Stress termico: di cosa si tratta?

È appena trascorso il mese di luglio più caldo degli ultimi decenni, ma questa volta non è un modo di dire. Le previsioni ci dicono che la temperatura media della Terra è in aumento, dunque sono in peggioramento anche le sue conseguenze, tra cui lo stress termico.
Stress termico: di cosa si tratta?
Cristina Roda Rivera

Scritto e verificato la psicologa Cristina Roda Rivera.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2023

I tanti congedi dal lavoro a seguito di stress termico sono una conseguenza dell’attuale caldo intenso. Non solo in Italia, ma anche in città come Berlino o Parigi le temperature hanno raggiunto i 42 °C.

Abbiamo trascorso il mese di luglio più caldo degli ultimi decenni, ma stavolta non è un modo di dire. Le previsioni ci dicono che la temperatura media del nostro pianeta è in aumento.

Questo cambiamento climatico influenza la temperatura del nostro corpo, con conseguenze che prendono il nome di stress termico. Questo fenomeno consiste nell’accumulo di calore da parte del corpo al punto che diventa difficile mantenere la normale temperatura corporea.

Il corpo umano sano mantiene una temperatura che di solito si aggira intorno ai 36 °C. Un’oscillazione pari a meno di 1 °C, in base all’ora della giornata e di attività fisica è tollerabile. Invece, un’oscillazione di più di 1 °C avviene solo in caso di malattia o quando il corpo non riesce a tollerare la temperatura dell’ambiente, come nel caso dir caldo estremo.

Stress termico: quando il nostro corpo reagisce alla temperatura ambientale

Lo stress termico è un accumulo di calore nel corpo tale da impedire di mantenere la normale temperatura corporea. Un lavoratore che non riesce ad abbassare la temperatura del corpo mediante la traspirazione è esposto a gravi disagi a causa del calore. Lavorare con temperature elevate rappresenta un rischio per la salute e per la sicurezza e può provocare colpi di calore fatali.

Di pari passo all’aumento della temperatura ambientale tende ad aumentare anche la temperatura del corpo. Il corpo reagisce accelerando il flusso sanguigno e attivando le ghiandole sudoripare.

Di conseguenza, aumenta la velocità alla quale perde calore per ridurre il carico termico. In condizioni di caldo estremo, l’assorbimento di calore supera il suo rilascio, con conseguente aumento della temperatura corporea e rischi per la salute.

Lo stress termico.

Fattori che possono causare lo stress termico

  • Temperature elevate.
  • Elevato tasso di umidità.
  • Lavoro fisicamente intenso.
  • Non essere abituati a lavorare in condizioni di caldo estremo.
  • Riposo inadeguato.
  • Disidratazione.
  • Cattive condizioni di lavoro.
  • Ventilazione insufficiente.
  • Lavorare alla luce diretta del sole e con poca ombra.
  • Lavorare nelle vicinanze di elettrodomestici che emettono calore (nel caso dei sommozzatori, degli addetti alle pulizie, ecc..)

Per evitare lo stress termico, le aziende dovrebbero adottare le seguenti misure:

  • Assicurare l’adeguata ventilazione dell’ambiente.
  • Installare ventilatori in grado di raffreddare l’aria, a meno che le temperature non superino i 35 gradi centigradi, nel qual caso i ventilatori fanno più male che bene.
  • Predisporre punti di ombra per lavorare all’aperto.
  • Offrire acqua fresca a sufficienza ai propri dipendenti.
  • Predisporre punti di ristoro addizionali e turni di lavoro brevi.
  • Prevedere il lavoro fisicamente impegnativo nelle ore in cui la temperatura è più bassa.
  • Spegnere i dispositivi che generano calore, quando non sono in uso.

Inoltre…

  • Non pretendere sforzi fisicamente impegnativi da parte delle dipendenti in gravidanza.
  • Informare i propri dipendenti sulla prevenzione e l’individuazione di fenomeni di stress termico.
  • Chiamare un medico se il lavoratore si sente male, ha la nausea, le vertigini, la pelle irritata; se si sente debole o se manifesta improvvisi problemi alla vista.
  • Proteggere o isolare le superfici calde nei posti di lavoro.
  • Predisporre impianti per l’aria condizionata o ventilatori.
  • Attuare un processo di acclimatazione progressivo per tutti gli impiegati che lavorano a temperature elevate.

Effetti dello stress termico

Le eruzioni cutanee sono tra gli effetti più comuni dello stress termico. Si manifestano con protuberanze rosse sulla pelle e sono accompagnate da formicolio. Le eruzioni di questo tipo si manifestano quando la sudorazione eccessiva non riesce a evaporare.

In linea di massima, l’irritazione dovuta al calore migliora quando la persona si sposta in un luogo più fresco. I rush cutanei possono essere evitati indossando indumenti traspiranti.

L’affaticamento da calore spesso sopraggiunge quando non si è abbastanza abituati alle temperature elevate. Le sue reazioni sono rallentate e concentrarsi diventa difficile. Dovrà allontanarsi dall’ambiente caldo per evitare che la sua situazione peggiori.

I crampi dovuti al caldo di solito si verificano a seguito di uno sforzo fisico intenso in un ambiente caldo. Questi crampi sono dovuti alla disidratazione. Quando si lavora a temperature elevate bisogna bere acqua ogni quindici o venti minuti.

Bisogna evitare alcol, tè, caffè e bevande gassate. Lo stress da calore provoca mal di testa, nausea, vertigini, vista appannata, debolezza e sete eccessiva.

In ufficio quando fa troppo caldo.

Colpo di calore o sincope da caldo

La sincope da cado è una malattia molto grave che può provocare svenimento, o perdita dei sensi. Il colpo di calore è dovuto alla mancanza di afflusso di ossigeno al cervello, con il sangue che affluisce agli arti. Sopraggiunge con scarso o nullo preavviso.

Il colpo di calore si verifica quando la temperatura del corpo raggiunge livelli preoccupanti a causa di un errore del sistema di termoregolazione del corpo. Nel caso si verifichi è necessario l’intervento del medico.

Tra i sintomi del colpo di calore ci sono confusione, comportamento irrazionale, perdita di conoscenza, convulsioni, pelle calda e asciutta; solitamente c’è assenza di sudorazione e temperatura corporea stranamente alta.


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