Alto potenziale cognitivo: come riconoscerlo?

Spesso e volentieri l'alto potenziale cognitivo si riconosce casualmente o è promosso da genitori preoccupati dall'insuccesso scolastico dei propri figli. Per giungere a questa identificazione esistono diversi strumenti e informazioni sul bambino.
Alto potenziale cognitivo: come riconoscerlo?
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 18 febbraio, 2022

Possiamo riconoscere l’alto potenziale cognitivo in molti modi Alcune persone arrivano all’età adulta senza sapere di essere iperdotate. Quasi il 68% dei bambini plusdotati, di fatto, anziché essere riconosciuti come tali, vengono rimproverati per il loro scarso rendimento in un sistema scolastico che ignora o limita le loro capacità, il loro talento e il loro potenziale.

È molto incontrare adulti che hanno trascorso buona parte della loro vita senza capire cosa “mancava” loro. Proprio una sensazione di mancanza è il risultato di problemi a scuola, difficoltà nelle relazioni sociali e grandi delusioni in un mercato lavorativo che non si adatta ai loro interessi né alle loro aspettative.

Il rilevamento precoce dell’alto potenziale cognitivo è fondamentale in tutti i casi. Tuttavia, come fa notare Alicia Rodríguez, presidente della associazione spagnola per plusdotati e con alte capacità (AEST), malgrado molti genitori intuiscano nei loro figli certe precocità nel parlare, nello sviluppo della motricità fine, ecc., si consiglia di attendere il compimento dei 3 o 4 anni.

È allo stesso modo opportuno chiarire un aspetto. L’alto potenziale cognitivo non coincide solo con un elevato quoziente intellettivo. Non basta eseguire un test; di fatto, ciò non è definitivo per le ragioni che vedremo nelle righe che seguono. In realtà, i professionisti considerano molte altre variabili, aspetti che definiscono la complessità emotiva e personale dei bambini plusdotati.

Non arrivo a comprendere perché essendo i bambini così intelligenti, gli adulti siano tanto imbecilli. Dev’essere frutto dell’educazione

-Alexandre Dumas-

Come riconoscere l’alto potenziale cognitivo?

Primi di chiunque altro, le famiglie hanno la possibilità di riconoscere l’alto potenziale cognitivo dei figli. I genitori in genere riconoscono quando i figli hanno una curiosità poco usuale per la loro età. I loro commenti profondi o la particolarità dei loro interessi sono sempre ottimi indizi.

Ciò, tuttavia, non avviene nel 100% dei casi. Molti bambini raggiungono l’età scolare ritrovandosi improvvisamente in un contesto che, anziché stimolare il loro potenziale, lo riduce e vi si oppone. A ciò si aggiunge un problema con cui molti piccoli plusdotati devono fare i conti: una condotta iperattiva.

Come possiamo leggere in uno studio condotto dalla Università Statale di Medicina di Syracuse, New York, questa è una realtà che gli psicologi e i neurologi devono considerare. Quell’iperattività risponde alla loro ansia di sperimentare, toccare, vedere, scoprire, sentire, commentare, sfidare… Comportamenti poco consoni a un’aula di qualsiasi scuola

Aspetti che devono essere osservati dalle famiglie

Lo abbiamo già sottolineato. La famiglia rappresenta il primo filtro per riconoscere l’alto potenziale cognitivo. Per questo, è consigliabile che i genitori prendano in considerazione i seguenti aspetti:

  • Il bambino ha imparato a leggere a un’età precoce.
  • Vuole sapere il perché di tutto.
  • Gli piace stare con le persone anziane.
  • Fa domande molto riflessive ed esistenziali.
  • Emette giudizi precocemente.
  • Si preoccupa di tematiche sociali.
  • Non ama i compiti di routine e si annoia con facilità.
  • Preferisce stare da solo.
  • Cambia passioni frequentemente (oggi gli piace la pittura, domani cerca libri di astronomia).
Bambino che gioca con i dinosauri.

Condizioni per riconoscere l’alto potenziale cognitivo

Parlavamo prima dei test di intelligenza e quoziente intellettivo. Se ci limitassimo solamente a qualificare come iperdotati i bambini con un CI uguale o superiore a 130, ne identificheremmo una bassa proporzione.

Non tutti i bambini o adulti rispondono bene a queste prove strutturate. Abbiamo bisogno di più fonti di informazione che integrino i test. Sono le seguenti:

  • Informazioni sulla famiglia. È necessario sapere in che contesto è avvenuto lo sviluppo del bambino, per questo i punti precedentemente citati sono sempre molto importanti.
  • Informazioni accademiche. Non si valutano solo i voti. Si segue il comportamento del bambino in aula.
  • Intervista al bambino. Su questo punto, si osservano numerosi fattori: interessi sociali, passioni e aspirazioni.
  • Test psicosometrici più comuni. In questo caso si utilizzano gli strumenti adatti all’età del bambino:

° MSCA ( Scala McCarthy delle attitudini e della psicomotricità) per bambini fra i 2 e gli 8 anni.

°  WISC (5 – 16 anni)

°  WAIS (16 – 65 anni)

°  Test delle matrici progressive di Raven.

Maestro con alunni con alto potenziale cognitivo in aula.

Cosa fare quando si riconosce l’alto potenziale cognitivo del bambino?

Quando si riconosce l’alto potenziale cognitivo nel bambino, viene il passo più importante: bisogna dedicarvi la giusta attenzione, offrire i mezzi per una risposta adatta ed adeguata.

Ma dobbiamo considerare che non si tratta solo di alunni con bisogni educative speciali. Sono persone che hanno bisogno anche di sostegno di altro genere al fine favorire in loro uno sviluppo ottimale e felice, che consenta loro di realizzare tutto il loro potenziale.

A tale scopo, gli insegnanti e la famiglia dovranno curare le dimensioni descritte da Patricia Veerharen nel suo libro Educazione degli alunni iperdotati.

  • Bisogni personali: i bambini con elevate capacità cognitive hanno bisogno di ambienti dinamici e stimolanti.
  • Fattori accademici: devono disporre di flessibilità per poter pianificare i loro compiti e avere, ove possibile, un ruolo attivo nel loro apprendimento.
  • Fattori sociali: bisogna curare l’area affettiva ed emotiva. Molte volte possono avere difficoltà a relazionarsi con i coetanei; su questo aspetto devono lavorare, migliorando per esempio le loro abilità sociali.

Educatori, psicologi e genitori devono prevenire l’insuccesso scolastico, così come l’insoddisfazione di questi bambini. La noia e la progressiva disconnessione da un ambiente poco stimolante sfociano spesso nell’isolamento. Evitiamolo, uniamo sforzi e sensibilità e prendiamo i dovuti provvedimenti affinché non accada.


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