Trauma cranico: possibili conseguenze

Siete consapevoli dell'importanza di proteggere il vostro cervello? Sbattere la testa può avere conseguenze irreversibili. In questo articolo analizzeremo le principali conseguenze di un trauma cranico.
Trauma cranico: possibili conseguenze
Francisco Roballo

Scritto e verificato lo psicologo Francisco Roballo.

Ultimo aggiornamento: 01 marzo, 2023

Un trauma cranico è un disturbo neurologico causato da un violento urto. Così come possiamo ferirci o fratturarci un braccio, potremmo danneggiare la base del sistema nervoso. L’unica differenza è che le conseguenze saranno molto più gravi.

Il trauma cranico è una delle principali cause di morte nel mondo. Di solito, il danno alla struttura cerebrale ha gravi conseguenze o, addirittura, un esito fatale. La sua incidenza è strettamente legata allo stile di vita.

Gli incidenti stradali, per esempio, sono la principale causa di trauma cranico nei giovani, mentre nelle persone anziane lo sono le cadute.

Tipi di trauma cranico

La classificazione principale si basa sul livello di coinvolgimento misurato dalla Glasgow Coma Scale (GCS). Questa scala misura la risposta agli stimoli oculari, verbali e motori (apertura degli occhi, risposta verbale e risposta motoria) di un individuo. Sulla base dei risultati, si differenziano tre livelli di coinvolgimento:

  • Lieve. Perdita di coscienza inferiore ai trenta minuti in concomitanza con amnesia, confusione e mal di testa. Nella maggior parte dei casi c’è un recupero completo.
  • Moderato. Il paziente necessita di ricovero ospedaliero e in molti casi anche di un intervento chirurgico. Di solito presenta letargia e problemi cognitivi. Data l’entità del trauma cranico, può presentare sintomi causati dallo shock: affaticamento, vertigini, cefalea, difficoltà di concentrazione, ecc.
  • Grave. Il soggetto è in coma e non può aprire gli occhi. Le lesioni neurologiche sono significative e il paziente necessita di ricovero in terapia intensiva. Il recupero è solitamente lungo e incompleto.
Testa di una persona con una zona di colore rosso.

Conseguenze neuropsicologiche

Le conseguenze di un trauma cranico possono essere molto gravi. Pertanto, in molti casi si richiede l’intervento di un professionista specializzato che si occupi della riabilitazione. L’intervento varia a seconda della gravità e dell’area del cervello interessata.

Non è la stessa cosa avere un’infiammazione derivante da un colpo o una perdita di massa encefalica con una frattura esposta del cranio. Allo stesso modo, possiamo affermare che le conseguenze principali sono evidenti a livello cognitivo, di memoria e di personalità.

Deficit cognitivo-intellettivo

Si possono avere delle ripercussioni anche sulle capacità intellettive: capacità concettuale ridotta e cambiamenti nei livelli di attenzione e di memoria. Ciò provoca un deficit delle prestazioni intellettive del paziente. Le carenze, solitamente, dipendono dalla gravità del trauma.

Ciò può procurare frustrazione nei soggetti interessati quando devono affrontare dei compiti che prima riuscivano a svolgere e che adesso non riescono a compiere.

Amnesia

Spesso, alcuni soggetti hanno un’amnesia anterograda (incapacità di memorizzare nuove informazioni), specialmente durante il periodo di confusione successivo all’incidente.

Inoltre, si può verificare anche l’amnesia retrograda, in cui si rimuovono completamente gli eventi prossimi e precedenti all’incidente.

A seconda della gravità e dell’area interessata, i ricordi più vecchi del paziente risultano meno intaccati rispetto ai ricordi precedenti all’incidente.

Cambiamenti della personalità

In generale, si rilevano diverse possibilità di cambiamenti della personalità che possono variare tra espansivi e introversi. Nel primo caso, si mostra infantilismo, disinibizione e aggressività associati ad un comportamento logorroico e infantile.

Nel secondo caso, si caratterizzano per la presenza di apatia, depressione e tendenza al suicidio.

Approccio neuropsicologico

L’approccio neuropsicologico si concentra innanzitutto sulla valutazione delle funzioni cognitive. Ecco perché, in primo luogo, si cerca di valutare e misurare la capacità intellettiva globale del paziente con dei test standardizzati.

Successivamente, si valuteranno e si misureranno le funzioni cognitive superiori come la memoria, l’attenzione ed il tempo di risposta.

Ottenuto il profilo cognitivo, si cerca di valutare le funzioni del lobo interessato. In genere, è il lobo frontale dal quale partono le funzioni più complesse.

La neuroriabilitazione del trauma cranico

Questo metodo è uno dei principali interventi nei casi di trauma cranico. A seconda della gravità e della posizione della lesione, si stabilisce un protocollo da seguire per lavorare sulle funzionalità del paziente.

Ad esempio, si deve tener conto se la lesione è focale o diffusa. Nel secondo caso, saranno compromesse più abilità. Il vantaggio di questo intervento è che è multidisciplinare e utilizza una varietà di strumenti. Grazie a questa varietà, sarà più facile progettare degli interventi ad hoc per ciascun paziente.

Radiografia del cervello che mostra un trauma cranico.

Aspetti da tenere in considerazione nella riabilitazione di un trauma cranico

  • Profilo cognitivo. Si deve analizzare quali sono le funzioni cognitive più colpite. Se dopo l’incidente il soggetto a problemi di attenzione, gli esercizi saranno orientati in quella direzione.
  • L’umore. La situazione emotiva dei pazienti che hanno subito un trauma cranico è in genere molto delicata. Il trauma cranico è un evento che compromette le abilità di una persona da un momento all’altro. Frustrazione, impotenza e depressione sono degli aspetti da tenere in considerazione durante la fase di riabilitazione.
  • Psicoeducazione. Fondamentale per permettere al soggetto di comprendere il proprio stato di salute e agire di conseguenza. In ogni intervento, è importante che il soggetto conosca la sua condizione.
  • Fisioterapia. Si tratta di recuperare la massa muscolare e la capacità di controllare i muscoli. Questa riabilitazione si applica nei casi di danni motori.
  • Integrazione. Molte volte un trauma cranico provoca una disabilità fisica. Il soggetto deve quindi acquisire abitudini e strumenti che gli permettano di mantenere il massimo grado di funzionalità e di indipendenza possibile.
  • Abitudini. Le abitudini precedenti e posteriori all’incidente sono di fondamentale importanza. È importante seguire una buona dieta e fare degli esercizi fisici compatibili con le condizioni del paziente.

L’elevata incidenza dei traumi cranici nella popolazione giovanile è allarmante. E lo è ancora di più quando la causa più frequente sono gli incidenti stradali.

Governi e associazioni civili hanno unito le forze per combattere questa piaga attraverso campagne di sensibilizzazione. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per quanto riguarda la prevenzione, la protezione e la riabilitazione.


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  • Pereira Riverón R. Traumatismos craneoencefálicos. Revisiones de conjunto. La Habana: MINSAP; 1987. p. 61-121.

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