronti del partner. Fare un punto della situazione in modo individuale, può fornire informazioni meno condizionate. Sapere se l’altro provoca nel partner sentimenti di rabbia tristezza, malinconia o paura è essenziale nel delineare il trattamento; così come è importante sapere se la coppia provi ancora attrazione o se entrambi si considerino ancora innamorati.
  • Infedeltà: sapere se sono presenti terze persone è un altro elemento da valutare sin dall’inizio. Ovviamente il segreto professionale non può essere spezzato e l’obiettivo non è far confessare il tradimento all’altro.

Si tratta, ancora una volta, di capire il grado di motivazione personale. Se l’infedeltà viene perpetrata, sarà utile domandarsi perché si desidera mantenere in piedi la coppia, quali sono i progetti, quanto il rapporto con la terza persona è profondo e se si ritiene di dover informare il partner.

  • Dubbi individuali. Questo momento è anche l’occasione per dare spazio a quelle domande che non si vuole fare di fronte al partner, alle incertezze, le riserve o i dubbi circa la terapia.
Discussioni durante la terapia di coppia.

Errori da evitare durante la terapia di coppia

La terapia di coppia è un contesto in cui si tenta di ricostruire una relazione molto compromessa. Pertanto, è normale imbattersi in tentativi di discussione, provocazioni o commenti negativi.

Occorre fare molta attenzione e saper utilizzare punizioni e rinforzi in modo adeguato. Restare attenti ai segnali e calibrare l’intervento del terapeuta è molto importante in questo tipo di terapia.

A meno che non vi sia un obiettivo specifico, durante la sessione, il terapeuta non dovrebbe consentire alla coppia di litigare o gridare. La mancata interruzione della discussione da parte dello psicologo non farà che convalidare questo tipo di comportamento.

Il rischio è che la terapia diventi un’occasione di malessere; si presume che la coppia abbia stimoli negativi a sufficienza per aggiungerne altri.

Infine, occorre sottolineare che già dalla prima seduta è essenziale non schierarsi. Ciò significa calibrare bene i tempi e consentire a uno dei due di parlare più dell’altro soltanto se ciò ha un valore funzionale in terapia.

Sarebbe controproducente che un membro della coppia pensasse che il terapeuta tenda verso l’altro. Il lavoro deve essere portato avanti insieme e perderà ogni significato se si impegna solo uno dei due.


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  • Sanz, A. (2000). La vida en pareja: cómo resolver las dificultades de la convivencia. Girona, España: Temas de Hoy.

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