Quarantena e persone con patologie mentali pregresse

Depressione, problemi di dipendenza, schizofrenia, anoressia... sono molte le persone (e le loro famiglie) che affrontano l'attuale confinamento con un problema mentale o un disturbo psicologico. Realtà invisibili che richiedono una risposta sanitaria e sociale urgenti.
Quarantena e persone con patologie mentali pregresse
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Gli effetti della quarantena nelle persone con patologie mentali pregresse sono ancora poco considerati. Ci siamo dimenticati di tutti colori che già soffrivano di un disturbo psicologico o di dipendenza, così come delle persone che si prendono cura di un familiare con schizofrenia, disturbo borderline della personalità o che è vittima di bulimia o anoressia.

Queste realtà silenziate sopravvivono con enormi difficoltà all’interno delle mura domestiche. Spesso i mezzi per farcela sono scarsi e la risposta sociale e professionale è quasi assente, incapace di soddisfare ogni singola necessità, emergenza e problematica.

Se da un lato istituzioni come l’Università di Washington ci hanno di recente messo in guardia sul possibile rischio che la pandemia e l’attuale situazione possano causare ondate di depressione, non si sta dando troppo rilievo alla fascia di popolazione che soffriva già prima di disturbi mentali.

Gli psicologi avvisano sul rischio di ricadute. Sottolineano l’immediato bisogno di stabilire programmi e reti di supporto per permettere agli operatori della salute di muoversi per monitorare lo stato di questi pazienti. Perché alle volte, una chiamata o una videochiamata non bastano. Soltanto un esperto fisicamente presente può avvertire una crisi, un peggioramento o il limite che può sfociare in risposte spesso drammatiche. Scopriamo di più sugli effetti della quarantena nelle persone con patologie mentali pregresse.

Ragazza con crisi da ansia

Quarantena nelle persone con patologie mentali pregresse

Se i problemi di salute erano già invisibili prima della pandemia, adesso sono caduti in un’ombra ancora più scura e trascurata. Molte persone hanno perso la loro routine. I gruppi di sostegno e le terapie grazie a cui molti stavano facendo enormi passi avanti sono stati sospesi. Adesso, nella solitudine di un appartamento, c’è chi è tornato alle sue dipendenze.

C’è chi si trova sull’orlo del baratro di un’antica depressione. Alcuni familiari non sanno più come reagire di fronte a quel figlio che non vuole più prendere i farmaci. La variabilità di ogni caso è ampia e gli effetti della quarantena immensi.

Lo ha già provato la popolazione cinese. Un recente studio condotto dai dottori Hao Jao e Jian Chen e pubblicato sulla rivista The Lancet approfondisce questa problematica.

È stato individuato che le persone con problemi mentali corrono un rischio maggiore di contrarre il Coronavirus, per via del sistema immunitario debilitato. Altri, invece, tendono a infrangere l’isolamento domiciliare e a mettere a rischio la propria salute e quella altrui.

A ciò si aggiunge che i problemi di salute mentale prevedono spesso la coesistenza di più di una patologia nello stesso individuo. Questo aumenta la vulnerabilità all’infezione. Un altro fattore da considerare è la difficoltà, nelle condizioni attuali, di ricevere la giusta assistenza psicologia e medica.

Persona preoccupata che si stringe le mani

Disturbi mentali in tempi di pandemia: realtà invisibili

La quarantena sta causando forti disuguaglianze tra le persone con problemi di salute mentale pregresse. Molte fanno più fatica a chiedere aiuto e assistenza.

Buona parte di loro apprezzerebbe molto, per esempio, poter uscire in strada una volta al giorno. Pensiamo a tutte quelle persone che vivono in piccoli appartamenti dove arriva appena la luce del sole.

Queste limitazioni, sommate a un disturbo mentale, non fanno che peggiorare la situazione. Ma le problematiche che emergono sono anche altre:

  • Il contesto attuale fomenta le fobie, i disturbi ossessivi compulsivi e i comportamenti intrusivi.
  • A seguito di anni di terapia, molte persone sono riuscite a gestire l’angoscia e a trovare strategie per affrontare la preoccupazione quotidiana. L’attuale pandemia va al di là del loro controllo e li porta a essere assolutamente indifesi. Nulla di quanto appreso può servire loro.
  • Chi ha sofferto dei traumi può riviverli nel contesto attuale.
  • Chi faceva ricorso all’autolesionismo o all’abuso di sostanze sarà incline a riprendere queste cattive abitudini.
  • Alcuni soggetti possono essere stati ricoverati in passato in una camera d’ospedale per mesi. L’isolamento domiciliare può portarli a rivivere quei momenti, aumentando la loro angoscia.
  • Le terapie e i gruppi di aiuto che li supportavano sono stati sospesi.

Quarantena e persone con patologie mentali pregresse: quali strategie adoperare?

L’isolamento per le persone con disturbi mentali pregressi può diventare altamente problematico. Alcuni di loro lo affrontano in completa solitudine. Altri insieme a familiari che si ritrovano a fare i conti con l’immensa paura e vulnerabilità di chi non sa come affrontare la situazione. Nella misura del possibile, bisognerebbe tenere a mente le seguenti strategie:

  • Seguire una routine e stabilire degli orari. Svolgere le attività di base che garantiscano il nostro benessere come riposare, mangiare, fare sport, praticare un hobby… L’ideale è tracciare la routine con l’aiuto dei medici professionisti che ci seguivano da prima.
  • Ricordiamo che chiedere aiuto è giusto e fondamentale. Meritiamo di stare bene e in ogni momento di crisi ci sarà sempre una persona pronta ad aiutarci.
  • Costruiamo una rete di sostegno. Famiglia, amici, vicini, servizi sociali, associazioni, psicologi e medici devono formare una rete che sia sempre a disposizione delle persone con problemi di salute mentale o con disturbi psicologici.
  • Contatti costanti. I messaggi, le chiamate e le videochiamate sono il nostro canale d’aiuto quotidiano e non possono mancare.
  • Recuperare le strategie che in passato ci hanno aiutato ad affrontare il problema. Chiunque abbia combattuto con un disturbo o un problema sa cosa può farlo stare meglio, per esempio un esercizio di respirazione, la lettura, la musica, l’arte e via dicendo. Basta soltanto ricordarlo, tenerlo a mente per calmare la mente nella nostra nuova quotidianità.
Sostegno emotivo per la quarantena e persone con patologie mentali

Per concludere, qualunque sia la nostra situazione, dobbiamo ricordare che non siamo soli. D’altra parte, se conosciamo qualcuno che potrebbe essere in difficoltà (solo o con la sua famiglia), non dimentichiamolo.

Restiamo vicini e formiamo parte di quella rete di sostegno in grado di dare risposte ed essere al fianco di chi più ne ha bisogno.


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