Sindrome della caverna: isolamento come forma di evitamento

Dopo un periodo difficile, alcune persone si sentono incapaci di riprendere la propria vita sociale. Hanno passato così tanto tempo a casa in isolamento che non sanno come tornare nel mondo esterno.
Sindrome della caverna: isolamento come forma di evitamento
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

C’è chi definisce la sindrome della caverna una condizione del nostro tempo. Descrive le persone che preferiscono l’intimità della loro casa al mondo esterno e che non si sentono in grado di tornare alla loro routine, alle interazioni sociali, al lavoro faccia a faccia. Tuttavia, questo meccanismo di evitamento è sempre stato presente, soprattutto nelle persone con disturbi d’ansia.

Dopo un anno di misure restrittive, c’è chi rimane ancora al riparo delle proprie case in attesa che il tutto passi per sempre. Tuttavia, gli psicologi di tutto il mondo stanno constatando che ci sono persone che si oppongono a riprendere il controllo della loro vita oltre i confini della propria casa.

Sicuramente questo non è un fenomeno nuovo. E se è vero che la sindrome della caverna non descrive una condizione clinica che appare nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V), essa delinea una realtà che si riscontra molto spesso. La difficoltà di riprendere in mano la nostra vita dopo un evento avverso è un fatto che ha sempre definito l’essere umano.

La sindrome della capanna è sinonimo di sofferenza. La persona è consapevole che deve riprendere le attività sociali ma la sola idea di varcare la soglia di casa scatena intensa ansia.

Uomo che si dispera.

Sindrome della caverna: definizione e caratteristiche

Molto prima della situazione attuale, la cosiddetta sindrome di hikikomori era già comune. Questo termine giapponese descrive la tendenza all’isolamento da parte di molti giovani che scelgono a un certo punto di abbandonare la vita sociale e recludersi in casa. Colpisce più i maschi ed è spesso causata da ansia sociale, agorafobia, timidezza o anche disturbo di personalità evitante.

La sindrome della caverna condivide molte di questi elementi, ma presenta una caratteristica speciale. Appare dopo un evento complesso o traumatico per cui la persona decide che la casa è il posto più sicuro in cui stare.

Di conseguenza, anche se ora è più frequente a causa della situazione attuale, in passato è stata riscontrata in persone che avevano subito molestie sul lavoro, molestie sessuali, bullismo, ecc.

Definizione e delimitazione

La sindrome della caverna definisce un comportamento in cui la persona si sente più sicura a casa e non riesce a controllare la sua vita sociale.

A differenza della sindrome di hikikomori o della sindrome della capanna, vorrebbe poter uscire di casa e tornare al loro lavoro, trascorrere del tempo all’aperto con gli amici e la famiglia. Tuttavia, si sente incapace di farlo.

Quali sono i sintomi?

I sentimenti che definiscono la sindrome della caverna sono la sofferenza e l’angoscia. La persona è consapevole di dover varcare la soglia di casa e assumersi la responsabilità dei suoi obblighi. Tuttavia, si sente incapace di farlo. Oltre a quanto detto, sono comuni anche le seguenti dimensioni:

  • Forte ansia quando si deve svolgere un compito fuori casa: andare dal medico, adempiere a formalità amministrative, andare ad appuntamenti importanti, visitare altri parenti… È comune che i giorni prima ci si senta ansiosi e preoccupati.
  • La sindrome della caverna appare sia nelle persone introverse che in quelle estroverse. Alcuni dicono che questo fenomeno è molto simile alla sindrome di Stoccolma; improvvisamente sentono un eccessivo attaccamento e vicinanza al proprio carceriere (in questo caso la casa).
  • L’ansia di lasciare la propria casa si sviluppa dopo un’esperienza negativa. Anche se in questo momento la causa scatenante è la situazione attuale, questa sindrome appare anche in persone che sono entrate in malattia dopo una depressione, a causa di un’esperienza di molestie sul lavoro, molestie sessuali, bullismo, ecc. La casa diventa un luogo sicuro, e anche se sanno che devono uscire a un certo punto, questo provoca loro disagio.

Questo evitamento cronico delle attività al di fuori dell’ambiente sicuro provoca anche sintomi fisiologici come vertigini, intorpidimento, tachicardia, ecc.

Uomo triste in casa.

Quali sono le cause della sindrome della caverna?

La sindrome della caverna è direttamente collegata al disturbo d’ansia sociale. In effetti, un gran numero di persone che mostrano questo comportamento evitante soffrivano già prima di questa condizione psicologica. È inoltre importante notare che questi fenomeni sono aumentati considerevolmente negli ultimi anni. E, in particolare, nella popolazione più giovane.

Un lavoro di ricerca come quello condotto alla Dalhousie University (Canada) offre spunti di riflessione. I disturbi d’ansia sociale colpiscono o hanno colpito circa il 36% della popolazione mondiale, dai 16 ai 29 anni.

Evitare le situazioni sociali e scegliere di rimanere al riparo della casa (soprattutto ora che le nuove tecnologie sono disponibili per il tempo libero e il lavoro) è un evento comune. Pertanto, il contesto attuale ha solo aggravato una realtà già preesistente e dovremmo rivolgervi la nostra attenzione per prevenire e trattare queste situazioni.


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