Retorica di Aristotele: pathos, ethos e logos

Retorica di Aristotele: pathos, ethos e logos
Roberto Muelas Lobato

Scritto e verificato lo psicologo Roberto Muelas Lobato.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

Quando esponiamo le nostre idee, per iscritto o a voce, tendiamo a voler persuadere gli altri. Chi ci ascolta deve capire il nostro punto di vista e persino accettare le nostre argomentazioni. La retorica consiste proprio in questo, indurre gli altri ad adottare il nostro punto di vista. E chi meglio di Aristotele può spiegarci cosa è la retorica? Gli studi dell’allievo di Platone si concentrarono, infatti, su quest’arte. La retorica di Aristotele consta di tre categorie: pathos, ethos e logos.

Il pathos, l’ethos e il logos sono i tre pilastri fondamentali della retorica di Aristotele. Oggi queste tre categorie sono considerate tre diverse modalità per convincere un audience su un argomento, su una credenza a cui aderire o su una conclusione in particolare. Sebbene ogni categoria sia unica, padroneggiarle tutte e tre aiuta a coinvolgere il pubblico a cui ci stiamo rivolgendo.

Retorica di Aristotele

Pathos

Pathos significa “sofferenza ed esperienza”. Secondo la retorica aristotelica, questo concetto si traduce nell’abilità dell’oratore o dello scrittore di evocare emozioni e sentimenti nel pubblico. Il pathos viene associato all’emozione, mira a simpatizzare con il pubblico e fa appello all’immaginazione di quest’ultimo.

Infine, il pathos punta a entrare in empatia con il pubblico. Quando si fa leva sul pathos, i valori, le credenze e la comprensione dell’oratore si mescolano e vengono comunicati ai destinatari per mezzo di una storia.

Persone che conversano

Il pathos è molto utilizzato quando gli argomenti da esporre sono oggetto di controversia. Dato che gli argomenti trattati sono solitamente privi di logica, il loro successo risiede nella capacità dell’oratore di riuscire a entrare in empatia con il pubblico.

Ad esempio, se la discussione riguarda l’illegalità dell’aborto, l’oratore utilizzerà parole “vivide” per descrivere i neonati e l’innocenza della nuova vita, in modo da evocare tristezza e preoccupazione nel pubblico.

L’ethos

La seconda categoria, ethos, significa “carattere, comportamento” e proviene dalla parola greca ethikos, che significa morale e capacità di mostrare la propria personalità che si basa sulla morale. Per oratori e scrittori, l’ethos è formato dalla credibilità e dalla similitudine con il pubblico.

L’oratore deve essere degno di fiducia e deve essere rispettato in quanto esperto della tematica trattata. Affinché gli argomenti siano efficaci, non basta fare un ragionamento logico. Per poter diventare credibile, il contenuto deve essere anch’esso presentato in modo da trasmettere fiducia.

Secondo la retorica di Aristotele, l’ethos è particolarmente importante per stimolare l’interesse di chi ascolta (o di chi legge). Il tono e lo stile del messaggio diventano la chiave dell’interesse. Inoltre, il carattere è influenzato dalla reputazione dell’oratore, che dipende dal messaggio.

Ad esempio, parlare al pubblico come un pari, invece di trattarlo come personaggio passivo, incrementa le probabilità che le persone si sentano parte attiva degli argomenti trattati.

Il logos

Logos significa parola, discorso o ragione. Nell’arte della persuasione, il logos è il ragionamento logico che si cela dietro le argomentazioni dell’oratore. Fa riferimento a qualunque tentativo di fare appello all’intelletto, ad argomentazioni logiche. In questo senso, il ragionamento logico è di due tipi: deduttivo e induttivo.

Il ragionamento deduttivo è “Se A è il vero e B è il vero, l’intersezione tra A e B deve anch’essa essere vera”. Ad esempio, l’argomento esposto sulla base del logos secondo cui “alle donne piacciono le arance”, sarebbe “alle donne piace la frutta” e “le arance sono frutta”.

Il ragionamento induttivo si serve anch’esso di premesse, ma la conclusione è un’aspettativa e non necessariamente sarà vera a causa della sua natura soggettiva. Ad esempio, le frasi “a Piero piace la commedia” e “questo film è una commedia” fanno ragionevolmente presupporre che “a Piero piacerà questo film”.

Giovane parla in pubblico

La retorica di Aristotele

Il logos era la tecnica oratoria preferita dal filosofo greco. Tuttavia, se pensiamo alla vita quotidiana, le argomentazioni di tutti i giorni dipendono perlopiù da pathos ed ethos. La combinazione delle tre essenze della retorica di Aristotele viene usata per rendere persuasive le prove; inoltre, sono centrali nel dibattito. Le persone che padroneggiano queste tecniche riescono a convincere gli altri a realizzare una certa azione o a comprare un determinato prodotto o servizio.

Tra le tre tecniche, oggigiorno il pathos sembra avere la meglio. I discorsi populisti, che puntano a emozionare il pubblico più che a farlo ragionare secondo la logica, sembrano essere quelli più apprezzati. Accade lo stesso con le notizie false (o fake news). Alcune mancano del tutto di logica, ma il pubblico le accetta per il loro potere empatizzante. Essere consapevoli di queste tre strategie della retorica aristotelica può esserci utile per individuare meglio i messaggi che mirano alla persuasione mediante l’inganno.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Aristóteles (2006) Del sentido y lo Sensible de la Memoria y El Recuerdo Tapa.  Createspace Independent 
  • Aristóteles (2014) Ética a Nicómaco. Alianza Editorial

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.