Psicologia dell'arte: concetto e caratteristiche

La psicologia ci apre le porte su un nuovo modo di interpretare l'arte, mettendo al primo posto la sfera umana. Oggi vogliamo darvi la chiave per accedere a questo nuovo mondo... venite con noi!
Psicologia dell'arte: concetto e caratteristiche

Ultimo aggiornamento: 16 settembre, 2020

La psicologia dell’arte analizza la creazione e la valutazione delle opere d’arte da un punto di vista psicologico. Gli obiettivi di questa disciplina non sono dissimili da quelli di altre affini, in quanto studia alcuni processi di base – come percezione, memoria ed emozione – e le funzioni superiori del pensiero e del linguaggio.

L’obiettivo della psicologia dell’arte, tuttavia, non è soltanto pratico, ma anche teorico. Il suo scopo è elaborare teorie legate all’attività creativa, nonché percettiva. Per questo, non si dissocia totalmente dai concetti fondamentali e dai principi della psicologia scientifica.

Cervello disegnato con gessetti colorati sul pavimento.

Psicologia dell’arte e discipline

La psicologia dell’arte è una disciplina altamente complessa che si estende a tutti i campi di studio propri della psicologia: psicobiologia, psicologia evolutiva, psicopatologia e studi sulla personalità… Queste sono tutte aree che in qualche modo rientrano all’interno della psicologia dell’arte.

D’altra parte, si tratta di un campo innovativo in molti paesi, dove non è ancora stato approfondito. Se in inglese gli studi di riferimento abbondano, in Italia le ricerche pubblicate in merito sono molto più rare, e la maggior parte dei testi si basano sulla psicoanalisi.

La psicologia dell’arte è legata anche a discipline come la filosofia, utile per la comprensione dei fenomeni estetici, o la storia dell’arte per approfondire l’analisi psicologica.

Traiettoria della psicologia dell’arte

Sono molti gli psicoterapeuti che hanno scelto di studiare e mettere alla prova gli effetti curativi dell’arte a livello individuale e di gruppo. La fusione dell’elemento psicologico con quello artistico è nota come arteterapia, disciplina emersa qualche decennio fa tramite programmi di riabilitazione che prevedevano tecniche come la scrittura, la musica e la pittura. A ogni modo, la strada per il suo impiego in ambito ospedaliero è ancora lenta e tortuosa.

Questa disciplina si basa sullo sviluppo della creatività e la conseguente riduzione di stress e ansia grazie all’apprendimento di tecniche artistiche classiche (pittura, scultura, arti plastiche…).

Gli psicologici specializzati nell’ambito delle arti plastiche possono usare la produzione creativa come elemento di mediazione nella relazione tra paziente e terapeuta, trattando questioni legate allo psichismo, la soggettività, la cultura e la società.

I contributi alla disciplina sono stati vari e i principali autori sono quelli della scuola di Gestal, Gustav Fechner, Sigmund Freud, Vygotski e Gardner.

Secondo Vygotski, il grado più alto di civismo è l’espressione dell’arte e della cultura, e il lavoro un mezzo per l’evoluzione storico-sociale. La sua tesi di dottorato sulla Psicologia dell’arte, nella quale fa riferimento all’inconscio per definire il concetto essenziale di arte, rappresentò una svolta in questo campo.

Vygotski era tuttavia consapevole di come l’arte non fosse un bisogno primario o fisiologico, tenendo in considerazione la scala dei bisogni dell’uomo di Abraham Maslow. Segnala, inoltre, che l’aspetto inconsapevole dell’arte non sia equiparabile ai processi dell’inconscio onirico, ritenendo l’arte piuttosto un passo verso il subconscio latente dell’essere umano in fase di veglia.

Pennello usato in arteterapia per dipingere.

Benefici psicologici dell’arte

Di recente è stato scoperto che la pittura permette il rilascio di dopamina, l’ormone che favorisce una sensazione di ricompensa, e di endorfine, gli ormoni a cui è attribuita la sensazione di benessere che proviamo dopo aver fatto attività fisica, per esempio.

D’altra parte, quando si termina un’opera d’arte si viene avvolti da una sensazione di felicità molto simile a quella provata alla nascita di un figlio. Ciò è dovuto al rilascio di ossitocina. Tra i benefici principali ricordiamo:

  • Sviluppo di abilità sociali.
  • Liberazione di stress e ansia.
  • Benessere psicologico.
  • Controllo della condotta.
  • Lavorare sul subconscio come metodo di conoscenza.

In definitiva, anche se la psicologia dell’arte è piuttosto recente, in parte trova origine nelle tesi di Vygotski. Tale disciplina è considerata un metodo di conoscenza di sé che permette di lavorare con il proprio subconscio. Viene impiegata in alcuni rami della psicologia come elemento di lavoro indispensabile.

Nel contesto della valutazione psicologica, per esempio, è utilizzata in risposta a interessi più concreti del valutatore, mentre nei laboratori di arteterapia si usa con un obiettivo terapeutico libero o di autoconoscenza.

Conoscere la psicologia dell’arte ci apre le porte al meraviglioso mondo dell’espressione, strettamente legato alla manifestazione artistica: pittura, scrittura e via dicendo. Come diceva Pessoa, l’arte ci libera illusoriamente dalla sordidezza di essere”.


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