Quando amare troppo significa dipendere
La parola dipendere significa essere soggetti a condizioni, limiti o restrizioni che ci vengono imposti dal nostro ambiente circostante. Ad esempio, per vivere, dipendiamo dal cibo e dall’acqua, dal sonno, dall’ossigeno, etc.
In questo senso, stiamo parlando di necessità primarie, senza le quali nessuno potrebbe sopravvivere davvero. È normale e benefico rendersi conto di aver bisogno di certe cose per vivere.
Ad esempio, se volessimo mettere un chiodo alla parete, sarebbe stupido dire che è necessario avere un martello, perché il chiodo può essere appeso anche con un altro oggetto, come ad esempio una pietra. Il martello è una necessità relativa, anche se migliore e più comoda rispetto alla pietra.
Compresa questa differenza, è facile trasportarla sul piano psicologico, in particolare su quello dell’amore. Pensiamo, erroneamente, che abbiamo bisogno dell’amore per essere felici o per sopravvivere e, anche se sono stati realizzati diversi studi su questo argomento, nessuno è arrivato alla conclusione che la felicità o la mancanza della stessa dipenda dall’avere o meno nella propria vita l’amore.
Se pensiamo che abbiamo necessariamente bisogno dell’amore nella nostra vita, soprattutto dell’amore di qualcuno in particolare, finiremo per dipendere da quella persona, come se la nostra vita non potesse seguire il suo normale corso se tale persona non stesse con noi. Dipendere significa incatenarsi.
Come capire se si ama o si dipende?
Ci sono alcuni indizi che possono aiutarvi a capire se state cadendo nella trappola della dipendenza emotiva:
Permettete all’altro di trattarvi male
Avete idealizzato l’altra persona a tal punto che pensate che in amore e, in particolare, con il vostro partner, tutto sia concesso, che non succede niente se vi manca di rispetto, che cambierà, etc. In fondo sapete che non è così e soffrite, ma avete un’incredibile paura di uscire da tale relazione per cui preferite sopportare l’insopportabile.
Diventate ansiosi se il vostro partner non è al vostro fianco
Vedendo nel vostro partner una necessità, avete paura che questa persona non stia sempre al vostro fianco, perché pensate di perderla o di non poterla controllare a distanza. È come se stessimo morendo di sete e non trovassimo acqua da bere: diventiamo ansiosi allo stesso modo, dimenticando, però, che l’acqua è davvero una necessità primaria.
Vi sembra che la vostra vita non abbia senso se quella persona non è al vostro fianco
Provate a pensare ad un futuro senza quella persona e non volete immaginarlo, perché vi terrorizza. Pensate che senza quella persona non potrete essere felici, non potrete godervi niente, che rimarrete soli, etc. Tutti questi pensieri estremamente irreali sono il risultato della convinzione che serve l’amore per andare avanti. Tuttavia, dipendere non è una buona opzione.
Da quando avete intrapreso questa relazione, non siete più voi stessi
Non fate più le attività e i progetti che prima vi appassionavano e forse avete anche smesso di vedere i vostri amici. Adesso preferite ciò che preferisce il vostro partner, e vi siete anche dedicati ad interessi che prima non avreste mai nemmeno preso in considerazione. Non siete più chi eravate un tempo, vi siete trasformati nel gemello siamese del vostro partner e questo, in fondo, vi fa sentire vuoti.
Punti chiave per dire addio alla dipendenza
Se vi siete identificati nei punti sopracitati e volete abbandonare la gabbia che voi stessi vi siete creati, sarebbe bene che affrontaste la paura della solitudine e della mancanza d’amore. Pensate che la chiave per abbandonare la vostra gabbia è nelle vostre mani, dovete solo utilizzarla!
- Modificate i vostri pensieri troppo romantici: il romanticismo è bello e divertente nei limiti e fino a quando può essere controllato; se, però, ci facciamo prendere la mano, potremmo arrivare a formulare pensieri totalmente erronei, come “senza di te, non sono niente”, “senza di te, morire”, “la tua mancanza è insopportabile”, etc. Queste idee, inculcateci dalla nostra cultura, non fanno altro che riempirci di ansie di fronte alla costante percezione della minaccia della perdita.
- Il vostro partner non è di vostra proprietà, e viceversa: anche se parliamo del “mio fidanzato”, del “mio partner” o di “mio marito”, quel “mio” non è altro che una risorsa utile per comunicare. Quella persona è libera, non ci appartiene. È arrivata nella nostra vita perché lo ha voluto, ed è libera di andarsene quando vorrà, che ci piaccia o meno. Smettete di dipendere e comprendete che, anche se adesso è il vostro/la vostra partner, un giorno potrebbe non esserlo più, e voi sopravviverete comunque.
- Rivalutate le vostre convinzioni: Perché è necessario avere quella persona? Cosa fate con il suo amore? Perché lo volete? Vi fa sentire soddisfatti o vi fa stare bene? Dov’è scritto che è necessario un partner per essere felici?
- Cambiate la vostra condotta: una volta che avrete analizzato attentamente questi pensieri e queste credenze irreali, è necessario che li mettiate in pratica nella vostra condotta. Smettete di voler sempre sapere dove si trova il vostro partner, smettete di dargli spiegazioni che non servono a nulla.
Godetevi la sua compagnia, ma anche la vostra, sia da soli sia con le altre persone. Fate ciò che vi piace fare e non ciò che dovete fare per far contento il vostro partner. Se il vostro partner accetterà il cambiamento, sarà meraviglioso. Al contrario, se non lo accetterà, andate via: non vi merita, né voi ne avete bisogno. Non è necessario dipendere da qualcuno per essere felici.