Sensibilità maschile, oltre i luoghi comuni

Gli uomini hanno una propria sensibilità, proprio come le donne. Attraverso di essa è possibile stabilire nuove connessioni con se stessi, con gli altri e con la natura.
Sensibilità maschile, oltre i luoghi comuni
María Alejandra Castro Arbeláez

Scritto e verificato la psicologa María Alejandra Castro Arbeláez.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Il mondo è pieno di luoghi comuni e la sensibilità maschile offre numerosi spunti. Oggigiorno, tuttavia, questo argomento attira un maggiore interesse da parte di molte persone, visto che viene visto da una diversa prospettiva, decisamente più libera da false convinzioni.

Prima di andare avanti, vorremmo mettere in chiaro che in queste righe non abbiamo la pretesa di iniziare un dibattito sul relativismo culturale e su quali siano gli stereotipi più accettati da ogni cultura. Desideriamo, invece, mettere in risalto l’attuale trasformazione del costrutto di mascolinità.

Negli ultimi anni, si è assistito a un cambiamento in termini di sensibilità maschile e, di conseguenza, in gran parte dei luoghi comuni di alcune culture occidentali. In fin dei conti, la sensibilità è propria degli esseri viventi e un uomo che la accetta e la riconosce non deve mettere da parte la propria virilità.

Ripercorriamo, dunque, il concetto di sensibilità maschile, tralasciando i luoghi comuni in favore di una nuova prospettiva sulla virilità e, allo stesso tempo, per analizzare alcune convinzioni che ancora persistono al riguardo.  

Uomo davanti a un bivio

Cosa si intende per sensibilità maschile?

L’Accademia della Crusca definisce la sensibilità come “la facoltà di sentire, propria degli esseri animati”. Se quindi parliamo di sensibilità maschile, a cosa ci riferiamo?

Per rispondere a questa domanda, è sufficiente attenersi alla definizione dell’Accademia della Crusca: tutti gli esseri, incluso l’uomo, hanno la capacità di sentire; tuttavia, nel quadro di specifici contesti, convinzioni e culture, l’uomo è stato spogliato di questa facoltà. Come vediamo, la virilità e il mondo della sensibilità, delle emozioni, non sempre sono state in grado di conciliarsi.

A causa di ciò, nel corso della storia, in generale è stato assegnato all’uomo il ruolo di protettore attraverso l’esercizio della propria forza e a prescindere dall’ambiente in cui si trova. Ad esempio, diverse culture hanno attribuito un’identità in cui ruoli fondamentali spettavano alla sessualità e al denaro, simboli di potere. In questo contesto, un uomo che dimostrava i suoi sentimenti veniva visto in malo modo, perché concepito come debole.

La novità è che in alcune culture è stato osservato un importante cambiamento in merito. Sono sempre di più gli uomini che accettano e che fanno largo al proprio mondo affettivo, alla propria parte sensibile. E questo è possibile solo abbracciando la sensibilità e trasformando la sensazione di insicurezza in emancipazione.

Possiamo quindi dedurre che la sensibilità maschile è sempre esistita. Si tratta di un aspetto innato nell’essere umano, a prescindere dal suo genere: sentiamo per proteggere noi stessi, per sopravvivere… Questo tratto, però, in molti contesti culturali è stato ascritto unicamente alla donna.

Superuomo vs uomo sensibile

Ci sono alcune frasi che a furia di essere ripetute nel tempo si sono trasformate in dogmi e schemi fondamentali per ciascuno di noi, tanto da configurare la nostra identità. Il problema sorge quando non sono certezza, sostengono verità a metà o si basano su principi errati.

Espressioni come “gli uomini non piangono”, “questo è da femminucce”, “fai a botte come una donna”, “alle donne non piacciono i bravi ragazzi, preferiscono quelli che le fanno soffrire” oppure “fare così non ti fa apparire virile”, sono ottimi esempi. Qualunque insegnamento di questo tipo contribuisce a far allontanare l’uomo dalla sua parte emotiva e a fargli accettare come norma la figura del forte e che non prova sentimenti.

A tal proposito, la psicologia cognitiva ha dimostrato che le convinzioni si trasmettono di generazione in generazione e che in questo processo si consolidano. La psicoanalisi, da parte sua, ci ha aiutato a comprendere che questa mitificazione si sviluppa attraverso meccanismi inconsci. 

Ora, è importante capire che qualunque uomo è libero di scegliere altri percorsi e che, ovviamente, può dare più spazio al proprio universo affettivo. In tal modo, si riesce a passare dall’uomo “supermacho” all’uomo sensibile, un “uomo nuovo”, capace di stabilire delle connessioni più profonde con se stesso, con gli altri e con la natura. 

In tal senso, sarebbe interessante contribuire al concetto per il quale aprirsi alla propria sensibilità non rende meno uomo. Semplicemente, invece di seguire linee guida su una virilità culturalmente stabilita, si può essere flessibili con la sfera emotiva e godersi così ciò che la sensibilità ha da offrire.

Quali sono le caratteristiche di un uomo sensibile?

Parlare di un uomo sensibile -secondo la nostra cultura moderna- significa parlare di una persona che presenta i seguenti tratti distintivi:

  • Sa di non avere sottratto spazio alla propria virilità.
  • Dispone di un’apertura che lo avvicina al lato femminile.
  • In una relazione si muove verso l’altra persona.
  • È comprensivo.
  • Dà valore all’intuito.
  • Non ignora i propri sentimenti.
  • È spontaneo.
  • Condivide delle passioni con le donne, senza esitazioni.
  • Sa di non dover dimostrare la sua virilità per essere “più mascolino”.
  • È più introspettivo.
  • È in grado di gestire le proprie emozioni.

Per quanto sia difficile prendere le distanze dai comandamenti sociali, culturali e familiari, la possibilità è reale e concreta: gli uomini che oggi chiamiamo sensibili, hanno fatto un passo in più per ricongiungersi con la propria parte affettiva.

Giunti a questo punto, è giusto ricordare che i dogmi sulla virilità così diffusi non sono solo imposizioni maschili; anche le donne, a volte, ne sono responsabili. Per abbattere le barriere che negano all’uomo il mondo affettivo, sia uomini che donne devono lavorare insieme ed essere parte attiva di questo cambiamento.

Uomo guarda pensieroso mostrando la sensibilità maschile

Sensibilità maschile e benefici

Accettare la sensibilità come parte del mondo maschile offre grandi benefici. Vediamone alcuni:

  • Empatia. gli uomini sensibili sviluppano una profonda abilità nel mettersi nei panni degli altri.
  • Compassione. Comprendono la sofferenza altrui e desiderano alleviarla.
  • Crescita spirituale. Riescono a entrare in contatto con il proprio mondo spirituale.
  • Conoscenza di se stessi. Si conoscono e sanno molto su di sé.
  • Autorealizzazione. Possono raggiungere i propri obiettivi in modo soddisfacente, sfruttando la propria parte emotiva.
  • Intelligenza interpersonale. Forgiano con gli altri rapporti migliori, dunque l’empatia li aiuta a stabilire delle connessioni più solide.

È importante dire che sebbene la sensibilità maschile sia sempre più accettata, non è facile per la maggior parte degli uomini. Come suggerisce Walter Riso, ci sono uomini che temono di piangere perché hanno paura di venire etichettati come omosessuali e uomini che soffrono perché non riescono a ottenere né a chiedere aiuto, visto che sono convinti che un uomo non debba mai darsi per vinto.

Per accettare la sensibilità maschile, uno dei primi passi sarebbe che gli uomini, per primi, smettessero di essere troppo esigenti con se stessi. In tal modo diventerebbe più facile modificare frasi e convinzioni “da maschi” che si diffondono come dogmi.

La sensibilità esiste anche nell’uomo. Ricongiungersi al proprio mondo affettivo è un compito difficile per qualunque uomo, ma riuscirci darà vita a nuove connessioni, da un’altra prospettiva che sia quella libera da obblighi e doveri e che sia, oltretutto, più autentica.


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  • Riso, W. (2003). Intimidades masculinas: sobre el mito de la fortaleza masculina y la supuesta incapacidad de los hombres para amar. Barcelona, España: Norma.

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