Psicocosmesi: di cosa si tratta?

La parola psicocosmesi vi suona familiare? Si tratta di un concetto piuttosto recente che mette in evidenza i benefici emotivi dei prodotti cosmetici.
Psicocosmesi: di cosa si tratta?

Ultimo aggiornamento: 15 luglio, 2021

Sono tante le persone che usano quotidianamente i cosmetici per prendersi cura di sé e avere un bell’aspetto. Coccolare la pelle, i capelli e il corpo, di fatto, ci aiuta a star bene. Con questo intento, ma per alcuni anche come strategia di marketing, è nata la psicocosmesi.

Tale concetto integra la cosmesi tradizionale con i benefici offerti dagli ultimi progressi nel settore. Progressi che, allo stato attuale, mirano all’ottenimento del benessere armonico. In tal senso, i sostenitori della psicocosmesi affermano che vi è una chiara relazione tra pelle e cervello.

Ma cos’altro c’è da sapere sulla psicocosmesi? È giusto usare questo termine? Quali benefici offrono i prodotti cosmetici: piacere o emozioni? Abbiamo rivolto queste domande ad alcuni esperti.

Cos’è la psicocosmesi?

Con il termine “cosmesi” ci si riferisce in generale a tutte le attività e tecniche che mirano al miglioramento estetico e alla bellezza. La dermatologia cosmetica (anche nota come dermatologia estetica) è invece una branca della dermatologia che si occupa della pelle, come parte della cura e dell’immagine della persona.

Mentre la cosmetologia si può definire come la “tecnica di produzione e d’uso delle sostanze o dei prodotti cosmetici”. Esiste una grande varietà di prodotti cosmetici: dai profumi al trucco, alle creme per il viso e per il corpo, alle tinture e agli shampoo, ecc.

Donna che mette la crema sul viso.

Lo scopo: aiutarci ad avere un bell’aspetto

L’obiettivo della cosmesi è quello di preservare o rendere più belle le diverse parti del corpo: in generale la pelle, il viso, i capelli, ecc. Un fatto curioso è che le popolazioni primitive attribuivano proprietà magiche ai cosmetici.

Come anticipato, la cosmesi è tradizionalmente orientata all’estetica, alla bellezza, al trucco e alla salute della pelle. La psicocosmesi o neurocosmesi ne rappresenterebbe, invece, l’evoluzione attuale.

Scopo di quest’ultima è favorire la connessione tra pelle e cervello. In che modo? Attraverso il rilascio di ormoni come conseguenza di una reazione emotiva a questo tipo di prodotti.

In sintesi, con il termine “psicocosmesi” ci riferiamo ai prodotti di bellezza rivolti alla protezione e alla cura della pelle; ma che forniscono anche una sensazione di benessere sfruttando la connessione pelle-cervello.

Psicocosmesi: prodotti che stimolano i sensi

Esistono dei laboratori che lavorano alla produzione di psicocosmetici, caratterizzati da ingredienti psicoattivi che incrementano o inibiscono il rilascio di neuromediatori della pelle.

Secondo i produttori, tali principi o sostanze sono in grado stimolare le emozioni attraverso i sensi (vista, tatto e olfatto). Molti esperti, sostengono l’effetto benefico degli psicocosmetici nel promuovere le emozioni positive.

“I neurocosmetici o psicocosmetici sono in grado di produrre sensazioni di benessere, perché contengono componenti che promuovono la secrezione di beta-endorfine – che rendono la pelle più elastica – e inibiscono il cortisolo – che rende la pelle più sensibile o disidratata […]. Tutto ciò, sfruttando il legame pelle-cervello connesso alle emozioni”.

Cosa dicono gli esperti sugli picocosmetici?

Molti esperti della salute mentale sostengono l’esistenza della connessione pelle-cervello e del loro legame reciproco. In tal senso, le emozioni avrebbero un potenziale effetto sulla pelle.

Tuttavia, secondo gli psicologi: le vere emozioni positive vanno ben oltre la sensazione di piacere prodotta dai cosmetici. Inoltre, sostengono che il prefisso “neuro” e “psico” non andrebbe associato alla parola cosmesi, altrimenti, anche tutte le altre attività legate alle emozioni o agli ormoni potrebbero acquisirlo.

Per tale ragione, questa nomenclatura, per molti non è che una strategia di marketing, poco aderente alla realtà. Motivo per cui è necessario usare questo termine con molta cautela.

L’influenza dei cosmetici e della chirurgia estetica sulla salute mentale

Oltre alla psicocosmesi vi è la chirurgia estetica che implica un intervento di tipo chirurgico per modificare l’aspetto di diverse aree del viso e del corpo, affinché il paziente percepisca un aspetto fisico migliore, secondo le sue apsettative.

In tal senso, uno studio del 2011 di Von Soest et al., condotto dall’Università di Cambridge e pubblicato sulla Cambridge University Press, sostiene che le informazioni sugli effetti psicologici della chirurgia estetica sono in realtà limitate.

Pertanto, in linea con i risultati dello studio, si potrebbe affermare che i sintomi legati alla salute mentale presenti prima dell’intervento chirurgico, potrebbero non scomparire in seguito a esso.

D’altro canto, secondo uno studio spagnolo (2009), al momento né gli psichiatri né i genitori dei giovani che si rivolgono alla cosmesi tradizionale sanno con certezza quale impatto avrà su di loro.

Tuttavia, non tutti sono d’accordo. Secondo il già citato studio di Martínez-González (2015), la dermatologia estetica o cosmetica è potenzialmente utile per migliorare il benessere delle persone.

Quali sono i benefici della psicocosmesi?

Parliamo di benefici legati al piacere o agli stati emotivi? Il piacere corporeo e sensoriale che derivare dall’annusare un profumo buona di una crema e della sua sensazione sulla pelle o l’emozione positiva che si prova quando si sta bene? Facciamo un po’ di chiarezza.

Crema per il viso.

È corretto utilizzare il termine psicocosmesi?

È innegabile che i cosmetici possano procurarci piacere o un effetto di tipo emotivo. Tuttavia, ciò non legittima l’utilizzo del termine “psicocosmetica”.

Di fatto, i cosmetici possono contribuire a migliorare il nostro benessere, ma non possono essere equiparati alla psicoterapia, per la quale, l’uso del prefisso psico è più che giustificato per ovvie ragioni. Inoltre, questo concetto viene utilizzato per parlare di cosmetici già esistenti da tempo, limitandosi a evidenziarne i benefici.

In altre parole, per molti, e soprattutto per i professionisti della salute mentale, gli psicocosmetici sono come i cosmetici tradizionali, ma con qualche sfumatura in più. Il concetto si utilizza più che altro per mettere in evidenza la connessione tra pelle e cervello e i benefici del prendersi cura di sé.

Perciò, il focus della psicocosmesi è incentrato sulle emozioni derivanti dalla cura di sé e dalla bellezza. È indubbio che la stimolazione dei sensi (olfatto, gusto, vista…), possa avere un effetto (positivo) sull’umore; benché sia sempre meglio usare questo termine con cautela.

Il fatto che una crema ci faccia sentire meglio, non significa che possa essere considerata uno strumento terapeutico. Tuttavia, è anche vero che la cura di sé fa parte delle strategie orientate al benessere della salute emotiva. Come si può vedere, le opinioni sugli psicocosmetici sono tante e diverse, e il dibattito è appena iniziato!


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  • Branden, N. (2001). La psicología de la autoestima. México: Paidós.
  • Echarte Alonso, L.E. (2009). Psicofarmacología terapéutica y cosmética. Riesgos y límites. Cuadernos de Bioética, 20(2): 211-230.
  • Martínez-González, M.C. (2015). Percepción de la población general sobre la dermatología estética y su contribución al bienestar emocional. Facultad de Medicina, tesis doctoral.
  • REAL ACADEMIA ESPAÑOLA: Diccionario de la lengua española, 23.ª ed., [versión 23.4 en línea]. <https://dle.rae.es>
  • Von Soest, T. Kvalem, I.L. & Wichstrøm, L. (2011). Predictors of cosmetic surgery and its effects on psychological factors and mental health: a population-based follow-up study among Norwegian females. Cambridge University Press.

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