Trascurare se stessi è una forma di aggressione

Trascurare se stessi è una forma di aggressione

Ultimo aggiornamento: 02 giugno, 2016

Esistono molti modi per prendersi cura di sé, tra cui quelle abitudini attraverso le quali dimostriamo a noi stessi amore, rispetto e dedizione. Trascurare se stessi è una vera forma di aggressione. Quando ci trascuriamo, infatti, priviamo noi stessi del giusto valore, togliamo importanza alle nostre necessità, assumendo un vero e proprio atteggiamento aggressivo verso noi stessi.

Spesso tendiamo ad assumere il ruolo di “badanti” perché convinti che gli altri abbiano bisogno delle nostre cure, anteponendole alle nostre. Crediamo di avere la forza sufficiente per curarci degli altri prima che di noi stessi. Questo, come vedremo insieme oggi, è un grave errore.

 “Non è necessario che la cura degli altri preceda la cura di sé; la cura di sé viene eticamente prima, nella misura in cui il rapporto con se stessi è ontologicamente primo.”

-Michel Foucault-

Avere cura di sé implica assumersi delle responsabilità nei propri confronti, curandosi tanto su un piano fisico come spirituale, psicologico o emotivo. Ciascuno di noi prevede un complesso insieme di elementi, nessuno dei quali è bene trascurare.

Capire cosa vuol dire prendersi cura di sé

Provate per un momento a riflettere sui seguenti quesiti: cosa significa per voi prendersi cura di sé? Cosa state facendo a tale proposito? Il modo in cui ci prendiamo cura di noi dice molto sulle emozioni che riusciamo a provare, poiché tutto è collegato con il nostro stato d’animo e la nostra auto-percezione.

Avere cura di sé vuol dire badare a se stessi, ascoltare i propri bisogni e capire che abbiamo il diritto di stare bene. Significa comprendere e riconoscere la nostra stessa esistenza, consapevoli che ci meritiamo il nostro amore e la nostra compassione, superando i giudizi e i castighi auto-imposti.

Prendersi cura di sé significa evitare tutto ciò che è causa di malessere: allontanandoci dalle persone che ci recano danno, stabilendo limiti su ciò che vogliamo fare o meno, prendendoci la libertà di decidere per noi stessi, mettendo il nostro benessere al primo posto.

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“Non prendersi cura di sé è una forma di auto-aggressione sottile ed evidente. Talvolta il meccanismo è lo stesso di quando si è depressi: la persona sembra non avere energie per farlo. Altre volte il soggetto rivolta la sua energia contro di sé, aumentando, al tempo stesso, il senso di colpa e il disprezzo per se stesso.”

-Fina Sanz-

Quando non penso a me, mi aggredisco

Disinteressarsi e non badare a se stessi è una forma di aggressione, un modo per sottovalutarsi. Trascurandoci, miniamo la nostra stessa autostima, ignorando gli elementi fondamentali per la nostra crescita e il nostro apprendimento. Si tratta, inoltre, di una forma di aggressione lieve, ma nociva al tempo stesso.

Proprio come quando ci dimentichiamo di innaffiare una pianta e la priviamo della possibilità di vivere e crescere in salute, anche noi abbiamo bisogno di nutrirci e rispondere ai bisogni dai quali scaturisce la nostra energia. Solo in questo modo ci offriamo l’opportunità di svilupparci ed esplorare la nostra felicità.

 “Nutrire te stesso, così da aiutarti a fiorire nella direzione che desideri, è un traguardo possibile da raggiungere, e tu meriti quello sforzo.”
-Deborah Day-

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Siamo responsabili delle nostre sensazioni ed emozioni positive. Abbiamo la capacità di far fiorire la nostra felicità e attribuire alla nostra esistenza un senso maggiore, condividendo il nostro amore. Dedicarci del tempo deve diventare una priorità, per imparare ad avere cura di noi. Se lo sapremo fare al meglio, potremo, di conseguenza, prenderci cura nel migliore dei modi anche degli altri.

Il sottile egoismo di trascurare le nostre necessità

Contrariamente a quanto in molti credono, l’egoismo vero si verifica quando ci trascuriamo, quando crediamo di dover pensare più agli altri che a noi stessi. Anziché essere un gesto altruista e ammirevole, esso implica una disattenzione tale da impedirci di ascoltarci e condividere ciò che siamo.

Non possiamo dare agli altri ciò che non abbiamo: chi non prova amore, rispetto e comprensione per se stesso difficilmente potrà offrirne agli altri. Senza volerlo, si finisce per elemosinare ciò che non siamo capaci di dare a noi stessi. Ci rivolgiamo agli altri non per rispondere ai loro bisogni reali, bensì per cercare di trarne emozioni positive che in noi non troviamo.

Coloro che si credono utili e buoni nei riguardi degli altri non sono in realtà consapevoli del proprio egoismo, anzi sono convinti del contrario: di essere generosi, altruisti ed amorevoli. Tuttavia, per poter arrivare ad esserlo davvero, la prima cosa da fare è avere cura di sé, ascoltarsi ed amarsi. Altrimenti, ogni tentativo di offrirci agli altri sarà contaminato dalla mancanza di amor proprio.

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Il mio Io deve essere un oggetto di amore tanto quanto ogni altro essere. L’affermazione della propria vita, felicità, crescita, libertà è determinata dalla propria capacità di amare, ovvero dalle cure, dal rispetto, dalla responsabilità e dalla comprensione. Se un individuo è capace di amare in modo produttivo, ama anche se stesso; se può amare solo gli altri, non può amare completamente.”

-Erich Fromm-


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