1984: romanzo di George Orwell
Il romanzo 1984, insieme a La fattoria degli animali, è l’opera più famosa di George Orwell. Questo scrittore ci presenta una letteratura politica con sfumature psicologiche molto interessante. Orwell è famoso per la sua ideologia basata sul Socialismo Democratico (da non confondere con la socialdemocrazia) e anti-totalitarista. Per questo motivo, si recò in Spagna a combattere il fascismo nell’esercito del POUM durante la guerra civile; storia che racconta nel suo libro Omaggio alla Catalogna .
1984 è un romanzo distopico basato su un sistema di governo chiamato Socing (il Partito Socialista Inglese). Questo governo crea una società basata sul controllo delle informazioni, dove la premessa chiave è: “Chi controlla il presente, controlla il passato e chi controlla il passato, controllerà il futuro”. Attualmente è considerata una grande opera con cui riflettere sulla società attuale e chiedersi fino a che punto siamo diventati una società orwelliana.
Nel suo romanzo Orwell ci presenta una serie di concetti o idee molto attraenti dal punto di vista psicologico. In questo articolo ne analizziamo alcuni. In concreto parleremo di: (a) bispensiero, (b) neolingua e (c) società basata sul controllo delle informazioni.
Il bispensiero di 1984
Uno degli aspetti centrali del controllo della popolazione nel Socing è il bispensiero. Il bispensiero rimanda al potere o alla facoltà di sostenere simultaneamente due opinioni contraddittorie, due credenze contrarie che albergano in contemporanea nella medesima persona.
Si educa la popolazione al bispensiero affinché sappia accettare le contraddizioni e comprenderne l’esistenza pratica. Nella società di controllo di 1984 non si nascondono gli artifici dello stato totalitario, si insegna alla popolazione ad accettarli e a negarli insieme. Questo si vede riflesso nei tre lemmi che pone il Socing:
L’obiettivo ultimo del bispensiero è che gli individui lo realizzino in modo automatico. Che siano capaci di mantenere due contraddizioni nella propria testa, senza accorgersi che sono contraddittorie. È questo che accade nella vita reale? Vi sono alcuni sillogismi fra il bispensiero e il nostro modo di pensare? Ed è proprio qui che entra in gioco l’interesse psicologico del bispensiero.
Moltissimi studi ci hanno mostrato che il nostro cervello sostiene idee contraddittorie. La teoria della dissonanza cognitiva di Festinger parla del fatto che, in una moltitudine di occasioni, abbiamo idee dissonanti, ma esistono dei meccanismi per ignorare o risolvere tale dissonanza. Il bispensiero sarebbe un modo di razionalizzare le dissonanze per poter convivere con esse.
Nell’attualità utilizziamo il bispensiero più di quanto si possa immaginare e i governi se ne approfittano in una certa misura. Un esempio chiaro è l’esistente ostilità verso gli attentati terroristici, mentre, allo stesso tempo, molti dei nostri stati (tutelati dai governi che votiamo) realizzano anch’essi atti di uguale natura e vendono persino armi a questi gruppi di terroristi. Occorre fare estrema attenzione, dato che la razionalizzazione delle contraddizioni è un processo automatico di facile e, talvolta, incosciente attualizzazione.
La neolingua del Socing
Un altro aspetto chiave presentato in 1984 è il controllo del pensiero. Per ottenere ciò, il Socing cerca di alterare il linguaggio affinché il pensiero diventi pratico e non sia di utilità al ragionamento. Se le persone ragionassero troppo, si romperebbe il bispensiero, e questo porterebbe alla distruzione dell’ordine statale. Seguendo l’ipotesi di Sapir-Whorf, Orwell ci spiega che, cambiando il linguaggio, è possibile cambiare la mente umana.
Il Socing riduce il linguaggio alla sua maggiore semplicità, facendolo diventare unicamente un mezzo comunicativo totalmente pragmatico. I sinonimi e gli antonimi perdono di significato; non interessa più trasmettere e comunicare le sfumature delle parole che portano a giudizi di valore e a interpretazioni. Gli antonimi, ad esempio, generano conflitti e dal conflitto nasce il raziocinio; una dimostrazione di ciò può essere togliere la parola “guerra” dal dizionario e parlare solo in termini di più o meno pace.
La lezione che possiamo estrapolare dalla neolingua per la nostra vita sono i pericoli del linguaggio. Il linguaggio è capace di alterare la nostra percezione e il nostro pensiero, Quindi, un discorso politico ci può sembrare molto diverso a seconda delle parole che lo formano; quando un politico cerca di usare parole come “democrazia”, “costituzionale”, “pace” e situarsi dal lato opposto di parole quali “attentato” o “guerra”, indipendentemente dal suo programma, sta cercando di accaparrarsi la simpatia del cittadino. Per questa ragione, è importante esplorare i ragionamenti e non cadere preda dell’ispirazione superficiale, ma potente, del linguaggio.
La società basata sul controllo delle informazioni
In 1984, il “Grande Fratello” è sempre vigile e controlla tutto. I cittadini sono vigilati ovunque, anche nelle loro case. Persino in famiglia si educano i bambini affinché vigilino sui propri genitori e li denuncino se commettono un crimine. Un aspetto chiave del controllo è la manipolazione delle informazioni.
Per il Socing, il passato può essere riscritto per controllare la stabilità del governo. Nel romanzo vi è il Ministero della Verità che si dedica a cambiare tutti gli scritti, i periodici o i libri per favorire in questo modo il “Grande Fratello”; se il “Grande Fratello” dice che le razioni di cioccolato aumentano quando in realtà sono meno di prima, si cambiano i dati del passato affinché sembri davvero così.
Al giorno d’oggi non siamo immuni alla manipolazione e al controllo delle informazioni. I mass media come la televisione, la radio o i periodici spesso vengono controllati da partiti o governi che alterano le informazioni per influenzare le opinioni dei cittadini. Sì, le nostre. Per questo, qualsiasi informazione o lettura esige un minimo di prudenza e molta riflessione.
Orwell, in 1984, ci propone una società distopica molto interessante con grandi parallelismi con quella attuale. È importante riflettere su essi e vedere la perversione della nostra società. Per evitare di evolvere verso un mondo orwelliano, è importante mantenere una visione critica nei confronti dei meccanismi di influenza e persuasione. In modo che questi possano verificarsi senza esserne vittima.