Sistema educativo e tecnologia

Sistema educativo e tecnologia
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Scritto Sonia Budner

Ultimo aggiornamento: 05 gennaio, 2023

È assurdo pensare che a seguito degli incredibili progressi tecnologici degli ultimi decenni ci siano alcuni ambiti della società che possono risultarne “contaminati”. In molti casi, possiamo affermare che la tecnologia avanza più rapidamente della nostra capacità di adattarci al cambiamento. Eppure questo non succede con le nuove generazioni, cresciute con il biberon in una mano e il tablet nell’altra.

Non stiamo dicendo che alcuni settori siano più interessati dal cambiamento rispetto ad altri. Sono i nostri figli e i giovani a portarlo con sé: è il loro modo di capire e di relazionarsi al mondo a essere cambiato. Un sistema educativo che non progredisce allo stesso ritmo e che non si trova in sintonia con questo mondo “artificiale” ma reale, potrebbe far perdere loro del preziosissimo tempo che non potranno più recuperare.

In cosa consistono i cambiamenti nel sistema educativo?

Il tradizionale e lineare sistema educativo non trova spazio nei nostri schemi. Abbiamo passato diversi anni a percepire i primi segnali di cambiamento che non si concretizzavano. La colpa è stata data ai professori, ai genitori e persino ai bambini. Il tasso di abbandono scolastico è molto elevato. I nostri bambini si annoiano in classe (qualcuno potrebbe dire che è sempre stato così, il che non implica che debba continuare a essere così).

Non si tratta di piccole modifiche o di aggiungere mattoni a quanto già costruito. Parliamo di un cambiamento profondo nelle istituzioni educative negli strumenti impiegati, nel modo in cui i contenuti vengono trasmessi e assimilati. Insomma, parliamo di cambiamenti generali nel sistema educativo.

Parliamo anche di un cambiamento nei valori di cui siamo esempio, nelle modalità di acquisizione delle abilità. Tutto questo non era prioritario nel sistema educativo tradizionale. Tuttavia, i nostri giovani ne hanno bisogno per la loro vita da adulti.

Maestra legge libro ai bambini

Educazione lineare vs educazione orizzontale

I nostri bambini imparano più su internet e con gli amici che non in aula. L’informazione ormai non è prerogativa del professore, la si trova in molti schermi, in molti dispositivi portatili. I ragazzi sanno come cercarla; quando nutrono curiosità non devono più aspettare che qualcuno dia loro insegnamenti sull’argomento. Probabilmente assisteremo a un cambiamento importante nella figura del professore già dai prossimi anni. Gli alunni di oggi richiedono tutor che li guidino, non che elargiscano conoscenze già a portata di mano.

L’educazione lineare si basa su una trasmissione dell’informazione totalmente disconnessa dal significato emotivo. Questo modello educativo presuppone che il bambino sia ignorante e che abbia bisogno di imparare per formarsi. Pone l’accento sulla differenza tra il professore e l’alunno. Non c’è dialogo, non c’è creatività. L’apprendimento è volatile, l’alunno è un soggetto passivo.

Le nuove tendenze nel settore dell’educazione orizzontale propongono che sia l’alunno a cercare la conoscenza. Lo difende come essere capace di pensare, la cui esperienza di apprendimento è di vitale importanza. Il professore deve concentrarsi più sulle competenze che non sui contenuti e saper trovare soluzioni a qualunque situazione di apprendimento; deve sapere affrontare i cambiamenti del sistema educativo.

Le emozioni e la motivazione guidano l’attenzione e decidono cosa imparare.

-Begoña Ibarrola-

Emozioni e motivazione: i cambiamenti nel paradigma dell’educazione

Le emozioni a valenza positiva migliorano la nostra comprensione e intensificano il nostro ricordo, man mano che stimolano l’apprendimento. Fomentano l’apprendimento perché rinforzano le connessioni tra le sinapsi e l’attività delle nostre reti neuronali.

In questo senso, la neuroeducazione è un valido strumento che renderà più facile il lavoro dei professori al momento di sviluppare le abilità personali e le attitudini dei loro alunni e stimolarne così il processo di apprendimento. Impareranno come funziona il cervello e la relazione tra il comportamento e il ritmo di apprendimento dei ragazzi.

È particolarmente positivo che i docenti sappiano in che modo il cervello impara, come controlla le emozioni o il modo in cui elabora le informazioni. Il tempo in cui la lezione viene pianificata sulla base di un libro di testo sta per essere rilegato al passato.

Affrontare le sfide del XXI secolo: cambiamenti nel sistema educativo

C’è un notevole deficit di profili professionali all’altezza della richiesta delle aziende moderne. Il nostro ambiente lavorativo è cambiato notevolmente. Il nostro vecchio sistema educativo si basava sulla rivoluzione industriale e sulle necessità lavorative che comportava. Oggi non possiamo più formare i nostri giovani in questo modo perché il mercato del lavoro ha bisogno di mani con abilità diverse. Più che di riprodurre, si tratta di innovare con intelligenza.

La creatività, il lavoro di squadra, la risoluzione di conflitti, il pensiero critico, le abilità di leadership e l’innovazione sono capacità che le imprese ricercano nel curriculum. È quindi importante quello che abbiamo studio, ma lo è di più il modo in cui ci presentiamo e ciò che siamo in grado di fare. Questa è l’unica via che permetterà ai giovani di oggi di affrontare la loro futura realtà lavorativa. 


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  • Krumm G.L, Filippetti V.A, Bustos D. (2014). Inteligencia y creatividad: correlatos entre los constructos a través de dos estudios empíricos. Universitas Psychologica.

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