Timidezza e fobia sociale: in cosa differiscono?

La timidezza e la fobia sociale sono due condizioni psicologiche in cui il soggetto ha paura di relazionarsi con gli altri o di esprimere ciò che pensa o prova. Di solito sono il risultato di esperienze dolorose o traumatiche che lasciano il segno.
Timidezza e fobia sociale: in cosa differiscono?
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 10 marzo, 2023

È facile confondere l’introversione con la timidezza e la fobia sociale sebbene siano realtà molto diverse. L’equivoco è dato dal fatto che si tratta di condizioni con svariati punti in comune, anche se analizzandole più da vicino possiamo notarne le grandi differenze. La somiglianza è data solo da alcuni aspetti formali che possono però essere fuorvianti.

Mentre l’introversione è un tratto della personalità, la timidezza è il risultato dell’educazione psicosociale. D’altro canto, la fobia sociale compete al campo della psicopatologia, sebbene non sia una patologia in senso stretto. L’elemento comune è la riluttanza o la difficoltà a socializzare, tratto predominante nella timidezza e nella fobia sociale.

Timidezza e fobia sociale hanno un altro fattore comune determinante: la paura. Differiscono, tuttavia, in quanto a intensità e limitazioni che ne conseguono. Mentre un timido può semplicemente voler passare inosservato, una persona che soffre di fobia sociale desidera il contatto sociale che non può avere.

“Ciò che è la vertigine per il corpo, è l’imbarazzo per lo spirito.”

-Ludwig Börne-

Le persone timide

Le persone timide possono essere fortemente dipendenti dall’opinione altrui. Un timido può provare un forte desiderio di esprimere ciò che pensa e sente o di interagire più attivamente con gli altri, ma è inibito dal farlo. Questo succede perché si scontra con la sua paura di ciò che gli altri potrebbero pensare o dire delle sue parole o del suo comportamento.

Si potrebbe dire che la persona timida è eccessivamente vulnerabile alle critiche. Desidera l’approvazione sociale più intensamente del normale (o ne teme l’assenza).

Ciò accade perché sente di non disporre di sufficienti strumenti psicologici per accettare il rifiuto o per sostenere un conflitto. Si sminuisce e crede che una ferita al suo ego guarirebbe solo con molto dolore.

La timidezza è il risultato di un’educazione che limita o mina le abilità sociali. La persona cresce sentendosi inadeguata o inferiore agli altri. È stata oggetto di severe critiche o di un intenso rifiuto, e questo ha segnato profondamente il suo modo di essere. Prima di poter superare la timidezza, deve ristrutturare l’immagine che ha di sé stessa.

Donna che nasconde il viso.

Fobia sociale

La psicologa Vanessa Abrines Bendayan definisce la fobia sociale come la paura irrazionale e sproporzionata che sorge in determinate situazioni sociali. La persona è convinta che agirà in modo inappropriato, ridicolo, imbarazzante o umiliante”. La parola chiave in questa definizione è “sproporzionata”.

Ciò significa che timidezza e fobia sociale sono concetti molto vicini, ma la seconda presenta un surplus, un notevole eccesso. Chi soffre di fobia sociale non desidera ridurre i propri incontri con gli altri né è inibito nell’esprimersi, ma entra proprio nel panico.

Rifugge il contatto con persone sconosciute e spesso manifesta sintomi fisici come vertigini, battito cardiaco accelerato, rossore, vampate di calore o sudorazione. Non sa perché, ma gli sconosciuti lo terrorizzano. Diventa paralizzato o fuori controllo nelle situazioni sociali.

Questa fobia può essere generalizzata o specifica. Nel primo caso, si avverte molta paura di fronte a qualsiasi situazione sociale. Nel secondo caso, la paura esagerata è limitata a determinate situazioni o persone. In entrambi i casi, si presentano alti livelli di ansia.

Uomo solo guarda in basso.

Timidezza e fobia sociale

La differenza più significativa tra timidezza e fobia sociale è l’intensità dei sintomi, ma non è l’unica. Per esempio, la timidezza potrebbe essere temporanea. In generale, quasi tutte le persone sono più timide durante l’adolescenza. Questo perché l’immagine di sé è in costruzione, motivo per cui in alcune fasi si è molto fragili.

D’altro canto, la fobia sociale è una condizione che tende a intensificarsi e diventare cronica. Il disagio soggiacente non è più solo una storia di rifiuti o contestazioni significative, ma veri e propri traumi. In altre parole, situazioni improvvise che hanno avuto un profondo impatto sulla psiche. Possono essere correlati a gravi abusi fisici, psicologici o sessuali.

Comunque sia, la timidezza e la fobia sociale sono condizioni che limitano la persona e non le permettono di evolversi individualmente o socialmente in modo completo. Esistono corsi o terapie che possono aiutare a superare la timidezza. Nel caso della fobia sociale, è necessario un percorso terapeutico, che in genere dà ottimi risultati.


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  • Cano Vindel, A., Pellejero, M., Ferrer, M. A., Iruarrizaga, I., & Zuazo, A. (2006). Aspectos cognitivos, emocionales, genéticos y diferenciales de la timidez. Revista Electrónica de Motivación y emoción.


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