Rispettare il no contact

La regola del no contact mira a lasciarsi per sempre alle spalle un legame emotivo. A tale scopo, è fondamentale non chiamare, inviare messaggi o guardare i profili social. Sarà la strategia più efficace per andare avanti con maggiore dignità.
Rispettare il no contact
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

A volte siamo costretti a lasciare qualcuno che amiamo, ma con cui convivere è insostenibile e dannoso. In questi casi è fondamentale rispettare la regola del no contact.

Ogni forma di comunicazione viene definitivamente troncata. Lo scopo è superare il prima possibile il lutto per la rottura e voltare pagina.

È importante chiarire un dettaglio. Alcune persone optano per il no contact come forma temporanea di punizione e per attirare l’attenzione dell’altro. Non è la cosa giusta da fare. La manipolazione non funziona mai ed è un atto di totale immaturità.

La scelta di limitare o annullare i contatti deve essere definitiva e accompagnata da un’adeguata preparazione mentale. Bisogna saper gestire, dunque, la voglia di inviare messaggi, audio ed effettuare chiamate.

Ancor più rilevante: lasciare una persona significa anche non pensare a cosa potrebbe fare o con chi è. Questo implica necessariamente non cadere nella tentazione dello stalking o del controllo dell’ex partner sui social.

La regola del contatto zero è uno strumento di supporto mentale per noi stessi. Ci permette di liberarci del legame con qualcuno che, fino a poco tempo prima, era importante nelle nostre vite.

Uomo che controlla i social.
Quando si lascia il partner, non bisogna più controllarne i profili social. 

Come rispettare la regola del no contact

Rispettare la regola del no contact implica vedere questa risorsa come una strategia di disintossicazione. Lo scopo è porre fine alla dipendenza emotiva ancora latente dall’ex partner.

Del resto, lasciare aperti i canali di comunicazione ci farà cadere nella tentazione di contattare l’altro. E quel che è peggio, suscitare sentimenti che non hanno più senso o posto.

In questi casi, dunque, va promosso un adeguato controllo degli impulsi. Lo sostiene anche il lavoro di ricerca condotto presso l’Università di Deusto e l’Università di Madrid. Il grande problema delle relazioni di dipendenza è proprio l’attaccamento malsano e il comportamento impulsivo. Dimensioni che rendono difficile una rottura definitiva.

Quasi senza accorgercene, cadiamo in legami “gomma da masticare”, ovvero tesi ma che non si rompono mai del tutto. Cadere in queste dinamiche aumenta la sofferenza. Si rivela opportuno, pertanto, adottare strategie adeguate che partiranno sempre dal necessario no contact.

1. Evitare la confusione emotiva: una rottura è un punto finale

Ci sono persone che mettono fine a una relazione senza chiarire cosa significhi. Se lo scopo è lasciare un legame che causa infelicità, è fondamentale avere chiaro che non c’è posto per una parentesi.

Accettare che ciò di cui si ha bisogno: tranquillità, equilibrio e benessere psicologico. Riprendere quella relazione sarebbe un grosso errore, quindi, dobbiamo raggiungere quello scopo.

Anche l’altra persona deve essere chiara sulla fine. Per evitare confusione emotiva, si eviterà anche il “rimaniamo amici”.

2. Informare gli altri

Famiglia, amici, colleghi di lavoro… Si raccomanda che l’intera cerchia sociale sia a conoscenza della rottura e la rispetti.

Ciò significa anche evitare commenti come “Ho visto il tuo ex con un’altra persona” o “La tua ex è molto triste e le manchi”. Allo stesso modo, nessuno dovrebbe fare da intermediario per riferire messaggi da quella persona con cui non desideriamo più avere contatti.

3. Eliminare l’ex dai social network

La maggior parte di noi ha una vita sociale e una vita digitale. È fondamentale eliminare il partner dall’intero universo digitale dei social network e anche dai nostri contatti mobili.

In questo modo eviteremo la tentazione non solo di conoscere l’altro, ma anche di vedere scorci di vita attraverso le foto che pubblicano.

Quando sentiamo il bisogno di contattare il nostro ex partner, cerchiamo altre fonti di dopamina che attirino l’attenzione del nostro cervello.

4. Controllare gli impulsi per contattare l’ex partner

Quando si tratta di rispettare la regola no contact, possiamo pensare alla nostra mente come a quella di un tossicodipendente: sentiamo un bisogno compulsivo di contattare la persona.

Una parte di noi è ossessionata dal guardare il profilo Instagram, sapere se è online su WhatsApp Il nostro cervello ha bisogno di quella dose di dopamina a cui è abituato, quindi è difficile. Cosa fare?

  • Accettare i sentimenti: dopo una rottura è normale provare tristezza, nostalgia, smarrimento e persino rabbia.
  • Considerare cosa accadrà se si contatta di nuovo la persona: un temporaneo impeto di felicità che finirà di nuovo in sofferenza, perdita di dignità e ulteriore esaurimento psicologico.
  • Cercare altre fonti di dopamina che aumentino il benessere e l’entusiasmo: iniziare nuovi progetti, vedere altre persone, scoprire nuovi hobby, etc.
  • Distrarre l’attenzione dal cellulare eviterà la tentazione di contattare l’ex.
  • Per rispettare il no contact, non esitate ad affidarvi agli amici. Ogni volta che si avverte il bisogno di mandare un messaggio all’ex, chiamare quell’amico con cui puoi parlare.
Donna che guarda il cellulare.
Con il passare dei giorni riusciremo a controllare l’impulso di contattare l’ex, sentiremo un maggiore controllo delle nostre vite.

5. Rispettare il no contact riscoprendo le fonti dimenticate della felicità

Ci sono relazioni in cui l’amore diventa ossessione. Diventiamo ciechi e vediamo solo l’altra persona, orbitiamo attorno a una figura che offusca tutto. Il tempo investito in quel legame è perso, tempo prezioso che abbiamo smesso di investire nella nostra felicità.

Sia chiaro, se seguiamo le strategie per rispettare il no contact, scopriremo che con il passare dei giorni otterremo un maggiore controllo sulle nostre vite.

Diminuiranno la dipendenza e l’ossessione di essere vicini a chi ci ferisce. Solo allora scopriremo le fonti di felicità che avevamo dimenticato. Quelle in cui era inscritta la nostra autentica essenza di persona. All’inizio può essere estremamente difficile, ma è molto vantaggioso.


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