Voler stare soli può essere positivo

Il rapporto con il nostro Io interiore è molto importante e può essere raggiunto solo con la solitudine.
Voler stare soli può essere positivo
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Scritto Yamila Papa

Ultimo aggiornamento: 30 dicembre, 2022

La maggior parte di noi intende la solitudine secondo una prospettiva negativa. Stare soli, tuttavia, offre diversi vantaggi. Molti stanno meglio senza compagnia o quando non sono circondati da persone; alla luce di ciò, la scienza si è dedicata a studiare il desiderio di voler stare soli.

Si ritiene che tutte le attività svolte in gruppo, in coppia o in famiglia siano più divertenti, dall’andare al cinema a cenare, festeggiare il Natale o prendere un caffè. Anche fare sport, passeggiare nel parco o fare shopping.

Ma cosa c’è di mal nello svolgere queste attività da soli? Si pensa che ciò implichi amarezza, depressione, tristezza e abbandono.

La solitudine come esperienza negativa

Perché la solitudine è associata a sentimenti negativi? Sono sempre di più i casi di persone che si godono i momenti in solitaria e addirittura mettono da parte usi o tradizioni familiari e sociali per essere fedeli al proprio benessere.

Pensate che trascorrere l’ultimo dell’anno da soli a casa sia una follia? Oppure che programmare una vacanza senza altra compagnia di quella dei bagagli sia un’idea assurda? Bene, per centinaia di persone, è un’esperienza che non può essere paragonata a niente.

La generale interpretazione negativa della solitudine si deve alla natura umana, fatta per vivere in società. Ecco perché nella maggior parte dei casi stare soli è inteso come negativo e indesiderato.

Ragazza che affronta la solitudine.

Eppure…

Non è lo stesso, tuttavia, per coloro i quali desiderano stare soli senza che ciò causi loro sconforto o tristezza. Non si tratta di eremiti o esseri antisociali, ma di persone che vogliono godersi il proprio spazio e il contatto con il proprio Io interiore.

C’è invece chi, per paura della solitudine, prende decisioni poco sagge, come instaurare una relazione con la prima persona che incrocia il loro cammino oppure unirsi a un gruppo con cui non hanno niente in comune. Si fingono diversi per non sentirsi soli.

La psicologa Cecilia Rodríguez Díaz spiega che è necessario “conoscere la definizione di solitudine e, a sua volta, contemplarlo come un’esperienza del tutto personale e soggettiva”.

Esiste una vasta gamma di possibilità per percepire o attraversare la solitudine. Molte volte si può essere circondati da persone e sentirsi molto soli; viceversa, non avere nessuno al proprio fianco e credere di essere accompagnati.

La solitudine è legata alla mancanza di legami e reti intimi. Esattamente il quadro odierno. Oggi, di fatto, è molto difficile mantenere stretti contatti con gli altri, anche se viviamo in un’epoca di tecnologia, sms, social network e videochiamate.

È possibile voler stare soli?

Prima di rispondere a questa domanda, è necessario consultarsi sul tipo di solitudine a cui ci riferiamo. Gli esperti dicono che ne esistono diversi, tutto dipende dall’essenza e da come la persona si sente al riguardo, anche se è indotta o forzata.

Tuttavia, a lcuni tratti presenti nella maggior parte dei casi da chi sceglie la solitudine sono: timidezza, paura, difficoltà a relazionarsi, paura del rifiuto, di sbagliare o di essere feriti. Alla luce di ciò, evitano di uscire con gli altri, di avere gruppi di amici, di parlare.

Al contrario, c’è chi preferisce stare da solo perché si sente meglio così, si considera autosufficiente, non ha bisogno di nessun altro, sente che la solitudine rende meno vulnerabile, ecc.

Tra gli altri tipi di solitudine, possiamo citare coloro i quali sembrano amarla o apprezzarla, a cui non dispiace trascorrere settimane senza parlare o senza vedere i propri cari, che cercano di isolarsi, che non si riuniscono mai per un compleanno, che preferiscono i lavori solitari, ecc.

E infine la solitudine circostanziale, ovvero quella che può manifestarsi per ragioni diverse, come il divorzio o la morte. Non è ricercata, bensì “cade dal cielo”, quindi richiede di affrontare il lutto e accettare la perdita.

Donna con gli occhi chiusi.

Voler stare soli, quando è salutare?

Intendere i benefici della solitudine risulta estremamente difficile a causa della nostra concezione di specie socievole, che ha bisogno di vivere in comunità, di avere una famiglia, di appartenere a un gruppo.

È oltremodo arduo capire o pensare che la solitudine possa anche essere sinonimo di pienezza o felicità, in altre parole di salute.

La solitudine può diventare un’esperienza armoniosa e molto appagante, ma senza oltrepassare i limiti. Non si tratta di andare a vivere da soli in mezzo alla montagna o di smettere di parlare ai genitori da un giorno all’altro. Consiste, piuttosto, nel  dedicare alcuni momenti della giornata o della settimana a essere chiari e semplici con se stessi.

Il rapporto con il nostro Io interiore è molto importante e può essere raggiunto solo con la solitudine. Ci consente, per esempio, di riconoscere cosa ci accade prima che diventi insopportabile, difenderci da ciò che accade intorno a noi, ascoltare quello che il corpo vuole dirci, ecc.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.