Tollerare le emozioni: il primo passo per essere felici

Tollerare le emozioni: il primo passo per essere felici

Ultimo aggiornamento: 23 maggio, 2017

Le emozioni sono stati psicofisiologici relativamente brevi che tutti proviamo inevitabilmente. Hanno il compito di mandarci un messaggio molto chiaro: “sta succedendo qualcosa dentro o fuori di te che ha bisogno della tua attenzione”. Sia in positivo che in negativo, le emozioni ci spingono ad agire in un determinato modo. Difatti, il termine “emozione” deriva dal latino emotio, che significa “movimento o impulso”, “ciò che ci muove verso”.

Gli stati emotivi sono causati dall’attività di alcuni neurotrasmettitori o ormoni nel cervello, i quali trasformano le emozioni in sentimenti. A differenza delle emozioni, i sentimenti durano di più nel tempo e possono essere verbalizzati più facilmente.

Possiamo classificare le emozioni in funzione del loro valore: emozioni positive sane (allegria, benessere, calma, ecc.), emozioni positive malsane (euforia, mania, ipomania, ecc.), emozioni negative sane (frustrazione, tristezza, rabbia, pena, ecc.), ed emozioni negative malsane (depressione, ansia, senso di colpa, ecc.).

Di solito è facile accettare certi stati emotivi, soprattutto se sono positivi, invece è terribilmente difficile tollerare le emozioni negative, sia quelle sane che quelle malsane.

Sembra che la società abbia immesso nella nostra mente l’esigenza di stare sempre bene e questo è del tutto utopistico ed irrealizzabile. Gli stati emotivi vanno e vengono a seconda del contesto, delle aspettative, di come si processano le informazioni, ed essere immersi sempre nello stesso stato emotivo di felicità è poco adattativo e alquanto irreale.

Perché facciamo così fatica a tollerare le emozioni?

Viviamo nella cultura del benessere e del consumo. Veniamo continuamente bombardati da messaggi poco realisti che non fanno altro che aumentare in noi la pressione; che ci dicono che sotto il prodotto che pubblicizzano c’è la soluzione a molti dei nostri mali; che rinforzano l’idea di dover sorridere sempre, qualunque cosa succeda; che sopravvalutano il controllo che deteniamo sulla nostra vita, in modo tale da convincerci che la colpa per la tristezza che proviamo è solo nostra.

Questa positività irrazionale non fa altro che farci stare peggio. Per questo motivo, trovarci in uno stato d’animo positivo diventa un’esigenza talmente grande da costituire l’ostacolo principale alla realizzazione di questo stato. E allora travestiamo i nostri sentimenti, in modo tale che gli altri percepiscano solo quelli socialmente accettati.

Mandiamo messaggi a noi stessi dicendoci “non dovrei stare così”, “se provo ansia o depressione sono un debole” o “non sono maturo perché le cose hanno un impatto troppo grande su di me”.

Con questo atteggiamento ci sentiremo male perché stiamo male, passatemi il gioco di parole, e, quindi, non arriveremo a nessuna soluzione utile. Questa doppia “Terribilitis”, come la definiva Albert Ellis, prolunga i sentimenti negativi e trasforma quelli sani si in malsani.

Non è solo la società ad influire su questo arido modo di gestire le informazioni: anche l’educazione ricevuta durante l’infanzia è un fattore di rischio. L’intelligenza emotiva è palesemente assente nei piani educativi, ve lo facciamo capire con un esempio: a quanti di voi hanno ribadito che “gli uomini non piangono”?

Strategie per imparare ad accettare i nostri stati emotivi

Se impariamo a tollerare efficacemente i nostri stati emotivi, qualsiasi essi siano, paradossalmente ci accorgeremo che molte di queste emozioni negative spesso se ne vanno da sole. Non dobbiamo alimentare le nostre emozioni con ulteriori pensieri negativi, comportarci da vittime o rigirare il coltello nella piaga, e criticarci o giudicarci quando proviamo ansia, tristezza o ira non ci aiuterà affatto.

Ecco alcune strategie che potete mettere in pratica a partire da oggi:

Dimenticatevi dei “dovrei”

Quando sentite quella vocina interiore pronunciare i “dovrei”, obbligatela a cambiare quella parola con “vorrei”. Non potete cercare sempre di controllare le cose, e nemmeno i vostri stati emotivi. Potrete modificare i pensieri che vi causano turbamento solo se prima accettate di stare male in determinati momenti.

Siete esseri umani e dovete accettarvi in quanto tali

Non siete degli dei, dei supereroi, delle entità perfette. Siete esseri umani e, in quanto tali, vivrete stati emotivi più o meno gradevoli. È importante che accettiate l’idea di non poter lottare contro la vostra natura.

Avvertite l’emozione nel vostro corpo

Invitate l’emozione ad abitare dentro di voi. Forse è un po’ fastidiosa, ma non vi ucciderà. È come una manciata di reazioni chimiche che scorrono lungo il flusso sanguigno. Non ingigantitela, non drammatizzate. Amatela, accettatela, fa parte di voi.

Normalizzate i vostri stati emotivi

Così come spiegate a qualcun altro che avvertite dolore o che avete caldo o freddo, potete parlare delle vostre emozioni non positive. Per tollerare l’emozione, bisogna accettarla, il che implica anche una normalizzazione a tutti i livelli, anche nel rapporto con gli altri. E allora potrebbe apparire un’altra emozione: la vergogna. Ma ricordatevi che quest’ultima è il frutto della vostra volontà di nascondervi per aver fatto qualcosa che non andava. È forse sbagliato sentirsi male di tanto in tanto?

Non dimenticatevi che le vostre emozioni non vi faranno sentire persone deboli, bensì vi faranno sentire e vivere come degli esseri umani. Non nascondetele, vivetele, imparate da esse e da esse lasciatevi ispirare!


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