Stimolazione cognitiva per anziani
Gli ultimi decenni di ricerca hanno fatto luce su moltissimi aspetti fino a quel momento sconosciuti del cervello: oggi sappiamo che è un organo plastico, che la sua struttura può modificarsi se alleniamo determinate abilità e che possiede una riserva cognitiva fondamentale nella prevenzione delle patologie neurodegenerative. Grazie a queste scoperte, oggi possiamo ricorrere ad alcuni esercizi utili per la stimolazione cognitiva.
Iniziamo facendo una distinzione importante fra stimolazione, riabilitazione e allenamento cognitivo.
- La stimolazione cognitiva racchiude tutti gli interventi che prevedono attività che hanno come obiettivo quello di rallentare il deterioramento cognitivo.
- La riabilitazione, invece, comprende gli esercizi destinati a ripristinare le funzioni cognitive danneggiate. Questo danno può scaturire da cause diverse, come ad esempio un trauma, un deterioramento cognitivo lieve o la depressione.
- L’allenamento cognitivo comprende un insieme di esercizi che hanno come obiettivo quello di ottimizzare o mantenere il rendimento cognitivo. È un ottimo metodo per prevenire un futuro deterioramento dovuto all’età avanzata e migliorare la propria riserva cognitiva.
Questi tre modi di lavorare sulle funzioni cognitive fanno parte di un intervento non farmacologico. È stato dimostrato che, applicando queste strategie, il paziente ottiene benefici importanti, che si traducono in un miglioramento delle sue capacità o in un rallentamento della perdita di abilità cognitive.
Secondo Jara (2007), l’adulto anziano, affetto da una qualche forma di deterioramento cognitivo, può trarre beneficio da interventi in cui vengano applicate queste strategie, perché determinano un miglioramento della qualità della vita.
È necessario adattare la terapia al paziente, e non il paziente alla terapia.
-Louis Théophile Joseph Landouzy-
Perché la stimolazione cognitiva è importante?
La stimolazione cognitiva, come osservano Villalba ed Espert (2014), offre molti vantaggi. Uno su tutto: non produce effetti collaterali e non interagisce con i farmaci.
Inoltre, facilita il contatto personale con il terapeuta e con altre persone, un aspetto che influenza positivamente il comportamento del paziente, migliorandone le abilità. È anche una attività che aiuta a esercitare le abilità già instaurate, insegnando al paziente come sfruttare al meglio le risorse di cui è dotato.
Infine, è importante sottolineare che la stimolazione cognitiva può essere un’alternativa più economica rispetto ad altre terapie.
Ora che abbiamo chiarito la terminologia, vediamo qualche semplice esercizio che potete fare in casa, e che vi offrirà risultati molto positivi.
Esercizi per la stimolazione cognitiva
L’elenco degli esercizi è ampio e ne esistono di tutti i tipi. Possiamo partire dai classici quaderni di esercizi, che aiutano a migliorare l’attenzione, la memoria e il calcolo, fino agli esercizi di allenamento cerebrale, o braintraining, attraverso l’uso delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione.
Stimolazione cognitiva centrata sulla memoria
- Immagini e fotografie. Con questi elementi possiamo lavorare sulla memoria a breve termine. Per prima cosa, dobbiamo osservare l’immagine con attenzione e, dopo qualche minuto, cercare di ricordare i dettagli che compaiono nella foto.
- Un altro gioco tradizionale, come quello di abbinare le tessere dopo averle mescolate (Memory), è un valido aiuto per allenare la memoria.
- Infine, si può allenare questa capacità ricordando le parole lette da un’altra persona. Esistono molte liste già pronte, ma se non vi piacciono, potete elaborare la vostra lista personale.
Attività per migliorare l’attenzione
- Per allenare l’attenzione in casa, potete ricorrer alla lettura. La stimolazione cognitiva attraverso la lettura è valida sia quando si legge da soli, sia quando è qualcun altro a leggere per noi ad alta voce. Una volta letto il testo, risponderemo ad alcune domande e cercheremo di ricordare dettagli specifici che aiutino ad allenare questa funzione.
- Come per la memoria, anche in questo caso possiamo lavorare con le immagini. Stavolta ci concentreremo sui dettagli più concreti.
Esercizi di calcolo
- Questa abilità può essere allenata in modi diversi. Uno di questi è ordinare una serie di numeri assegnati, dal maggiore al minore o viceversa.
- Ci si può allenare con il calcolo mentale. Dovete iniziare con operazioni più semplici e, passo passo, aumentare il livello di difficoltà.
- Allo stesso modo, come si fa in alcune prove di monitoraggio, possiamo allenare questa funzione dando una cifra iniziale alta e chiedere al paziente di sottrarre un numero concreto. Ad esempio, iniziamo con il 27 e cerchiamo di sottrarre, di 3 in 3.
Attività di stimolazione cognitiva per l’orientamento
In questo caso, è importante lavorare l’orientamento nelle tre sfere: tempo, spazio e circolo sociale. La perdita dell’orientamento è uno degli aspetti che preoccupa di più quando si inizia a notare un processo di deterioramento cognitivo. Per allenare quest’abilità, possiamo lavorare rispondendo alle seguenti domande quotidiane:
- Che giorno della settimana, numero, mese e anno è oggi?
- In che stagione ci troviamo?
- Momento della giornata e attività che dobbiamo realizzare (ad esempio, mattina-colazione).
- Data di nascita ed età.
- Dove ci troviamo? In che città, paese, strada…
- Come mi chiamo e come si chiama il mio accompagnatore?
Questo lavoro sarà tanto più efficace quanto più verrà integrato nella vita quotidiana. Ad esempio, possiamo stilare delle liste per ricordare nomi di re, ma sarà sempre meglio allenarsi con la lista della spesa. Esistono un’infinità di esercizi che possiamo realizzare con elementi e attività quotidiane.
D’altra parte, gli specialisti sono lì per aiutarci. Possiamo leggere libri, articoli e sperimentare, ma, in ultima analisi, saranno loro a offrirci l’aiuto più valido. Ci consiglieranno come organizzare il lavoro, porci degli obiettivi e scegliere gli strumenti o gli esercizi che si adattano meglio al nostro caso.
Ma soprattutto, è importante restare motivati, perché i risultati di questi interventi si manifestano a medio-lungo termine.
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- Madrigal, L. M. J. (2007). La estimulación cognitiva en personas adultas mayores. Revista cúpula, 4-14.
- Tortajada, R. E., & Villalba, S. (2014). Estimulación cognitiva: una revisión neuropsicológica. Therapeía: estudios y propuestas en ciencias de la salud, (6), 73-94.
- Valls-Predet, C., Molinuevo, J L. y Rami, L. (2010). Diagnóstico precoz de la enfermedad de Alzheimer: fase prodrómica y preclínica. Revista Neurol 51, 471-80.