Ruth Benedict e la ricerca dei modelli di cultura

Ruth Benedict è una dei grandi antropologi americani del XX secolo. Allieva di Franz Boas e docente alla Columbia University, ha provato a spiegare il complesso rapporto tra individuo e società attraverso lo studio della personalità e della cultura.
Ruth Benedict e la ricerca dei modelli di cultura
Guillermo Bisbal

Scritto e verificato l'antropologo Guillermo Bisbal.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Ruth Benedict (New York 1887-1948) è stata una scrittrice e antropologa americana. Iniziò la sua carriera professionale scrivendo poesie e solo in seguito scoprì l’amore per l’antropologia. Quando era ancora una studentessa, strinse amicizia con l’antropologa Margaret Mead, ma il suo mentore e insegnate fu Franz Boas.

I discepoli di Boas avevano il compito di diffondere le posizione relativiste in ambito antropologico. I suoi studi, inoltre, hanno rappresentato un ponte tra la psicologia e l’antropologia. La Benedict, di fatto, apparteneva a quella corrente che oggi conosciamo come “Cultura e personalità”.

La vita di Ruth Benedict non è stata tra le più comuni, soprattutto tenendo conto che nel periodo storico in cui ha vissuto il mondo della ricerca era a esclusivo appannaggio degli uomini. Alla fine del XIX secolo e per quasi tutto il XX secolo la vita delle donne non fu facile. Basti pensare che l’accesso agli studi universitari era destinato, per la maggior parte delle volte, solo agli uomini.

Per questi motivi, Ruth Benedict rappresenta una figura importante del secolo scorso. E non solo per i suoi contributi all’antropologia, ma anche per l’eccezionalità del suo caso: era una donna e in più di umili origini. In questo articolo andremo presentiamo i suoi contributi, la sua vita e i suoi lavori.

Ruth Benedict: i primi passi nel mondo accademico e la scoperta dell’antropologia

La vita di Ruth Benedict e la sua carriera accademica hanno superato i limiti imposti alle donne del suo tempo. Il padre era un chirurgo, ma morì quando lei e sua sorella erano ancora bambine. La madre e le due bambine lasciarono la città e si trasferirono in campagna per vivere con i nonni. La madre si dedicò all’insegnamento, ma la situazione economica della famiglia non era delle migliori.

Ruth e sua sorella erano delle brave studentesse e ottennero delle borse di studio che permisero loro di accedere all’istruzione superiore. Nonostante la precaria situazione economica, Ruth Benedict riuscì ad andare all’università e nel 1909 si laureò all’Università di Vassar specializzandosi in letteratura inglese. In seguito, insegnò per tre anni in un liceo.

A 30 anni si iscrisse alla Columbia University per studiare Filosofia e Antropologia. Desiderava dare un senso alla sua vita. Lì incontrò i grandi antropologi nordamericani dell’epoca: Franz Boas, Robert Lowie e Alfred Kroeber.

“Ciò che unisce veramente gli uomini è la cultura, le idee e gli obiettivi che hanno in comune.”

-Ruth Benedict-

Pittura rupestre in una caverna.

Il primo lavoro sul campo

Il suo primo lavoro sul campo risale all’estate del 1922 tra i Serrano, gruppo etnico che viveva in due riserve indiane nel sud della California. In quel periodo lavorava sotto la direzione di Alfred Kroeber.

I suoi primi corsi di antropologia (tra il 1922 e il 1923), che teneva insieme a Franz Boas, erano rivolti a un gruppo di diplomati delle scuole superiori. L’anno successivo si trasferì alla Columbia University dove iniziò a lavorare come assistente per poi diventare docente nel 1930.

Gli inizi della carriera di Ruth Benedict rappresentano la progressiva emancipazione delle donne negli Stati Uniti d’America del XX secolo: lavorava fuori casa, svolgeva numerosi lavori sul campo in tutto il paese ed era la curatrice di diverse riviste scientifiche. Fu un esempio di empowerment, che per in quegli anni di certo non era la norma.

Ruth Benedict e il suo contributo all’antropologia

La sua tesi di dottorato fu pubblicata nel 1934 con il titolo Patterns of Culture (Modelli di cultura). Il suo lavoro è oggi considerato un classico dell’antropologia. Tutte le idee da lei esposte sono ancora valide e ampiamente accettate, anche se all’epoca rappresentavano una novità.

Nella sua tesi sostiene che le culture garantiscano maggiori privilegi a certi ndividui, mentre ne rifiutano altri formando così specifici modelli di cultura. I modelli di cultura, pertanto, influenzano in modo diretto la formazione della personalità di ogni membro di una società.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ruth Benedict si dedicò a un’area di studio innovativa per quei tempi. Applicò il pensiero antropologico allo studio delle società contemporanee utilizzando interviste e documenti scritti piuttosto che tramite il lavoro sul campo.

Durante il conflitto mondiale l’antropologa usò le sue conoscenze e la sua esperienza per studiare “da lontano” la società rumena, tedesca, olandese e tailandese. Prima della fine della guerra, si interessò al Giappone, e così nacque il libro intitolato Il crisantemo e la spada. Modelli di cultura giapponese. Questo testo è oggi considerato un classico dell’antropologia. In esso, la Benedict analizza i modelli di cultura tipici del Giappone dell’epoca.

Fare antropologia “a distanza” portò alla stesura di un manuale sull’argomento: The Study of Culture at a Distance. Nella primavera del 1947 iniziò così un progetto su larga scala sulle culture contemporanee di Francia, Germania, Polonia, Russia e Cina.

Grazie alla sua carriera originale e libera, Ruth Benedict divenne nel 1946 presidente dell’American Anthropological Association (AAA), un’istituzione di grande prestigio che opera nel campo dell’antropologia.

Ruth Benedict da anziana.

La ricerca dei modelli di cultura

Nel libro Modelli di cultura Ruth Benedict sottolinea che l’elemento determinante nella formazione del comportamento individuale è la cultura e non gli aspetti biologici. Ne consegue che le differenze comportamentali tra le varie società sono dovute alla cultura che crea e plasma modelli diversi. Per dimostrarlo confrontò tre culture diverse tra loro:

  • Zuñi (Nuovo Messico). La descrisse come una cultura molto tollerante.
  • Dobu (isola dell’arcipelago di Entrecasteaux, Nuova Guinea). È una cultura in cui i rapporti sociali sono caratterizzati da una forte ostilità, che ha valore normativo.
  • Kwakiutl (Isola di Vancouver, oceano Pacifico). In questa cultura il prestigio sociale è la cosa più importante e viene vissuto in maniera patologica dai suoi membri.

Dopo aver descritto in dettaglio queste tre culture, Ruth Benedict iniziò a riflettere su varie questioni teoriche. Per esempio, la cultura come oggetto di studio dell’antropologia, l’importanza della diversità culturale e il complesso rapporto tra gli individui e il gruppo, ovvero tra la personalità individuale e i modelli culturali all’interno di una società.

“Una cultura, come l’individuo, è un modello più meno coerente di pensiero e azione.”

-Ruth Benedict-

Giunse alla conclusione che le culture sono delle configurazioni di credenze, atteggiamenti, conoscenze ed emozioni che definiscono una società. Quest’ultima, tuttavia, non è un mero accumulo di tali caratteristiche, ma piuttosto un insieme interconnesso che delinea particolari modelli di culto.

Ruth Benedict era una donna all’avanguardia, aveva relazioni amorose con altre donne e viveva come più le aggradava. I suoi studi sono ancora oggi validi; inoltre intuì la minaccia rappresentata dal nazismo, che cercò di contrastare tramite l’istruzione.

Educare e capire la grande diversità culturale sono potenti strumenti in grado di contrastare il razzismo.


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  • Bohannan, Paul & Glazer, Mark (2007): Antropología, lecturas. Madrid: McGraw-Hill.

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