Transumanesimo: migliorare le abilità umane

Secondo l'immaginario transumanista, nel giro di qualche anno avremo il cosiddetto Homo excelsior. Una specie post-umana, geneticamente modificata e dotata di molteplici interfacce tecnologiche che ne miglioreranno le abilità fisiche e cognitive.
Transumanesimo: migliorare le abilità umane
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 04 novembre, 2022

Il transumanesimo, per quanto possa sembrarlo, non è affatto un’utopia. Sta avvenendo proprio adesso. Parliamo dell’applicazione delle nuove tecnologie e dei progressi più sofisticati della scienza per migliorare le abilità umane. In tal modo, non solo potremmo porre fine alle malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, ma anche dare una forma a un salto evolutivo non naturale.

Quello che in molti chiamano postumanesimo, o tecnogenesi, è già una realtà. Basti pensare alla recente presentazione di Elon Musk, della sua azienda Neuralink, finalizzata allo sviluppo di interfacce che consentano di collegare il cervello umano a un computer. L’universo cyborg è un progetto scientifico, ma anche filosofico, che continua a svilupparsi in silenzio da anni.

Esistono già delle persone migliorate grazie alla tecnologia. Kevin Warwick, scienziato, ingegnere e professore di cibernetica all’Università di Reading, ne è un esempio. Lui stesso si è impiantato un chip per collegare il suo sistema nervoso a un computer e ottenere così la conoscenza per sviluppare un braccio cibernetico per le persone che lo necessitano.

E anche l’artista Neil Harbirson, che soffriva di acromatopsia (l’incapacità di percepire i colori) ha un chip impiantato nel cranio, che gli permette di “percepire” l’energia elettromagnetica dei colori. Ovvero, attraverso una forma di sinestesia per la quale i suoni si trasformano in colori.

Ciò gli ha permesso di diventare uno degli artisti più all’avanguardia del momento. E sebbene possa spaventarci e allo stesso tempo affascinarci, il transumanesimo è già una realtà.

“Qualunque tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”.

-Arthur Clark-

Neil Harbisson.

Transumanesimo: di cosa si tratta?

Il transumanesimo è un movimento sociopolitico, intellettuale, filosofico e scientifico che promuove l’uso della tecnologia per “migliorare” l’essere umano. Tale potenziamento, mosso dal desiderio di estendere le nostre abilità fino a limiti inimmaginabili, apre la strada al postumano.

L’idea spaventa così tanto che sono sempre più numerosi i simposi, le conferenze e gli studi tenuti su questo argomento. Lo studio condotto da Allen Porter, Ph.D., della Texas Rice University, affermano quanto segue. È necessario creare comitati di bioetica per analizzare, discutere e riflettere su questa realtà ormai inarrestabile.

Attualmente, gli antagonisti dei tecnoprogressisti (i quali difendono la validità del transumanesimo) sono i bioconservatori (i quali resistono a tale trasformazione).

I tecnoprogressisti e la necessità di una tecnogenesi dell’essere umano

I transumanisti promuovono e si concentrano sull’uso di due tecnologie: l’ingegneria genetica e le interfacce cervello-macchina. Tale movimento cresce e si sviluppa ormai da decenni grazie al sostegno di grandi aziende e dell’impulso sociopolitico.

  • Aree come la biogenetica, la nanotecnologia, le scienze cognitive, la robotica e l’intelligenza artificiale hanno un obiettivo preciso: migliorare le capacità fisiche, cognitive, sensoriali e persino emotive dell’essere umano.
  • La Neurorobotics sviluppa da anni strumenti tecnologici innovativi per la riabilitazione e la risoluzione di problemi legati alla disabilità.
  • William Gray Walter, neurologo e padre della robotica, nel 1948 ha creato la sua machina speculatrix, il primo prototipo di robot al mondo. Da allora, il progresso è stato inarrestabile.
  • Allo stesso tempo, si lavora anche sulla progettazione di nuovi farmaci in grado di controllare i neurotrasmettitori con assoluta precisione e modulare così le emozioni. Ciò potrebbe porre fine ai disturbi dell’umore, i traumi, ecc.
  • I tecnoprogressisti fanno appello alla filosofia postmoderna di Nietzsche per sostenere lo sviluppo di un superuomo tecnologicamente avanzato.
Codice binario.

L’Homo excelsior e il salto evolutivo

Finora l’evoluzione dell’essere umano ha seguito gli schemi del progresso biologico lento, progressivo e naturale dettato dalla nostra specie. Adesso, il transumanesimo impone che siamo noi ad assumere il controllo e cedere il passo all’homo excelsior.

  • Tale salto evolutivo, dall’homo sapiens all’homo excelsior, avviene, secondo uno studio del Dr. Fernando Llano dell’Università di Siviglia, per integrare diversi aspetti. Il primo è che il futuro potrebbe essere dominato da questa nuova forma di esseri umani.
  • Il secondo ci spinge a riflettere su ciò che comporterebbe. L’ingegneria genetica ci consentirebbe di combattere e prevenire malattie oggi fatali.
  • Verremo geneticamente migliorati non solo per godere di una salute migliore, ma anche per essere più longevi e arrestare l’invecchiamento.
  • Secondo il transumanesimo, saremo più virtuosi e anche più felici.

Implicazioni bioetiche del transumanesimo

Il massimo esponente del movimento è Nick Bostrom, professore all’Università di Oxford e presidente della World Transhumanist Association. Secondo Bostrom, questo salto evolutivo guidato dall’uomo è inevitabile. Si lavora già, ad esempio, alla creazione di macchine super intelligenti che combinino una parte organica all’intelligenza artificiale.

Analogamente, sono in fase di sviluppo metodi per la rianimazione di pazienti in sospensione criogenica. Tutto questo, più che inquietarci, dovrebbe porre risvolti bioetici non ancora affrontati pienamente.

Ad esempio, è oggetto di critica l’idea che gli esseri umani possano essere più felici solo perché avranno abilità migliori, vivranno più a lungo o eviteranno malattie oggi incurabili. Chi garantisce che tutto questo ci renderà davvero più felici?

Inoltre, esistono aspetti discutibili come la selezione degli embrioni, i dubbi non ancora verificati sull’applicazione delle nanotecnologie al cervello o come saranno le persone soggette a un controllo assoluto delle emozioni. Preoccupa, anche, ciò che accadrà alla mente di una persona rianimata dopo essere stata criogenizzata una volta morta.

Tutto questo avvia un profondo e interessante dibattito, anche se probabilmente non servirà a molto. Il progresso della scienza e della tecnologia è inarrestabile ed è qualcosa con la quale dovremo convivere.


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