Provare vergogna
In più di un’occasione capita di provare vergogna, emozione che ci invade e prende il sopravvento. Avvertiamo il calore aumentare e dirigersi, attraverso la pelle, fino al volto.
Diventiamo un pomodoro che cammina, e la prima cosa che pensiamo è “Com’è imbarazzante, sono caduto/a per strada!”, “Mi vergogno a parlare davanti a molte persone!”, “Non riesco a immaginare l’imbarazzo che proverei se la mia gonna fosse sollevata dal vento!”. Queste sono solo alcune riflessioni legate alla sensazione della vergogna.
Spesso capita di provare vergogna a causa di insicurezza, mancanza di autostima o sottovalutazione del proprio valore.
Provare vergogna, spesso i motivi si trovano nell’infanzia
A causare vergogno è un evento noto e presente, ma forse sarebbe bene tornare a una fase che non ricordiamo per capire perché ci vergogniamo.
Durante il nostro primo anno di vita i rapporti che instauriamo con il mondo degli adulti sono positivi, tutto quello che facciamo viene applaudito da genitori, parenti o amici e questo ci dà la certezza che le cose stanno andando alla grande.
Tuttavia, quando iniziamo a essere più indipendenti e a stare da soli, vogliamo esplorare l’universo che ci circonda. Durante il primo e il secondo anno di vita, la parola più ripetuta da genitori o parenti è “NO”.
Vogliono proteggerci ed è per questo che sorge la vergogna, perché si manifesta come una reazione viscerale causata dal rifiuto della società (a quel tempo i genitori sono la società che conosciamo). Ciò è alquanto doloroso e può attivare le stesse aree del cervello che vengono “risvegliate” da un urto fisico.
A piccole dosi la vergogna è utile, perché permette di sviluppare un senso di responsabilità verso sé e la società. Si potrebbe dire che si tratta di una sensazione sempre presente in ogni momento della nostra vita.
Capita di sentirsi in colpa per qualcosa che si fa o dice e, in definitiva, per il proprio modo di essere. Provare vergogna, dunque, può essere positivo al fine di rafforzare il senso di responsabilità o, al contrario, farci sentire in colpa.
La potenza della vergogna si deve al momento preciso in cui inizia a prendere forma, ovvero quando siamo ancora piccoli, dipendenti dalle cure altrui. Se perdiamo la connessione con le figure di attaccamento, rimarremo senza cibo, senza riparo, ecc.
Questo significa che provare vergogna è importante perché ci permette di rimanere in vita (per quanto questo sembri troppo estremo o radicale). Basandosi sul fatto che il compito del cervello è permettere la sopravvivenza, la vergogna è intesa come sentirsi in colpa per non aver obbedito agli ordini dei superiori.
Scuoti la nostra vergogna
Quando usciamo dallo stato di vergogna, ovvero la temperatura torna alla normalità, non accusiamo più tachicardia né sudiamo copiosamente, ritroviamo l’equilibrio sia nella mente sia nel sistema nervoso autonomo.
Per la psicologia, la vergogna è un passaggio tra affetti positivi e negativi, si verifica quando invece dell’approvazione troviamo un rimprovero. Questo viene registrato nella memoria emotiva e riappare ogni volta che si presenta una situazione simile.
Se proviamo troppa vergogna, sarà altamente tossico per la nostra mente e il nostro cuore. Le conseguenze, di fatto, possono manifestarsi per tutta la vita.
Un prolungato stato di vergogna dipende dalla propria personalità o dagli eventi vissuti. Ciò può causare uno squilibrio nel sistema nervoso, il che si traduce in una sensazione di maggiore vulnerabilità nei confronti degli altri o insicurezza al momento di agire.
“La vergogna di confessare il primo errore te ne fa commettere tanti altri”
-Jean de la Fontaine-
Anche se non possiamo più tornare a quando eravamo bambini e rimuovere la vergogna dall’educazione ricevuta, siamo in grado di analizzare quando sentiamo che tutti ci disapprovano o non sono soddisfatti delle nostre azioni.
Forse è qualcosa che si trova solo nella nostra mente e deve essere eliminato. Imparate a rimuovere la vergogna poco per volta, facendo cose che fino ad ora non avreste mai osato e iniziando a riderci su!
Provare vergogna, cultura e rifiuto
Sebbene provare vergogna sia comune a tutti, questa sensazione dipende fortemente dalla cultura. Ciò che in un paese può essere oggetto di vergogna in un altro non lo è.
Dietro al vergogna, in realtà si cela la paura del rifiuto, ovvero l’idea che il nostro valore come persone sia piuttosto basso. Come afferma Fernández-Guerro (2016), la vergogna ha una componente di attribuzioni interne di responsabilità : “Ho sbagliato”, “Ho commesso un errore”. Si produce pertanto una sensazione di isolamento e di occultamento.
“L’antidoto alla vergogna è l’accettazione”.
-Andrew Morrison-
Boris Cyrulnik, autore del libro La vergogna, afferma che questa dipende soprattutto dalla reazione altrui. In altre parole, quando l’ambiente cerca di capire e non di giudicare, la vergogna sarebbe ridotta o annullata.
Riguarda, perciò, un’interazione tra l’ambiente culturale e l’educazione personale. Quando ci sentiamo giudicati dall’ambiente, siamo molto più duri con noi stessi: “Ho sbagliato, sono un disastro, non può succedere di nuovo “.
Nonostante questo, è importante cercare di non lasciarsi influenzare così tanto dall’opinione altrui e capire che tutti possiamo sbagliare.