Psicologia culturale: cos'è?
Volete sapere che cos’è la psicologia culturale? André Malraux diceva che “la cultura è ciò che nella morte continua a essere vita”. Quindi forse questo ramo della psicologia ci dà una visione più ampia, che include passato, presente e futuro di una società.
Perché gran parte del nostro comportamento, al di là del modo di essere di ogni individuo, è molto legato alla cultura in cui viviamo e alle nostre esperienze. Questo non significa che le esperienze e la genetica non c’entrino nulla, ma non sono le uniche che regolano e modificano il nostro modo di essere e di agire.
“La cultura vera nasce con la natura, è semplice, umile e pura”
-Masanobu Fukuoka-
Che cos’è la psicologia culturale?
Per coloro che vogliono sapere che cosa sia psicologia culturale, la definiamo brevemente. La maggior parte degli esperti concordano sul riferirsi a essa come una corrente emersa come alternativa ai metodi e alle teorie della psicologia più speculativa. Viene quindi considerata l’erede della psicologia di Wundt.
La psicologia culturale concentra l’attenzione sull’influenza che una cultura ha sulle persone che vi entrano in contatto. Un’influenza che non è rilevante solo a livello comportamentale, ma che sembra anche condizionare il nostro modo di pensare e di sentire. D’altra parte, l’influenza su questo comportamento avviene in particolare attraverso uno strumento: le abitudini/i costumi.
In altre parole, la psicologia culturale cercare di spiegare le ragioni per cui un gruppo di individui inserito in uno specifico contesto agisce in un determinato modo anziché in un altro. Questa prospettiva ci permette di osservare molti dettagli o di dare una spiegazione a quelli che osserviamo negli altri. Per esempio, perché il punto di vista occidentale, oggi altamente globalizzato, ci porta a osservare con orrore gli eventi del passato o di altre società con costumi diametralmente opposti? Perché le persone che sono immerse in queste culture non li vedono con orrore o perché i nostri antenati non li vedevano con orrore?
A questo proposto sorge un’altra domanda: per che cosa proveranno orrore le generazioni dopo di noi quando la storia gli racconterà tutto quello che ora per noi è normale?
Le barriere culturali
Quando guardiamo il quadro globale, troviamo una quantità enorme di barriere culturali. Ad esempio, la lingua o una particolare abitudine, una mentalità, un modo di pensare…
Se si guarda bene, in ogni paese si trovano abitudini comuni tra la popolazione, ma anche altre che non lo sono perché si localizzano o appartengono a una precisa città, regione, zona, ecc. Tutto questo include le variazioni nella mente umana, perché ognuno riceve un patrimonio culturale unico in base a molti fattori.
Per fare degli esempi semplici, possiamo vedere che la comunità musulmana non mangia carne di maiale, che in India le mucche sono animali sacri, che regioni come i Paesi Baschi hanno la loro lingua in un contesto bilingue. Tutto questo crea un patrimonio culturale unico e distinto da altri popoli.
A cosa serve la psicologia culturale
È evidente che, a seconda del territorio e dell’eredità ricevuta, la cultura varia influenzando il comportamento e il pensiero di chi entra in contatto con essa. Ora, a che cosa punta la psicologia culturale? Ad andare oltre il semplice fatto, immergersi nelle origini e nelle conseguenze che producono, definiscono e mantengono il tradizionale in quel particolare contesto.
Per rendere il tutto più chiaro, facciamo un esempio. Tornando a quanto appena citato, sappiamo che in India le mucche sono sacre. Ma perché si verifica questo evento? Come si è arrivati a questo punto?
Naturalmente la psicologia culturale indaga non solo nel cuore della storia per sapere il motivo per il quale una città ha una cultura particolare. Studia anche il modo in cui questa cultura influenza i suoi abitanti. Perché alcune usanze prevalgono e altre no? Come influenzano i modelli di comportamento? Quali implicazioni future possono avere queste tradizioni?
Un ramo strettamente correlato all’antropologia e alla sociologia
Chiaramente questo ramo della psicologia ha una stretta relazione con le scienze sociali, in particolare con l’antropologia e la sociologia. Mentre la sociologia studia le società in senso generale, questo ramo psicologico si concentra sulla proporzione dei dati quantitativi per indagare sulle dinamiche storiche. Così è più facile sapere che come si è formata una cultura specifica e come influisce sugli individui.
L’antropologia, che studia il contenuto culturale di una società e dei cambiamenti collettivi che si verificano, è altrettanto importante, in quanto entrambe cercano di capire i simboli, i concetti, le rappresentazioni, ecc.
Se vi stavate chiedendo cosa fosse la psicologia culturale, ora ne avete un quadro abbozzato. Grazie a essa, è possibile comprendere i comportamenti etnici o lo studio dei conflitti interculturali, per dare alcuni esempi interessanti.
“Non esiste uomo assolutamente incolto: l’uomo “si ominizza”esprimendo e dicendo il suo mondo. Da ciò nascono la storia e la cultura”
-Paulo Freire-