Tocco terapeutico: fino a che punto funziona?

Il tocco terapeutico può avere diverse interpretazioni. In questo caso ci soffermeremo su una delle più classiche e misteriose: il "contatto manuale". Stiamo per scoprire cosa rivelano gli studi scientifici sul tocco terapeutico.
Tocco terapeutico: fino a che punto funziona?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Il nome tecnico è tocco terapeutico, ma è noto volgarmente come “imposizione delle mani” o “terapia con imposizione delle mani”. Fino a qualche tempo fa veniva considerata una convinzione magica, senza alcun valore se non quello di leggenda. Eppure, la scienza ha scoperto che la sua natura non ha niente di soprannaturale e che in molti casi è efficace.

Se ne parla da migliaia di anni. La Bibbia, pere esempio, riporta diversi episodi in cui una persona è guarita senza alcun contatto fisico. In genere, si tendeva a pensare che questo effetto fosse dovuto a un dono speciale da guaritori proprio di alcune persone.

La dottoressa Janet Quinn, esperta dell’Università del North Carolina, ha approfondito la questione. Secondo lei, il contatto terapeutico non fa miracoli, ma ha un certo peso sul miglioramento di alcune malattie. Questo non ha nulla a che vedere con l’effetto placebo, né con qualità speciali o con “doni” posseduti da alcuni individui.

La malattia è una mancanza di equilibrio nel campo energetico dell’individuo. Nel tocco terapeutico il guaritore guida e regola questo campo energetico, utilizzando il senso del tatto come telerecettore.

-Dolores Krieger-

Il tocco terapeutico.

La scienza e il tocco terapeutico

Uno degli studi più completi che riguardano il contatto terapeutico è quello realizzato dalla dottoressa Dolores Krieger, dell’Università di New York, in collaborazione con la guaritrice Dora Kunz. Da questa collaborazione è nato il libro The therapeutic Touch (in italiano, Il tocco terapeutico), nel 1979.

In questo testo vengono riportate evidenze sul fatto che il contatto terapeutico non può curare, ma può accelerare i processi di guarigione e stimolare la capacità di recupero del paziente stesso. Ecco perché la sua applicazione è efficace in diversi quadri clinici.

Dal canto loro, alcuni scienziati hanno pubblicato una critica al lavoro in questione, e lo hanno fatto sul Journal Nursing Research. Secondo loro, per quanto interessanti siano le scoperte, non esistono ancora evidenze a sufficienza da indurre ad affermare che il contatto terapeutico possa dare origine a effetti importanti.

La tecnica del tocco terapeutico

Dolores Krieger e Dora Kunz hanno creato un protocollo da seguire nell’applicazione del contatto terapeutico. Questo protocollo prevede quattro passaggi: centralizzazione, intervento, valutazione e chiusura e si fonda su un concetto problematico per la scienza: l’energia vitale. Vale a dire che si basa su quel tocco che serve ad attivare questa “energia”, un qualcosa non proprio intellegibile dalla scienza convenzionale.

L’evidenza principale a riguardo è data dai casi clinici ai quali è stata applicata questa tecnica con risultati soddisfacenti. Eppure, non esistono ancora prove scientifiche schiaccianti a sufficienza del fatto che avvenga effettivamente un “passaggio di energia dal guaritore al paziente”, effetto auspicato da chi pratica questa tecnica.

Ciononostante, il dottor Bernard Grad, biochimico dell’Università McGill di Montreal (Canada), ha condotto alcuni studi che dimostrano un miglioramento registrato nei topi malati a seguito dell’applicazione della cosiddetta tecnica dell’imposizione delle mani. Inoltre, egli ha registrato un’influenza positiva di questa tecnica sulla crescita delle piante.

Applicazioni e prove scientifiche

Sono molti i medici e le infermiere che hanno fatto uso del tocco terapeutico nei loro trattamenti. Sulla base di tutti i dati da loro raccolti, la scienza è arrivata ad accettare valide evidenze riguardo a questa tecnica nel caso di alcune malattie, e scarse evidenze nel caso di altre.

Le patologie in cui sono stati raccolti dati validi o evidenze di classe B sono le seguenti:

  • Demenza da Alzheimer. Fondamentalmente ridurrebbe il linguaggio sconnesso caratteristico e l’ansia. Inoltre, sembrerebbe avere effetti positivi sulla depressione.
  • Ansia e stress. Esistono evidenze sul fatto che il tocco terapeutico riduce gli stati di ansia e stress.
  • Dolore. Sono stati documentati casi in cui l’imposizione delle mani aiuterebbe a ridurre il dolore causato da artrite, ustioni e quello post-operatorio.
  • Terapie oncologiche. Diversi casi testimoniano che l’imposizione delle mani potrebbe attenuare gli effetti secondari della chemioterapia e dei trattamenti oncologici.
Ragazza che soffre di cefalea.

Numero limitato di evidenze

Secondo quanto afferma la scienza, il numero evidenze sul tocco terapeutico e sulla sua efficacia nel trattamento di altre condizioni mediche e malattie è limitato. Eppure, non esistono prove neppure sui suoi successi concreti.

Secondo l’opinione dei sostenitori della terapia con imposizione delle mani, questa tecnica sembrerebbe aiutare -ma mai curare- anche i malati di diabete, i pazienti con fibromialgia, ipertensione, cefalea ricorrente; oltre ad aiutare i pazienti sieropositivi, quelli che soffrono di artrosi o di tunnel carpale. Potrebbe essere utile anche a chi soffre di disturbi psichiatrici, dipendenza e ferite non cicatrizzate.

D’altra parte, sono stati registrati casi di effetti collaterali in questo tipo di trattamento. Alcuni pazienti hanno riportato, infatti, un aumento della pressione, di stati di sonnolenza e di sintomi depressivi. Non esistono tuttavia evidenze a sufficienza sul tema. Dunque, è necessario proseguire con ulteriori studi per approfondire questo ambito affascinante.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Robinson, J., Biley, F. C., & Dolk, H. (2007). Toque terapéutico para los trastornos de ansiedad (Revisión Cochrane traducida). Biblioteca Cochrane Plus, 4.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.