Accesi dibattiti su politica, calcio e religione

Ci sono questioni che si prestano a punti di vista opporti, tanto da provocare accesi dibattiti. Ma perché accade?
Accesi dibattiti su politica, calcio e religione
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 22 marzo, 2023

Politica, religione e calcio sono tra gli argomenti principali che causano accesi dibattiti tra le persone. In alcuni casi, la controversia arriva al punto in cui è necessario stabilire una norma di comportamento.

Nel peggiore dei casi, le contraddizioni sono così intense da finire per distruggere amicizie e persino legami familiari. Non è raro che alcune organizzazioni vietino di parlare di politica, calcio o religione per evitare accesi dibattiti e preservare la convivenza.

Si tratta in realtà di un errore, perché censurare certi argomenti non risolve la difficoltà di fondo: il bisogno di imporre il proprio punto di vista sugli altri.

Anche i social network sono spesso scenario di accesi dibattiti e mancanza di rispetto. Sembra che ci sia una grande incapacità di accettare e superare le differenze con maturità. Proibire alcuni argomenti non favorisce la capacità di dibattito, bensì la ostacola.

“È meglio discutere di una questione senza risolverla, che risolvere una questione senza discuterla”.

-Joseph Joubert-

Amiche che litigano.
Nei dibattiti su calcio, religione o politica è comune attaccarsi a vicenda.

Accesi dibattiti: perché?

Perché ci sono argomenti particolarmente controversi? In genere si tratta di questioni che implicano una disputa sull’egemonia. In politica è più ovvio, ma succede qualcosa di simile anche con la religione e il calcio.

Si cercano evidenze per dimostrare chi è migliore, dunque chi detiene un potere più solido. Nella maggior parte dei casi, inoltri, non si hanno accesi dibattiti, ma veri e propri scontri diretti. Ci devono essere necessariamente un vincitore e un perdente.

Gli accesi dibattiti su argomenti quali politica, calcio e religione diventano, come accade sui social network, la scusa perfetta per dare libero sfogo al narcisismo e alla dose di violenza simbolica, e talvolta fisica, che lo accompagna.

Si discute per vedere chi prevale su chi, non per capire quale posizione sia più ragionevole o addirittura per capirla.

Non sei tu, sono io

Durante gli accesi dibattiti su politica, calcio o religione, i discorsi si basano spesso su tutta una serie di errori. Riassumendo, potremmo dire che lo scopo principali di queste discussioni è dimostrare quanto è cattivo e indegno l’altro, in contrasto con quanto è buono, degno e meritevole il proprio punto di vista.

Le argomentazioni altrui vengono ascoltate con un unico scopo: attaccare. Non c’è né l’intenzione né lo sforzo di valutare il punto di vista dell’altra persona in termini di logica o ragione.

Ne consegue che l’accento è posto solo su quanto sia ridicolo ciò che sostiene. Non sono dibattiti intellettuali, accademici e nemmeno ideologici, bensì dispute frontali.

In questi accesi dibattiti prevale l’emozione. In genere la discussione viene avviata da una persona che si sente insicura o in difetto e che affronta il complesso di inferiorità identificandosi con un partito politico, una squadra di calcio o un’istituzione religiosa. Per questo interpreta gli altri punti di vista come una minaccia.

Padre che litiga con suo figlio.
I dibattiti accesi sono lo scenario migliore per far emergere egocentrismo, narcisismo ed egoismo.

Come affrontarli?

Per trasformare gli accesi dibattiti in confronti civili, la prima condizione è desiderarlo. Molti non vogliono perché la loro identificazione politica, sportiva o religiosa è così forte da assumersi il compito di difendere il proprio gruppo come una crociata. In altre parole, sentono che è loro dovere imporsi e, in tal modo, rafforzare il predominio esercitato dal proprio gruppo.

Se c’è l’intenzione di prevenire dibattiti accesi, imparare a dibattere è la strada da percorrere. Ciò è possibile grazie alla conoscenza e alla pratica. Esistono regole di base e universali per portare avanti un confronto, come il rispetto del turno di parola, ascolto attivo, non incorrere in offese personali, ecc.

Se negli anni queste competenze non sono state affinate, bisogna colmare questa lacuna. Un buon modo per riuscirci è allenarsi trattando questioni meno polarizzate.

Imparare l’arte del confronto civile rende interlocutori più intelligenti e costruttivi, ma si ha anche la possibilità di crescere e avanzare in quanto capaci di accettare le differenze e accogliere nuovi punti di vista.


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  • Aguiló-Regla, J. (2018). Acordar, debatir y negociar.
  • Gómez Vazquez, J. (2021). El arte de debatir. Jameos digital: revista de contenidos educativos del CEP de Lanzarote.

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