La sindrome dell'impostore
La sindrome dell’impostore è un fenomeno comune. Avere la percezione di non meritare la posizione che si ricopre o certi riconoscimenti è una realtà psicologica ricorrente. Alimentare questa convinzione è causa di stress e disturbi d’ansia.
Perché una persona valida si considera così negativamente? Questo fenomeno psicologico ha decenni di ricerca alle spalle. Sappiamo, ad esempio, che tende ad apparire più spesso nelle donne. Alla base vi sono spesso fattori come il perfezionismo o la bassa autostima.
Nonostante questa realtà non compaia in nessun manuale diagnostico né sia considerata un’entità clinica a sé, è molto comune. Oltre a ciò, da quando le psicologhe cliniche Pauline Clance e Suzanne Imes la descrissero nel 1978, non mancano esperti che la diagnosticano. 7 persone su 10 in un determinato momento ne soffrono.
Caratteristiche della sindrome dell’impostore
Pensare che ci sono persone che hanno raggiunto il successo lavorativo, ma che nonostante ciò non credono di meritarlo può essere difficile da capire. Tuttavia, lo studio pubblicato sul Journal of Behavioral Science indica che circa il 30% delle persone di successo ne soffre.
Visto il grado di affettazione e impatto sociale, risulta necessario rendere molto più visibile questa realtà. Per cominciare, la sindrome dell’impostore può essere definita come il disagio emotivo legato alla convinzione di non meritare una posizione o un riconoscimento professionale. Può essere sperimentato da artisti, scrittori, scienziati, ingegneri o chiunque abbia competenze in una determinata area.
Questa percezione di sé può avere conseguenze molto negative. Per esempio, potremmo avere una persona altamente qualificata che pensa che abbia trovato lavoro per pura fortuna. La costante sensazione di non essere meritevole la porta ad accettare persino stipendi più bassi .
Come si manifesta la sindrome dell’impostore?
- Difficoltà a riconoscere i propri risultati. Se ricevono un premio in un concorso fotografico, penseranno che solo due o tre persone vi abbiano partecipato, dunque non ha un grande valore.
- Nutrire continui dubbi su di sé, su quanto vale, sulle sue abilità, etc.
- Attribuire il successo a fattori esterni.
- Le aspettative sono così alte che è impossibile soddisfarle.
- Sabotarsi continuamente tramite un dialogo interiore molto critico, negativo e fatalista.
- Provare emozioni quali vergogna, insicurezza, irrequietezza, ansia, etc.
Cause che spiegano questo fenomeno
Molteplici fattori spiegano la sindrome dell’impostore, ma la causa principale è la bassa autostima. Spesso lo scarso apprezzamento di sé porta ad avere un’idea alterata. Oltre a questo fattore, si trovano anche:
- Eccessivo perfezionismo. Le loro aspettative sono così alte che pur raggiungendo il 99,9% di esse, si sentiranno comunque dei falliti.
- Educazione molto rigorosa. Crescere in un ambiente in cui l’unico modo per ricevere affetto era mostrare il proprio valore può sottoporre le persone all’eterna sensazione di non impegnarsi abbastanza.
- Lo studio pubblicato sul Journal of Multicultural Counseling and Development indicano dati interessanti. La sindrome dell’impostore si verifica molto spesso tra le minoranze sociali ed etniche. È sufficiente appartenere a un’altra cultura, nazionalità o sesso per nutrire convinzioni stereotipate e negative sulle proprie competenze.
È spesso il caso delle donne che lavorano in ambito scientifico. La predominanza di uomini le porta a dubitare di sé o sentono il bisogno di lavorare di più per mettersi alla prova.
Strategie per ridurre la sindrome dell’impostore
Sappiamo già che la sindrome dell’impostore compare con alta frequenza e ciò ha un costo. La persona raramente progredisce e può anche sviluppare un disturbo dell’umore. Quali strategie esistono per ridurre o gestire queste situazioni?
- Smettere di confrontarsi con gli altri e iniziare ad apprezzare e riconoscere i propri successi.
- Identificare e disattivare le paure irrazionali. Temere che gli altri scoprano che non siamo all’altezza delle loro aspettative non ha senso né utilità, per non parlare di veridicità. Razionalizzare e rilevare falsi errori di pensiero è il primo passo.
- È consigliabile condividere con altre persone le proprie sensazioni. È sempre bene esprimere queste paure ad alta voce in modo che gli altri possano aiutarci a notarne la mancata validità.
- Bisogna ricordare i successi ottenuti e i riconoscimenti conquistati per capire che non si è fallibili come si crede.
- Aiutare o formare altre persone. Condividere conoscenze, abilità e insegnamenti è un ottimo modo per scoprire quanto si può dare agli altri. Ciò rafforza l’autostima.
Conclusioni
La sindrome dell’impostore non è una categoria clinica o un disturbo psicologico, pur così è un fenomeno che limita notevolmente la crescita e lo sviluppo personale. N on esitiamo a chiedere aiuto se ne abbiamo bisogno.
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