Quando la famiglia non aiuta nei momenti difficili

Proprio nei momenti più difficili apprezziamo l'aiuto sincero e vicino dei nostri cari. Eppure, a volte la famiglia, anziché aiutarci, ci fa sprofondare ancora di più con il suo atteggiamento freddo o con le sue critiche.
Quando la famiglia non aiuta nei momenti difficili
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 24 marzo, 2022

Quando la famiglia non aiuta nei momenti di difficoltà c’è una sola via d’uscita: accettare le sue scelte.

Ebbene, di solito succede che oltre a non avere il sostegno dei propri cari, alcuni di loro contribuiscono ad aumentare la sofferenza esprimendo giudizi e critiche.

In questo modo, non fanno altro che deteriorare ulteriormente quelle risorse psicologiche di cui ci serviamo per affrontare le difficoltà personali.

Nella parte introduttiva di Anna Karenina, Lev Tolstoj dice che Tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”.

Non c’è dubbio: questo microcosmo chiamato famiglia che ci viene assegnato con prepotenza quando veniamo al mondo, presenta sempre delle peculiarità. E questo è talmente vero che non ne esistono mai due uguali e, in alcuni casi, si comportano anche contro natura.

Vale a dire che, lungi dall’offrire sicurezza e felicità e dal nutrire i propri membri con valori tutti propri, alcune famiglie tarpano le ali e infliggono ferite. Traumi, oltretutto, che possiamo trascinare a lungo nel corso della nostra vita.

Così, se c’è un aspetto che da grandi conosciamo bene è che la maturità è un fatto che richiede di tagliare quel cordone ombelicale che ci lega alla famiglia d’origine per realizzarci.

Lo facciamo per esercitare la nostra libertà e per condurre un’esistenza nostra a suon di decisioni personali, di percorsi intrapresi in solitudine e con determinazione.

Eppure, a volte può succedere: cadiamo e falliamo. In alcuni momenti, si presenta l’ostacolo e allora vorremmo sentire la comprensione e la vicinanza dei nostri cari.

Eppure, ci sono famiglie che invece di offrire il proprio sostegno possono far sprofondare ancora di più. Lo fanno trasmettendo sconforto, proiettando sul singolo il senso di colpa, sottovalutandolo e persino dimostrando distacco emotivo.

Chi è bravo in famiglia è anche un buon cittadino.

-Sofocle-

Un uomo al tramonto.

Quando la famiglia non aiuta: l’abbandono emotivo

In genere si dice che le persone siano ostaggi delle proprie famiglie. Le esperienze condivise con i familiari costruiscono il nostro bagaglio emotivo e psicologico, nel bene o nel male.

A volte non avere uno spazio tutto proprio intensifica questa interferenza. I genitori, i fratelli o gli zii molto spesso preservano una certa influenza su di noi.

Ecco perché spesso molte persone si rivolgono alla psicoterapia per gestire conflitti irrisolti, ma anche ferite inferte da famiglie disfunzionali in cui si verificano spesso violazioni, critiche e disaccordi.

Salvador Minuchin, rinomato terapeuta strutturale, diceva che le principali responsabilità di una famiglia sono la tolleranza, l’impegno e il sostegno.

Quando queste dimensioni vengono meno, tutto crolla. Quando la famiglia non è di aiuto, non dimostra comprensione né empatia verso uno dei suoi membri, quel microcosmo va in fumo.

Nei momenti difficili, più che di un aiuto, abbiamo bisogno di essere presi per mano

Quando affrontiamo una difficoltà, non sempre abbiamo bisogno che gli altri risolvano i nostri problemi. Le difficoltà non sono sempre risolvibili con il denaro o con risorse materiali. E in effetti il denominatore comune che predomina è la gratitudine dimostrata per averci accompagnato.

Per fare un esempio, in uno studio condotto dallo psicologo Thomas Wills dell’Università di Manoa, nelle Hawaii, presenta un dato interessante in merito.

Il tipo di sostegno che apporta più benefici alle persone è quello che non si vede. Vale a dire, diamo valore all’amore dimostrato dai nostri cari; ci dona conforto sentirci apprezzati, compresi e protetti.

L’affetto sincero dei nostri cari genera in noi il maggiore benessere. Ecco dunque che quando la famiglia non aiuta, e oltretutto ci volta le spalle lasciando in noi un vuoto affettivo totale, il dolore diventa intenso.

Quando la famiglia non aiuta.

Famiglie che credono di aiutare, ma che in realtà fanno l’opposto

In alcuni casi potrebbe verificarsi un’altra situazione altrettanto nociva. Così come ci sono famiglie che possono abbandonare i propri cari, rifiutandosi di offrire sostegno e mostrare vicinanza, ce ne sono altre che scelgono di aiutare, ma lo fanno nel modo sbagliato.

Sono quelle famiglie che mettono in atto una serie di azioni e dispiegano risorse che in realtà non fanno che intensificare ulteriormente la sofferenza.

È bene sapere che dare il proprio sostegno, in realtà, è un’arte che non tutti sanno praticare; a volte è meglio non fare nulla piuttosto che farlo nel modo sbagliato. Agire sapendo cosa fare, cosa dire e cosa non dire richiedono abilità di cui non tutti dispongono.

In alcuni casi, poi, in famiglia possono verificarsi situazioni in cui si finisce per sprofondare ancora di più a causa di genitori o fratelli che convinti di stare agendo nel modo giusto.

Quando la famiglia non aiuta, a chi rivolgersi nel momento del bisogno?

Nella nostra cultura la famiglia è poco più di un’istituzione, quasi un’icona sacra da cui tutto trascende. Eppure, da questo contesto spesso sopravvalutato hanno origine la maggior parte dei conflitti, dei disaccordi, delle delusioni e dei traumi.

Il mondo si divide in famiglie felici e infelici; alcuni di noi nascono nelle prime, altri nelle seconde. Cosa fare, dunque, quando ci ritroviamo dinnanzi a un ostacolo? Cosa fare se la famiglia non aiuta? In un certo senso, l’esperienza ci dice già chi sì e chi no.

Ognuno porta con sé il proprio bagaglio di esperienze e bisogna essere astuti nello scegliere a chi chiedere aiuto. A volte troviamo un valido sostegno in persone con le quali non condividiamo il patrimonio genetico.

Inoltre, è bene tenere a mente un dettaglio: è sempre meglio non poter contare su nessuno che contare su una cerchia chiaramente patologica.

Nel momento del bisogno e nelle difficoltà, bisogna mantenere la lucidità per sapere a quale spalla appoggiarsi. Pensiamoci bene.


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  • Willis, T. A. (1985). Supportive functions of interpersonal relationships. In S. Cohen & S. L. Syme (Eds.), Social Support and Health (pp. 61–82). Orlando: Academic Press.

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