Teoria dell'autorealizzazione e potenziale umano

Mahatma Gandhi, Viktor Frankl o Nelson Mandela sono chiari esempi della teoria dell'autorealizzazione.
Teoria dell'autorealizzazione e potenziale umano
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Secondo la teoria dell’autorealizzazione, ognuno di noi ha in sé del potenziale intrinseco che può essere risvegliato e sviluppato al massimo per essere felici.

Mahatma Gandhi, Viktor Frankl o Nelson Mandela sono chiari esempi della teoria dell’autorealizzazione. Secondo questo approccio, ciascuno di noi deve codificare quello che ha dentro di sé e dargli forma, lottando per esso a ogni costo. Si tratta di una crescita intenzionata, responsabile e creativa dove non bisogna darsi per vinti per poter raggiungere quello a cui si aspira.

Era il 1943 quando Abraham Maslow diceva che un musicista non può fare altro che musica. Un artista deve dipingere e uno scrittore è obbligato a scrivere se desidera essere felice. Secondo il padre della piramide dei bisogni umani, ogni persona custodisce nel proprio essere precise aspirazioni e un potenziale. Rinnegarlo e non alimentarlo porta alla frustrazione.

Un aspetto importante di cui tener conto è la difficoltà a raggiungere la vetta dorata; che lo vogliamo o no, non sempre è facile allineare le proprie mete personali con occupazioni reali.  Anzi, alle volte non abbiamo neanche l’opportunità di dimostrare tutto il nostro potenziale o di dedicare le nostre vite a quello che abbiamo sempre sognato.

“L’autorealizzazione è la crescita intrinseca di quello che si trova dentro l’organismo o, per essere più precisi, di quel che è l’organismo stesso.”

-Abraham Maslow-

Sul sentiero verso l’autorealizzazione, diventano nutrienti essenziali la disciplina, la speranza e la determinazione. Accettare che non sarà un tragitto facile è fondamentale, come fecero ai loro tempi i personaggi sopra citati.

Lo stesso Viktor Frankl suggerì che l’autorealizzazione non è una meta, bensì un cammino costante durante il quale imparare a essere migliori giorno per giorno, avvinandoci alla versione migliore di noi stessi.

Albero all'alba

In cosa consiste la teoria dell’autorealizzazione?

La teoria dell’autorealizzazione deriva dalla psicologia umanista. Una delle figure di rilievo di questa corrente fu senza dubbio Abraham Maslow, che attraverso libri come Verso una psicologia dell’essere ci indicava quanto segue.

  • L’autorealizzazione consiste nel raggiungere i nostri bisogni più elevati, che si tratti di status sociale, aspirazioni affettive, raggiungimento di mete…
  • Autorealizzazione è anche trovare la definizione al significato della vita e farlo nostro, dedicando ogni giorno a questo ideale.
  • L’autorealizzazione indica anche l’importanza di far crescere quello che c’è dentro di noi. Se non abbiamo l’attitudine per essere scienziati, non servirà a niente aspirare a diventare il nuovo Stephen Hawking. Ciascuno deve essere consapevole delle proprie capacità e potenziale.
  • Carl Rogers, altra figura importante per la psicologia umanista, diceva che si tratta anche di trovare l’equilibrio tra l’Io reale e quello ideale.

D’altra parte, esiste un altro aspetto interessante legato alla teoria dell’autorealizzazione. Maslow difendeva l’idea secondo cui siamo “programmati per autorealizzarci”. Esiste in noi un potente bisogno di raggiungere quell’elevato equilibrio tra chi siamo e chi possiamo essere. Tuttavia, la società non sempre ci aiuta in questo.

“L’unica cosa che importa è l’autorealizzazione. Significa sapere chi sei al di là dell’Io superficiale; al di là del tuo nome, del tuo aspetto fisico, della tua storia personale, del tuo passato.”

-Eckhart Tolle-

 

Uomo davanti a orizzonte notturno

Strategie per raggiungere l’autorealizzazione

Se prendiamo in considerazione la teoria classica di Abraham Maslow sui bisogni umani, potremmo arrivare a credere che l’ascesa verso la vetta (l’autorealizzazione) sia un processo lineare. In altre parole, si parte dal basso per sentirsi sicuri fisicamente, poi si passa a soddisfare i bisogni di affiliazione, di appartenenza e di amore, poi di status sociale fino a raggiungere la vetta.

Ebbene, alcuni studi come quello realizzato da Wild Whitellman, dell’Università di Atlanta, ci segnalano l’importanza di reinterpretare la teoria dell’autorealizzazione alla luce delle seguenti affermazioni.

L’autorealizzazione non è un processo lineare

Sia Viktor Frankl che Mandela o Gandhi vissero gran parte della loro vita sotto costante minaccia. Pur non avendo soddisfatto il primo scalino della piramide di Maslow, dunque, riuscirono a concentrarsi giorno dopo giorno sulla loro autorealizzazione.

Gandhi utilizzò la disobbedienza civile per ottenere la libertà del suo popolo. Viktor Frankl rimase ancorato al suo senso della vita anche quando fu deportato ad Auschwitz e Dachau. Mandela non rinunciò alla sua lotta neanche dalla prigione.

Quando la persona è concentrata sui suoi valori e sulla forza che li determina, non importa che sia sola, senza un tetto o senza lavoro.

Essere costanti e creativi

La teoria dell’autorealizzazione ci ricorda che esiste in noi una forza intrinseca che ci guida verso una meta. Un musicista non può sopire la sua passione neanche se si dedica a un’altra professione. Quella necessità resterà sempre lì, per questo bisogna essere costanti nel proprio impegno.

L’uso della creatività, cercare altre strade o crearle da soli diventa un ponte che condurrà dalla frustrazione alla propria vetta personale.

Ragazza con violino e farfalle

L’autorealizzazione è in noi, ascoltiamola e concentriamoci

Lo psicologo e filosofo Mihály Csíkszentmihályi ci ricorda anche che l’autorealizzazione è innata in noi. Il potenziale emergerà a poco a poco. L’importante è imparare ad ascoltarlo e a concentrarsi su di esso ogni giorno.

In questo modo, chi aspira ad aiutare gli altri troverà la felicità in professioni come l’infermieristica, l’assistenza sociale, la psicologia o magari l’insegnamento. Sono molti gli scenari nei quali allineare le proprie mete con occupazioni reali. Quando ci riusciamo, quando finalmente ci dedichiamo alla nostra passione, ecco che scopriamo cos’è davvero la felicità.


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    • Maslow, A. H. (1943). A theory of human motivation. Psychological Review, 50, 370-396.
    • Kenrick, D. T., Neuberg, S. L., Griskevicius, V., Becker, D. V., & Schaller, M. (2010). Goal-driven cognition and functional behavior: The fundamental-motives framework. Current Directions in Psychological Science, 19, 63-67.
    • Krems, J.A., Kenrick, D.T., & Neel, R. (2017). Individual perceptions of self-actualization: What functional motives are linked to fulfilling one’s potential? Personality and Social Psychology Bulletin. In press

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