Zombieing: se ne era andato, ora è tornato

Lo zombieing definisce quella persona che dopo essere sparita dalla nostra vita senza dire nulla, torna all'improvviso, con un messaggio. Questo ritorno non è casuale: lo zombie bussa alla nostra porta affamato, travolto dal bisogno di nutrire il proprio ego e la propria autostima.
Zombieing: se ne era andato, ora è tornato
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 24 marzo, 2022

Negli ultimi anni ci siamo abituati a termini come ghosting (sparire dalla vita affettiva di una persona senza dare spiegazioni) o orbiting (chiudere la relazione con una persona, ma continuare a interagire con lei tramite i social network). Ora sembra quasi “doveroso” dover introdurre un nuovo vocabolo in questa lista: zombieing.

Al di là del fatto che possiamo apprezzare o meno questa serie di sostantivi di origine anglosassone, c’è un fatto innegabile. Dare un nome a questi fenomeni profondamente legati al mondo delle nuove tecnologie è ormai un bisogno, perché questi mezzi hanno cambiato il modo in cui ci relazioniamo e, soprattutto, il modo in cui costruiamo (o distruggiamo) i nostri rapporti di coppia e di amicizia.

Lo zombieing definisce un comportamento che può risultarci familiare: si riferisce a quella persona che è sparita senza dire nulla e che miracolosamente “ritorna alla vita”. Lo fa, oltretutto, attraverso un messaggio di testo, su WhatsApp o un commento sui profili social. Qualcuno che davamo per disperso torna nel nostro presente con assoluta normalità e con uno scopo: riprendere i contatti.

Per quanto cervellotico possa apparire, il termine “zombie” riflette tutt’ora una realtà che prende forma troppo spesso. E l’aspetto peggiore è che queste dinamiche provocano grande sofferenza.

Se dover accettare l’inspiegabile scomparsa di una persona a cui eravamo legati affettivamente è già difficile, affrontare il suo ritorno sulla scena ci  mette davanti a un bivio molto particolare.

Lo zombieing e l'sms

Zombieing, il ritorno di chi se ne è andato senza dirci addio

Immaginate di essere immersi nel lavoro, in un momento di relax con gli amici o, ancor peggio, di ritrovarci con il vostro nuovo partner e all’improvviso succede. Ricevete una notifica sul cellulare, date un’occhiata ed eccola lì.

Quella persona che è stata importante per voi, salvo poi decidere di smettere di rispondere senza un motivo apparente, torna nel vostro presente con una frase allegra, con innocenza e persino con un fascino sottile.

Di solito lo fa con frasi molto banali, come: “Ciao, come stai? Come ti va la vita? Mi manchi”, “Ciao, ho visto le tue foto su Instragram; sei in forma. Ti va di vederci per una birra?”. Una simile situazione viene chiamata zombieing, termine coniato nel 2016.

Al tempo stesso, questi zombie del XXI secolo hanno la strana e quasi soprannaturale capacità di tornare proprio quando abbiamo superato il lutto provocato dalla loro assenza. Abbiamo ricostruito la nostra vita mettendo dei cerotti alle emozioni, con bendaggi e punti di sutura, cercando di sanare la ferita inferta dalla loro assenza, causata da quel ghosting che ci ha lasciato quasi con le ossa rotte, ma ecco che all’improvviso… Bussano alla porta.

Cosa fare in queste situazioni? Quale profilo si nasconde dietro il fenomeno dello zombieing?

Cercatori di benzina per il proprio ego

Il soggetto abituato a praticare lo zombieing (comportamento che proviene in egual misura da uomini e donne) non fa la sua scenografica comparsa per Halloween.

Il vero zombie, in realtà, risorge quando è affamato. La sua ansia che deriva dal tentativo di soddisfare la propria fame lo spinge a ricercare il contatto di chi, a un certo punto, gli/le aveva dato ciò di cui più ha bisogno: sentirsi ammirato, amato e oggetto di attenzioni.

Potremmo definirli dei narcisisti, ma anche persone immature e prive di empatia. Tuttavia, questo comportamento, in realtà, coincide con molteplici meccanismi. Uno di questo è la fragilità dei rapporti. Non per forza si deve soffrire di un disturbo della personalità: più che ricorrere all’area clinica, dovremmo vedere il tutto come una condotta sociale, uno schema sempre più diffuso.

Chi un giorno se ne è andato senza un motivo non ha bisogno di chiedere permesso per tornare. Lo fa perché non dà valore ai legami né alle relazioni, perché non prova un peso sulla coscienza né crede di aver agito in modo sbagliato.

Chi era un fantasma e ora è tornato sotto forma di zombie, si lascia scorrere tutto addosso, perché si muove spinto dai propri bisogni e dall’appetito. L’amore è usa e getta: si sfrutta, si butta via e, se si vuole, lo si può persino riciclare.

Se quell’ex torna nella nostra vita dopo tempo, lo fa principalmente per rinforzare il suo ego e perché di certo la sua attuale realtà non è particolarmente stimolante. Ha bisogno di nuovi stimoli e spera, quindi, di trovare in noi chi lo nutra come un tempo.

Giovane scrive un messaggio

In caso di zombieing, la cosa migliore da fare è non aprire la porta

Affrontare lo zombieing ci mette spesso in una difficile posizione. Si riaprono vecchie ferite, l’equilibrio che avevamo raggiunto dopo la scomparsa della persona subisce una scossa e, soprattutto, insorgono rabbia e stupore. Perché queste persone che tornano nella nostra vita lo fanno con leggerezza e in modo affascinante, cercando di attirare la nostra attenzione… Come se nulla fosse successo.

Cosa fare in queste circostanze? Innanzitutto, bisogna essere cauti. Non dobbiamo perdere la lucidità, per quanto tentati dalla voglia di leggere quei messaggi, di ascoltare quei messaggi vocali, quegli inviti che ci riportano a giorni e a momenti passati. Perché il ritorno non è mai casuale né innocuo. Lo zombie reclama sempre qualcosa, torna sempre quando ha fame ed è abile a riaprire ferite ormai cicatrizzate.

L’amore non si manifesta attraverso fantasmi né zombie; qualsiasi relazione che ferisce, provoca tristezza e in cui regna il ricatto non è reale, non fa per noi ed è meglio tenerla alla larga.

Visto ciò, la cosa più giusta da fare è ignorare questi messaggi, bloccarne l’ingresso nella nostra vita e proteggere innanzitutto il suolo sacro del nostro cuore.


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