ADHD negli adulti: esiste?

L'ADHD non è un disturbo esclusivamente infantile. Scoprite come colpisce la persona adulta e con quali conseguenze.
ADHD negli adulti: esiste?
Francisco Pérez

Scritto e verificato lo psicologo Francisco Pérez.

Ultimo aggiornamento: 22 dicembre, 2022

Inizialmente si pensava che il disturbo da deficit di attenzione e iperattività fosse un disturbo infantile. L’ADHD negli adulti, tuttavia, è una realtà. Allo stesso modo, si dava per scontato che i sintomi principali di questa condizione, come l’iperattività, l’impulsività e la difficoltà di attenzione, si risolvessero durante l’adolescenza. Niente di più lontano dal vero.

Studi prospettici e a lungo termine sull’ADHD infantile indicano che può persistere fino all’età adulta. È possibile, inoltre, che il 2% degli adulti soddisfi i criteri presenti nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR).

ADHD: non colpisce solo i bambini

È stato dimostrato che quasi due terzi dei giovani adulti mantengono almeno uno dei sintomi invalidanti dell’ADHD (Weiss, 1993). L’espressione dei sintomi, tuttavia, sembra cambiare con il decorso del disturbo.

Una ricerca condotta dal Maudsley Hospital di Londra indica che l’impulsività e l’iperattività sembrano ridursi con il passare degli anni. Persistono, però, i problemi di attenzione.

ADHD negli adulti, uomo si sforza di pensare

Un’eredità genetica

Sembra ormai chiaro che l’ADHD abbia una componente genetica. Il fattore ereditarietà è pari al 60-90%. Questo significa, ad esempio, che due gemelli identici mostreranno una maggiore somiglianza nel tipo di disattenzione e iperattività rispetto a una coppia di gemelli non identici.

Il rischio che un genitore con ADHD possa trasmettere il disturbo al figlio è del 57%. Ma nell’ADHD non tutto è ereditario. Sembra, infatti, che vi sia una relazione tra geni e fattori ambientali quali problemi alla nascita, consumo di alcol e tabacco, lesioni cerebrali traumatiche, ecc.

Principali sintomi dell’ADHD negli adulti

Disattenzione, impulsività e iperattività sono i sintomi principali dell’ADHD. Negli adulti queste manifestazioni sono strettamente associate a disorganizzazione, cattiva gestione del tempo e scarsa capacità nel risolvere i problemi. Vediamo alcuni di questi sintomi:

Disturbi dell’attenzione

La difficoltà a mantenere l’attenzione è il sintomo che lamenta in genere un adulto affetto da ADHD. La scarsa concentrazione ostacola l’esecuzione dei compiti o la capacità di spostare l’attenzione quando necessario. Sono quattro i tipi di attenzione che risultano colpiti in caso di ADHD: selettiva, divisa, alternata e sostenuta.

I deficit attenzionali – tra cui difficoltà di ascolto, portare a termine un compito o eccessiva distrazione – possono intralciare seriamente le attività quotidiane.

Ciò è un problema soprattutto quando le attività da svolgere sono lunghe, noiose o ripetitive. Al contrario, l’adulto con ADHD riesce a concentrarsi con facilità se il compito è motivante o prevede una gratificazione immediata.

ADHD negli adulti e gestione del tempo

La persona con ADHD tende a gestire male il proprio tempo e ad avere scarse capacità organizzative. Questo aspetto è ancora più pronunciato nell’adulto rispetto ai pazienti giovani.

Organizzarsi, stabilire una lista di priorità può costituire una vera sfida per chi tende a svolazzare da un’attività all’altra come una farfalla. Ciò diventa più evidente quando, appunto, il compito è banale o quando la persona si sente attratta da qualcosa di più importante.

Il paziente ADHD, ciò nonostante, risponde bene alle strutture imposte, in particolare in termini di organizzazione degli orari. È però importante che lavori sulla capacità di seguire una tabella di marcia, stabilire le priorità ed evitare la tendenza a rimandare.

Donna stressata distesa sul pavimento tra i libri

Impulsività

L’impulsività nell’ADHD è legata a una scarsa tolleranza alla frustrazione. Si tratta di una caratteristica stabile e si protrae dall’età infantile a quella adulta. Le persone con ADHD, a quanto pare, tendono a scegliere la ricompensa a breve termine per una scarsa capacità di rimandare il momento della gratificazione. Questo si può tradurre nell’incapacità di saper aspettare.

Quanto appena detto è il motivo per cui la persona con ADHD potrebbe apparire esigente o egocentrica. Un aspetto dell’impulsività è la difficoltà a valutare le conseguenze del proprio agire, le quali possono essere importanti nell’età adulta.

Uno scarso controllo degli impulsi, associato a un “brutto carattere” può portare a comportamenti antisociali, violenti e aggressivi o a entrambi (ad esempio eccesso di velocità in auto, incidenti stradali, atti illegali).

Come si può vedere, l’ADHD interessa anche gli adulti con effetti, in molti casi, più evidenti rispetto all’infanzia.


Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.