Cattivi pensieri e malessere

A volte i cattivi pensieri possono far ammalare o peggiorare una situazione di salute già compromessa. È meglio non credere sempre a quello che si pensa.
Cattivi pensieri e malessere
Laura Reguera

Scritto e verificato la psicologa Laura Reguera.

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

Arrivate in ufficio e salutate tutti con un allegro “Buongiorno!”. Tutti vi rispondono con gentilezza, tranne un collega che non vi guarda nemmeno. E pensate “Che gli succede? Gli ho fatto qualcosa di male? Si sarà arrabbiato per qualcosa che ho detto o fatto? Forse un commento di ieri, durante la riunione generale? No, non può essere per quello… Ma che maleducato!”. Insomma, una spirale di cattivi pensieri si impossessa rapidamente della vostra mente.

Questo lungo elenco di domande e dubbi contribuirà solamente a farvi sentire tristi, arrabbiati o nervosi. L’influenza dei cattivi pensieri può favorire un certo disagio, a prescindere dalla loro reale fondatezza.

Nell’esempio fatto, può darsi che il collega non ha risposto al saluto semplicemente perché in quel momento era molto occupato o distratto e, forse, non vi ha nemmeno visto. In questo articolo vi aiuteremo a capire perché è importante evitare questi cattivi pensieri che, alla fine, nuocciono al nostro benessere.

“Nulla è buono o malvagio in sé, è il pensiero che lo rende tale”.

Amleto 

Il disagio deriva da una situazione reale o dai cattivi pensieri?

Quando si provano delle emozioni negative, pensiamo che derivino da situazioni concrete o dalle azioni altrui. Vale a dire, crediamo che il nostro disagio sia causato da eventi estranei alla nostra persona. In altre parole, creiamo delle attribuzioni causali, esterne ai nostri sentimenti.

Uomo con nuvola in testa

Crediamo di essere arrabbiati perché il nostro collega non ci ha salutati, qualcosa che non possiamo controllare. Invece di accorgerci che possiamo regolare le emozioni che sorgono se non ci concentriamo sulle azioni degli altri, ma su come le interpretiamo.

Cosa significa tutto questo? Siamo arrabbiati semplicemente per la nostra interpretazione della situazione. Abbiamo pensato che il collega non ci ha risposto perché ha dei problemi con noi o perché è maleducato… Ragionando in questo modo, tutti finirebbero per arrabbiarsi. Quello che è successo, in realtà e oggettivamente, non dovrebbe infastidirci.

“Quando crediamo in qualcosa, questa convinzione di solito ci accompagna per il resto della nostra vita, a meno che non la mettiamo alla prova”.

Richard Gillet

Se invece di questi cattivi pensieri, la nostra mente avesse elaborato frasi meno negative, come: “Forse non mi ha sentito” oppure “Ha troppo da fare ed è concentrato sul lavoro”, molto probabilmente il disagio non si sarebbe presentato.

Siete d’accordo? È il modo in cui interpretiamo la situazione che fa scaturire ogni possibile malessere. Questo esempio evidenzia una realtà che non sempre teniamo a mente, o di cui non siamo neppure a conoscenza: l’influenza dei pensieri sul disagio può essere molto forte.

I cattivi pensieri sono giustificati dalla realtà?

Questa influenza dei pensieri sul disagio si verifica anche quando questi non sono realistici. Di solito alla mente non interessa decifrare se un’ipotesi è vera o meno. Vi crediamo solo perché siamo stati noi a pensarla.

Anche se il collega di lavoro non ha assolutamente fatto nulla di male, nella nostra testa iniziano a sommarsi cattivi pensieri che, inevitabilmente, porteranno a un malessere, questo sì, assolutamente reale. Molto spesso, però, ciò che viene generato dalla mente rimane nella sfera delle “possibilità” e viene smentito dalla realtà.

Questo accade perché gli esseri umani hanno bisogno di sapere il perché delle cose. Se non disponiamo di informazioni sufficienti sui fatti, entrano in gioco diversi pregiudizi che portano a trarre conclusioni non sempre realistiche. In questo modo, affiorano una miriade di emozioni negative che non esisterebbero nemmeno se ci sforzassimo di pensare in modo più realistico.

Quello che pensiamo non è sempre vero. Se riusciremo a imparare a mettere in discussione il nostro dialogo interiore, riusciremo a regolare le nostre emozioni in modo più efficace. L’influenza dei pensieri sul malessere può essere utilizzata anche a nostro vantaggio. Ma come? L’uso di auto-istruzioni positive per sostituire quelle cognizioni negative può essere un valido aiuto nella ricerca dell’equilibrio emotivo.

Ragazza soffre per i cattivi pensieri

Capire come gestire quello che passa nella nostra mente è una delle chiavi del benessere psico-fisico.

Non è un processo facile, ma con il lavoro e la perseveranza possiamo ottenerlo tutti. Il primo passo è capire e interiorizzare l’influenza dei pensieri sul malessere, consapevoli dell’importanza di mettere in discussione e cambiare i cattivi pensieri che non hanno nulla a che vedere con la realtà.

Immagini per gentile concessione di Roberto Nickson.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.