Resilienza nei bambini: 7 strategie

Resilienza nei bambini: 7 strategie
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Sviluppare la resilienza nei bambini è un obiettivo che, se raggiunto, ha un valore  enorme . I nostri piccoli sono capaci di cose straordinarie, questo lo sappiamo già. Tuttavia, ciò che più desideriamo è che siano felici. Per questo, niente di meglio che insegnare loro a gestire quelle risorse che permettono di affrontare le sfide quotidiane, gli ostacoli che possono sorgere in qualsiasi momento.

Poche parole sono così alla moda, leggiamo spesso questo, soprattutto sui manuali di auto-aiuto e per la crescita personale. L’idea che rappresenta non è certo nuova, ma è da qualche anno che abbiamo iniziato a studiare con più attenzione l’importanza di sviluppare la resilienza nei bambini e i suoi effetti.  

Viktor Frankl ha definito gli elementi base della resilienza. Lo ha fatto mostrandoci, ad esempio, che certe persone riescono ad affrontare le avversità grazie alla loro forza interiore, alla loro corazza, alla presenza di uno scopo o un obiettivo.

“Quello di cui abbiamo davvero bisogno è di cambiare in modo radicale il nostro atteggiamento nei confronti della vita.”

-Viktor Frankl-

Se queste risorse sono così utili, perché non trasmetterle ai bambini? Farlo significa più che fornire semplici tecniche per gestire le sfide future. La resilienza costruisce in loro, e in noi, una nuova mentalità. Crea cervelli più forti, più resistenti allo stress e con funzioni esecutive più efficaci.

Sviluppare la resilienza nei bambini è possibile; vediamo le principali strategie.

Mani che sorreggono l'immagine di un cervello

Il bisogno di sviluppare la resilienza nei bambini

Quando affrontiamo un’avversità, il nostro cervello sperimenta stress e angoscia emotiva. Questo tipo di risposta nasce e si sviluppa in un area molto specifica: l’amigdala.

Questa struttura è responsabile delle nostre risposte associate alla paura ed è anche quella che invia messaggi al cervello stimolandolo a liberare adrenalina e cortisolo il prima possibile. È come se suggerisse “Dobbiamo reagire, dobbiamo fuggire il prima possibile da questa minaccia!”

Ora, quando l’amigdala, la sentinella della paura, assume il controllo, accade qualcosa di molto particolare: la corteccia prefrontale perde funzionalità. La nostra capacità di analizzare la situazione in modo obiettivo o di riflettere sul problema è drasticamente ridotta. Ci lasciamo “sequestrare” dalla paura senza riuscire a vedere alcuna via d’uscita, perdendo quella calma interiore che ci permette di elaborare una strategia.

In un cervello educato alla resilienza questo non accade. Si cede molto meno alla paura, perché la resilienza porta, in poche parole, a mantenere calma l’amigdala e a lasciare attiva la corteccia prefrontale. Un cervello resiliente, quindi, è meno sensibile allo stress e permette di sviluppare una mentalità più aperta, riflessiva e forte. Come riuscirci?

1. Legami forti e attaccamento sicuro: il miglior punto di riferimento per il bambino

Molti di noi penseranno che per sviluppare la resilienza nei bambini, non c’è niente di meglio che insegnare loro a essere autonomi e indipendenti. In realtà più che autosufficienza, la chiave per sviluppare un cervello resiliente è la connessione emotiva. 

I bambini necessitano di un attaccamento sicuro, forte e sano. Hanno bisogno di punti di riferimento che offrano loro amore, sicurezza e protezione. È questo che plasma un cervello resistente di fronte alla paura o allo stress. Un cervello forte che non ha avuto esperienze precoci di insicurezza o paura è un cervello che da adulto potrà affrontare i problemi della vita con maggiore abilità. L’assenza di queste tracce negative determina una mente più flessibile e ricettiva.

2. Allenare le funzioni esecutive

Come abbiamo anticipato, il nostro obiettivo è di calmare l’amigdala (la paura) e allenare la corteccia prefrontale (le funzioni esecutive). Così facendo, offriremo al bambino gli strumenti necessari per risolvere i problemi, per dirigere in modo corretto l’attenzione e per essere creativi di fronte alle sfide, siano esse grandi o piccole. Queste risorse gli impediranno di restare intrappolato nella paura e nell’angoscia.

Ecco come sviluppare le funzioni esecutive nei bambini:

  • Impostare delle abitudini.
  • Stimolare comportamenti sociali sani.
  • Favorire rapporti di amicizia con persone di fiducia.
  • Creare opportunità che permettano al bambino di creare legami con i coetanei (sport, campi estivi…).
  • Incoraggiare giochi creativi e di memoria.
  • Stimolarli a decidere in modo autonomo.
Bambina con conchiglia

3. Esercizio della piena consapevolezza

Un modo eccezionale per sviluppare la resilienza nei bambini è la pratica della piena consapevolezza. Essere capaci di connettersi con il qui e ora in modo rilassato migliora la connessione cerebrale, scioglie lo stress e potenzia le funzioni esecutive. Se introdotta nei primi anni di vita, vedremo nel bambino grandi risultati.

4. Trasmettere al bambino l’idea di essere competente e capace

Nelle sue attività quotidiane un bambino deve potersi percepire   come persona capace. Deve capire che si impara dai propri errori e che questo permette di migliorare e di poter affrontare le nuove sfide con abilità e competenze via via acquisite. Questa sensazione, accompagnata dal nostro sostegno e dalla nostra approvazione, gli permetterà di prendere gradualmente le migliori decisioni.

5. Trasmettere ottimismo

Un sano ottimismo è di grande aiuto per un bambino. Dobbiamo insegnargli che le situazioni problematiche possono essere considerate in termini di miglioramento personale. Qui risiede il vero coraggio.

Bambina creativa con mela e libri colorati

6. Affrontare le paure è giusto, ma chiedere aiuto è sano

Per sviluppare la resilienza nei bambini, dobbiamo aiutarli a gestire le emozioni a valenza negativa, come la paura. Un regalo che possiamo fare ai nostri figli è trasmettere loro la seguente idea: chiedere aiuto non è solo permesso, è necessario. Chi è capace di chiedere aiuto non è debole, ma abbastanza coraggioso da riconoscere la propria vulnerabilità, i propri bisogni ed è in grado, così, di creare relazioni più profonde.

Aiutare gli altri e permettere che gli altri ti aiutino è una dinamica che i bambini dovrebbero instaurare già in tenera età. In questo modo, le paure si ridimensionano, perdono presa e infine spariscono. 

7. Costruire una “scatola risolvi-problemi”

A partire dai 5 anni il bambino è già capace di risolvere i problemi più semplici. Ecco un suggerimento utile e divertente:

Costruiamo insieme al bambino una scatola per risolvere i problemi e mostriamogli come usarla: lo aiuteremo a maturare. Man mano che cresce, sarà lui a perfezionare l’uso di questi strumenti, adattandoli alle diverse circostanze.

Questa scatola può essere riempita dalle seguenti strategie:

  • Cosa fare quando qualcosa mi preoccupa?
  • Consultarla con mamma e papà.
  • Chiedere aiuto o consiglio a una persona di fiducia.
  • Se il problema si è già presentato in passato, come l’avevo risolto? Posso fare meglio?
  • Assimilare l’idea che qualsiasi problema, per grande che sia, può essere diviso in segmenti più piccoli, più facili da risolvere.
Bambino osserva disegni alla parete

Allenare, forgiare, stimolare la resilienza nei bambini richiede un approccio educativo basato sull’attaccamento sicuro. Occorre, inoltre, offrire una base solida fatta di strategie necessarie ad affrontare e risolvere i problemi.

Parliamo, dunque, di un’educazione attiva e creativa, in cui l’adulto agisce come punto di riferimento. Senz’altro una grossa responsabilità per noi. Si tratta, tuttavia, di un’avventura che meriterà sempre ogni nostro sforzo.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.