Shopping compulsivo: ecco come controllarlo

Cosa si nasconde dietro il desidero di fare acquisti compulsivi? Come possiamo reagire a questo impulso? In questo articolo parliamo degli acquisti in quanto strategia per affrontare l'ansia, ma anche delle strategie utili a non cedere alla tentazione.
Shopping compulsivo: ecco come controllarlo

Ultimo aggiornamento: 16 ottobre, 2020

Resistere allo shopping compulsivo è un’ardua impresa per alcune persone. Chi è predisposto agli acquisti ha difficoltà a controllare l’impulso di acquistare articoli di cui non ha bisogno; lo fa perché comprare qualcosa abbassa i suoi livelli di ansia, causata da altre preoccupazioni. In quest’ottica, gli acquisti compulsivi si trasformano in una sorta di valvola di sfogo, con serie conseguenze.

Dopo il sollievo derivato dall’acquisto, l’individuo avverte un intenso malessere, perlopiù accompagnato da senso di colpa. Ecco che, dopo l’entusiasmo iniziale, si ripresenta l’ansia. In questo articolo presentiamo alcune strategie per controllare lo shopping compulsivo.

Ragazza con sindrome da acquisto compulsivo.

Caratteristiche dello shopping compulsivo

L’acquisto compulsivo di solito è associato a disturbi del controllo degli impulsi (ICD). È noto come oniomania e può essere un sintomo di disturbi dello stato d’animo, alimentari e della personalità. Le principali caratteristiche dell’impulso morboso agli acquisti sembrerebbero essere le seguenti:

  • Acquisto di oggetti superflui.
  • Insorgenza di ansia ed eccessiva preoccupazione riguardo al possesso di un oggetto.
  • Insonnia causata dal desiderio di possedere un determinato articolo.
  • Voglia incontrollabile di comprare.
  • Immediata soddisfazione a seguito dell’acquisto e sollievo dai sintomi spiacevoli.
  • Senso di colpa e insoddisfazione.

Possedere gli oggetti desiderati genera un’immediata soddisfazione. Ciononostante, in un secondo momento la persona può sentirsi in imbarazzo o colpevole per non aver saputo controllare un impulso che l’ha indotta ad acquistare un bene di cui non aveva bisogno e che incide sulle sue finanze o sull’immagine che ha di sé (dissonanza con il concetto di sé).

La sensazione di aver agito male induce chi fa shopping compulsivo a nascondere il proprio comportamento, la propria condotta e le conseguenze sulle finanze della famiglia. A volte questi sentimenti di vergogna possono trasformarsi in ulteriore motivo di acquisto, perché l’individuo associa la soddisfazione immediata data dall’acquisto al sollievo da sensazioni sgradevoli.

Emozioni associate all’acquisto e conseguenze a lungo termine

Il malessere è lo stato predominante prima dell’acquisto. Un malessere che ha tutte le intenzioni di trovare sollievo nel consumo. Questo stato d’animo si riflette nel desiderio di comprare la “pozione magica” contro ogni male.

Questa “pozione magica” ha però delle conseguenze: da un lato, a lungo andare lo shopping provoca sensi di colpa. Un nuovo malessere che attiverà l’impulso a un nuovo acquisto. Si tratta del circolo vizioso alla base di qualunque dipendenza, che si acuisce con l’aumentare del grado di tolleranza (bisogna consumare/acquistare di più per ottenere sollievo).

Dall’altro lato, le difficoltà economiche possono diventare evidenti, inducendo la persona a chiedere prestiti o a vendere oggetti personali per ottenere il denaro sufficiente per finalizzare l’acquisto.

Strategie per controllare lo shopping compulsivo

Innanzitutto, è necessario sottoporsi a psicoterapia per tenere sotto controllo lo shopping compulsivo e per tenere alta la guardia durante i periodi in cui il rischio di acquisti potrebbe aumentare. Per esempio, quando l’individuo trascorre più tempo in casa, con accesso a Internet e a portali per lo shopping online.

Al tempo stesso, la famiglia dovrebbe riconoscere i principali sintomi di questo disturbo così da essere parte attiva del trattamento. In caso contrario, vi è il rischio che proprio la famiglia è responsabile di emozioni e sensazioni spiacevoli, sminuendo la persona e dandole la colpa dei problemi economici.

Tale dinamica può diventare un ulteriore fattore scatenante per un acquisto finalizzato ad attenuare il malessere. A seguire presentiamo delle linee guida per prevenire questa spiacevole situazione.

Evitare carte di credito e di debito per sfuggire allo shopping compulsivo

Pagare in contanti ci dà una maggiore consapevolezza sulle somme spese. “Fa più male” pagare in contanti che con la carta. Una soluzione intermedia può essere utilizzare carte prepagate che ci consentono di spendere solo il budget destinato agli acquisti.

Stabilire un tetto massimo per gli acquisti mensili o settimanali

Fissare una cifra massima da spendere nell’acquisto di articoli non indispensabili. Evitare di dare man forte alla soddisfazione ottenuta aumentando questo tetto massimo. Premiare noi stessi quando riusciamo a portare a termine quanto ci eravamo prefissati è altamente positivo, ma si sconsiglia di farlo con qualcosa che stimoli all’acquisto.

A tal proposito, possiamo condividere il nostro problema con qualcuno e gioire dei complimenti che ci vengono fatti dopo aver condiviso i nostri progressi.

Raggiungere i centri commerciali con i mezzi pubblici

Questa strategia ci spingerà a pensarci due volte prima di muoverci. Fare acquisti ci richiederà più tempo divenendo, pertanto, più complicato. In molti casi, dover affrontare file e assembramenti ci spingerà a desistere.

Fare una verifica dei consumi per evitare lo shopping compulsivo

Fare un controllo delle spese nel fine settimana o a fine mese consente di fare un bilancio del denaro in articoli che non erano necessari. Ciò permette anche di osservare il tipo di articoli che tendiamo più spesso ad acquistare a seguito di un malessere.

Donna fa dei calcoli.

Uscire con il denaro contato per comprare solo ciò di cui si ha bisogno

Questo significa uscire solo con il denaro sufficiente a fare acquisti essenziali e già programmati; in questo modo non potremo acquistare altro. Riflettere su cosa è essenziale o meno prima di procedere all’acquisto è sempre utile. Lo stato di malessere che spinge ad acquistare fa apparire tutto indispensabile, ma non è così.

Tenere a bada lo shopping compulsivo non è un compito facile. Tuttavia, se non affrontato, questo problema può influire pesantemente sulla vita dell’individuo, interferendo con la qualità della sua vita e con quella della sua famiglia. La psicoterapia è un valido aiuto quando vogliamo uscire da questo circolo vizioso.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Black DW. (1996). Compulsive buying: a re – view. Journal of Clinical Psychiatry, 57: 50-4.

  • Echeburúa, E. (1999). ¿Adicciones…sin drogas? Las nuevas adicciones: juego, sexo, comida, compras, trabajo, internet. Bilbao: Desclée de Brouwer.

  • Gándara, J. J. (1996). Comprar por comprar. Madrid, Cauce editorial.

  • Monahan, P. , Black, D. W. & Gabel , J. (1995). Reliability and validity of a scale to measure change in persons with compulsive buying. Psychiatry Research, 64: 59-67.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.