Trasformare l'educazione: una sfida possibile

Considerare il bambino molto più che un contenitore passivo di informazioni è la grande sfida degli attuali sistemi educativi, spesso ancora riluttanti a concedere allo studente un ruolo attivo.
Trasformare l'educazione: una sfida possibile
Laura Gómez Domínguez

Scritto e verificato l'educatrice Laura Gómez Domínguez.

Ultimo aggiornamento: 16 febbraio, 2023

Sono molte le scuole che hanno ormai abbandonato la tradizionale lezione frontale. L’idea è che gli studenti debbano terminare la scuola con un bagaglio non solo teorico. Parliamo di uno spazio in cui si possa imparare a essere critici, ad accettare solo le idee basate su argomentazioni solide e confermate in modo empirico. Trasformare l’educazione significa offrire un insegnamento a 360 gradi, avvalendosi di nuove metodologie e modalità di apprendimento cooperative e collaborative.

L’insegnante non si limita più a trasmettere solo la conoscenza; cerca di tirare fuori ciò che esiste nel “contenitore alunno”, più che riempirlo. L’insegnante è una guida, propone un tema; il bambino fa capire quello gli interessa sapere, un sapere che nella maggior parte dei casi va oltre i libri di testo.

Trasformare l'educazione, maestra e alunni in piedi

Trasformare l’educazione, oltre il libro

Trasformare l’educazione è l’impegno di anteporre ai libri di testo lo sviluppo dell’essere umano. Permette l’uso in aula di risorse come lo smartphone e il tablet; stravolge, inoltre, gli spazi e i tempi stabiliti dal sistema scolastico, rompe gli schemi consolidati e solleva dubbi.

Richiede, certo, uno sforzo maggiore rispetto alla classica lezione frontale. I libri di testo sono, a loro modo, zona di comfort. Trasformare l’educazione significa, in altre parole, più lavoro, più risorse, più tempo e, soprattutto, più incertezze.

Lo studente ricerca, l’insegnante è una guida, un orientatore. Se l’apprendimento si costruisce mattone dopo mattone, lo studente crea i contenuti a partire da diverse fonti di informazione; nel frattempo impara anche a distinguere ciò che è attendibile da ciò che non lo è. È un sistema, quindi, che permette di apprendere – non solo essere promossi – incoraggiando lo sviluppo personale e scolastico del bambino.

Metodi educativi alternativi alla scuola tradizionale

  • Classe capovolta (flipped classroom). Questo metodo serve a “rivoluzionare” la classe. A casa si studia e in classe si realizzano attività e lavori di gruppo. I ragazzi possono accedere da casa a contenuti didattici per mezzo delle TIC, con video o blog creati dall’insegnante. Lo studente, in questo modo, è protagonista, prende parte ad attività coinvolgenti in un apprendimento dinamico e interattivo; l’insegnante diventa una semplice guida.
  • Apprendimento basato sul progetto (APB). L’obiettivo principale è imparare facendo. Il risultato è un progetto finale che fornisca una risposta ai problemi della vita reale; la priorità, in realtà, viene data, più che al fine, al processo stesso. Con questo metodo l’alunno impara ad applicare le conoscenze acquisite a contesti eterogenei e mutevoli, quindi a capire meglio la realtà.
  • Gamification o ludicizzazione. Trasferisce il gioco nel contesto educativo; è un modo per motivare l’alunno a imparare mentre si diverte. Come avviene per ogni gioco, occorre stabilire un obiettivo e un metodo di lavoro. Si possono stabilire anche livelli, sfide e premi che aiutano a dirigere il gioco e adattarlo ai contenuti da trasmettere.
  • Apprendimento basato sul pensiero (Thinking Based Learning). Una serie di linee guida fornite dall’insegnante stimola lo studente alla riflessione. Affrontare un tema o un contenuto in modo riflessivo e critico è l’obiettivo principale di questa metodologia. Prendere decisioni mettendo in dubbio, ad esempio, l’affidabilità dell’informazione aiuta a sviluppare il pensiero creativo; a capire quindi in modo più profondo la realtà.

Trasformare l’educazione: una nuova dinamica insegnamento/apprendimento

Questi, inseme ad altri metodi alternativi all’approccio tradizionale, permettono di sviluppare la dinamica insegnamento/apprendimento. Memorizzare dati con il solo obiettivo di prendere un buon voto o essere promossi non è più sufficiente. L’alunno diventa protagonista e l’apprendimento si arricchisce di nuovi significati.

Sebbene la maggior parte di questi metodi educativi risalga già a qualche decennio fa, è solo adesso, grazie alle nuove tecnologie, che si stanno reinventando e diffondendo.

L’importanza delle TIC

Le TIC (Tecnologie dell’informazione e della comunicazione) sono ormai molto diffuse. Si tratta di una presenza naturale con cui i ragazzi convivono quasi dalla nascita. Le nuove tecnologie offrono ottime opportunità al binomio insegnamento/apprendimento; aiutano ad adattare le informazioni alla realtà, agli interessi e agli obiettivi degli studenti.

La scuola e il sistema educativo, in questo contesto, non possono restare a guardare o stare al margine dei cambiamenti. Inserire le TIC in aula è, infatti, una necessità per i giovani che devono imparare a districarsi nella società.

Alternative per le nuove sfide educative

Non esiste ancora un metodo che possa essere considerato formula perfetta per l’apprendimento. La nuova sfida in campo educativo e sociale è preparare i giovani a essere cittadini del futuro.

In conclusione, occorre un maggiore sforzo rispetto alla lezione frontale in cui l’alunno occupa una posizione passiva e ricettiva. D’altro canto, è difficile valutare l’apprendimento con un semplice esame, allora ben vengano le alternative che coinvolgono i ragazzi in modo attivo e motivante.


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  • Boto, A. (2008). Una clase sin libros. El País Semanal, págs. 16-19.

  • Castillo Parra, S. (2006). Aprendizaje Basado en Problemas.

  • Moya Martínez, A. M. (2009). Las nuevas tecnologías en la educación. Innovación y experiencias educativas, 1-9.


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