Star Wars: il lato oscuro della forza (psicologica)
La saga di Star Wars è diventata storia. Tralasciando il consenso del pubblico, il lancio del film è considerato un evento epocale. Il piccolo grande universo di Guerre Stellari conta su milioni di fan in tutto il mondo che di sicuro vorrebbero trovare la forza e diventare Jedi. Come accade nella vita vera, però, non tutti accettano la luce e alcuni passano al lato oscuro, così come in Star Wars: il lato oscuro della forza.
Nella nostra realtà, passare al lato oscuro può essere inteso come l’equivalente di una radicalizzazione e dato che si tratta di un processo di gruppo, la psicologia sociale ha molto da dire sull’accettazione del lato oscuro. Un caso particolare nella saga di Star Wars è quello di Anakin Skywalker. Chi passa al lato oscuro in genere non riceve l’approvazione popolare, ma questo non significa che abbia meno risorse o problemi mentali. Farlo richiede un insieme di fattori che vi spiegheremo a seguire.
Star Wars: il lato oscuro della forza
I bisogno di essere importanti
Per portare a termine una qualsiasi azione, deve esistere un obiettivo fonte di motivazione. In genere si manifesta un bisogno, quindi ci si prefigge un obiettivo per soddisfare quel bisogno. A quel punto arriva la motivazione che spinge ad agire. Nel caso della forza oscura, l’obiettivo è l’importanza. La motivazione è la volontà di essere importanti, di fare la differenza, di diventare “qualcuno”.
La motivazione legata alla ricerca di importanza si può risvegliare in tre modi diversi. Uno di questi è la perdita d’importanza. L’umiliazione, come quella provata da Anakin Skywalker come schiavo, quando i Jedi l’hanno rifiutato o quando è venuto a conoscenza dell’omicidio della madre, è un fattore importante per stimolare la ricerca di importanza perché ci si rende conto di averla persa.
La paura è la via per il Lato Oscuro.
Maestro Yoda
Un altro modo per risvegliare il bisogno di importanza è la percezione che esista una minaccia alla stessa. Kylo Ren, come si può vedere nell’ultimo film della saga, capisce che Luke Skywalker è una minaccia. Dal suo punto di vista, Luke vuole impedirgli di diventare uno Jedi e acquisire importanza.
L’ultimo modo riguarda l’opportunità di acquisire importanza. Quando questa si presenta, la motivazione si risveglia. Un esempio è quello di Palpatine, conosciuto anche come Darth Sidious, che ha ucciso il padre per diventare cancelliere supremo e signore oscuro dei Sith.
Cosa rivelano i Sith?
Il bisogno di essere importanti non conduce di per sé al lato oscuro. Quando si risveglia la motivazione, l’attenzione è focalizzata su come ottenere importanza. Alla domanda: “Come faccio a diventare (più) importante?” risponde l’ideologia, la narrativa. Se gli Jedi rifiutano la violenza come mezzo per acquisire importanza, i Sith, invece, l’approvano.
Secondo Darth Sidious, Darth Plagueis era talmente potente da creare la vita ed evitare che gli esseri per lui importanti morissero. Ma come ci riusciva? Con la violenza. L’ordine dei Sith promuove la violenza come unico mezzo per ottenere importanza. Dart Fener diceva: “Tu sottovaluti il potere del lato oscuro… Questo è il tuo destino”.
Cattive compagnie nel lato oscuro
Manca un fattore che unisca la motivazione e l’ideologia, cioè il gruppo. Una persona può apparire importante agli occhi degli altri solo se può contare sul sostegno di un gruppo che la fa sentire tale. Questo gruppo deve anche condividere un’ideologia che approvi la violenza. Nel mondo di Star Wars è facile identificare questo gruppo con l’ordine dei Sith.
I Sith permettono a una persona di diventare “qualcuno”, offrendole un potere inimmaginabile, quello del lato oscuro della forza. Una volta divenute parte del gruppo, la pressione sociale è tale che le persone arrivano a fondere la loro personalità con l’identità Sith. Come diceva il monaco non vedente Chirrut Îmwe: “La Forza è con me e io sono con la Forza”. Appartenere al gruppo Jedi o Sith significa far parte di qualcosa ben più grande, l’unica differenza è la narrativa del gruppo, pacifica (Jedi) o violenta (Sith).
Quando sono con te, la mia mente non mi appartiene più.
Anakin Skywalker
Le emozioni esistono anche nel lato oscuro
Anche le emozioni svolgono un ruolo importante nel processo che porta ad abbracciare il lato oscuro. Esso è legato in particolare alle emozioni negative. Il maestro Yoda Lo spiega in questo modo: “La paura è la via per il lato oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza“. Anche se la relazione tra queste emozioni non manca di coerenza, secondo l’ipotesi ANCODI, le emozioni citate da Yoda non sono quelle corrette.
Collera, paura, aggressività, il lato oscuro essi sono. Quando il sentiero oscuro tu intraprendi, per sempre esso dominerà il tuo destino.
Maestro Yoda
Di solito si verifica una combinazione di queste tre emozioni, più che una successione, prima che una persona abbracci il lato oscuro. In questo senso, la prima emozione a manifestarsi è l’ira che sorge dall’ingiustizia ed è rivolta verso chi è considerato colpevole. L’ira porta al disprezzo, alla negazione e all’umiliazione dell’altro. Infine, apparirebbe il disgusto che condurrebbe al lato oscuro, per cui l’unica soluzione sarebbe eliminare l’altro.
Per passare al lato oscuro, si segue un percorso di radicalizzazione. Per accettare il lato oscuro della forza, deve verificarsi una combinazione di fattori, come se si trattasse di un puzzle: quando si trova il pezzo mancante, si accetta il lato oscuro della forza. Il maestro Yoda direbbe: “la psicologia potente forza è, attenzione con il suo lato oscuro devi fare. La mente, come la psicologia, meravigliosa è“.