Andropausa, mito o realtà?

Andropausa, mito o realtà?
Alicia Yagüe Fernández

Scritto e verificato la psicologa Alicia Yagüe Fernández.

Ultimo aggiornamento: 29 dicembre, 2022

Esiste la menopausa maschile? Non sono pochi gli uomini di mezza età che accusano sintomi come perdita di desiderio sessuale, sovrappeso, stanchezza, alterazioni del sonno o sconforto. Alcuni esperti definiscono come sindrome da deficit di testosterone (SDT) i sintomi a carattere ormonale, psicologici e sessuali accusati da uomini di mezza o avanzata età. Altri esperti la definiscono andropausa, denotando la mancanza di uniformità riguardo alla denominazione e alle caratteristiche.

Se analizziamo i sintomi di diversi soggetti a partire dalla metà del loro ciclo vitale, spesso uomini e donne non sono poi così diversi. Fino a qualche anno fa i sintomi conosciuti come menopausa erano legati solamente all’universo femminile. Eppure, le cose sono cambiate, tanto da aver assistito alla coniazione di un termine che descrive gli stessi in ambito maschile: andropausa.

“L’SDT colpisce fino a un 7% della popolazione maschile sotto i 60 anni, e questa cifra sale fino al 20% quando l’uomo supera il sesto decennio vitale.”
-Jorge Aranda Lozano e Rocío Sierra Labarta-

I livelli ormonali e le caratteristiche fisiche sono molto diversi a seconda del sesso, ma alcuni cambiamenti fisici possono interessare sia uomini che donne. In quest’ottica, la scienza progredisce ogni giorno per fare luce su questi fenomeni.

Il testosterone, protagonista dell’andropausa

I livelli di testosterone negli uomini cominciano a calare a partire dai 40 anni, all’incirca dell’1 e 2% ogni anno. Così come segnalato in un articolo dell’European Journal of Pain, il testosterone è presente in entrambi i sessi, ma con una concentrazione maggiore negli uomini, dove è responsabile dei cambiamenti ormonali e della crescita di muscoli, ossa e organi sessuali.

Non è quindi strano che questo ormone influisce su alcune funzioni sessuali, come il desiderio sessuale, la capacità di erezione o la produzione di sperma. Oltre alla sfera sessuale, bassi livelli di testosterone possono alterare anche altre funzioni, come il sonno.

“A differenza della repentina perdita di ormoni nel climaterio femminile, la riduzione di testosterone negli uomini avviene lentamente e con sintomi meno evidenti.”
-Janosch Deeg-

Uomo a letto con andropausa

Se il deficit di testosterone, noto come ipogonadismo, viene confermato da un medico, si può ricorrere a un trattamento ormonale. Il problema odierno è che molti uomini abusano di trattamenti ormonali senza controlli medici o persino senza che ve ne sia bisogno.

Questi trattamenti sono indicati unicamente per persone affette da malattie o lesioni che interessano permanentemente i livelli di testosterone, non per arrestare il normale processo di invecchiamento. Cerotti, pillole o iniezioni di testosterone non devono essere utilizzati senza freni: si tratta di pratiche che possono provocare gravi rischi per la salute.

Sindrome da deficit di testosterone

Studi recenti confermano l’esistenza di questo quadro diagnostico. Frank Sommer, urologo della Clinica Universitaria di Amburgo-Eppendorf e primo professore di andrologia al mondo, critica la mancanza di accordi a livello medico per definire i sintomi dell’andropausa.

Come abbiamo già detto, alcuni professionisti li chiamano andropausa, mentre altri si avvalgono di etichette diagnostiche diverse come sindrome da deficit di testosterone (SDT). A prescindere dalla nomenclatura, i sintomi presentati dai pazienti coincidono.

Secondo Sommer, gli uomini non presentano il tipico quadro della menopausa femminile, ma descrivono sintomi simili, che sono soliti venire alla luce a causa degli squilibri ormonali tipici dell’avanzare dell’età.

Suggerisce di dividere i sintomi della sindrome di deficit da testosterone (SDT) in tre categorie: psichici, fisici e sessuali. Se un paziente presenta sintomi in tutte e tre le aree, oltre a presentare bassi livelli di testosterone, è possibile diagnosticare la SDT.

Secondo quest’ottica, non vengono presi in considerazione a fini diagnostici solamente i valori ormonali, ma viene data importanza anche a tutti gli altri sintomi, come quelli psicologici. Questa categorizzazione può inoltre evitare diagnosi errate e un conseguente abuso di trattamenti ormonali su pazienti che avrebbero bisogno di altre terapie.

Uomo triste

Trattamento ormonale o psicoterapia?

I trattamenti ormonali usati per trattare l’andropausa, così come avviene per altre patologie, sono oggetto di controversie. La maggior parte di essi, tuttavia, dà risultati positivi.

Molti uomini affetti da SDT vengono sottoposti a terapie ormonali grazie alle quali vedono calare i sintomi della condizione. La critica dei medici al riguardo è legata alla scarsità di conoscenze dei possibili effetti collaterali, come ad esempio eventuali malattie del sistema circolatorio (ictus o infarti).

I trattamenti ormonali non devono rappresentare la norma in caso di andropausa, come sostengono molti specialisti. A volte i sintomi riportati non sono causati da bassi livelli di testosterone, ma da crisi psicologiche derivate dai cambiamenti tipici di una nuova fase vitale. In questi casi il consiglio è di sottoporre il paziente a un trattamento psicoterapeutico e non ormonale.

Uno stile di vita stressante, cambiamenti a livello sociale e corporeo o crisi vitali possono sfociare in malessere fisico e psicologico. Molti professionisti concordano sul fatto che i sintomi riportati possano essere curati tramite terapie psicologiche, dato che queste ultime possono rivelarsi utilissime nel gestire i cambiamenti emotivi prodotti dall’avanzare degli anni. Allo stesso tempo, migliorare semplici abitudini quotidiane come l’alimentazione o l’attività fisica può rallentare la comparsa dei sintomi sopra descritti.

I cambiamenti derivati dall’avanzare dell’età possono essere difficili da accettare. Alcuni conflitti personali e relazionali rendono difficile sfoggiare una vitalità che sembra non esserci più.

I cambiamenti fisici e i problemi di salute possono anch’essi influire molto sullo stato d’animo. In quest’ottica, l’approccio psicologico può essere la bussola in grado di indicarci il cammino migliore per sfruttare il presente e il futuro, oltre che aiutarci a elaborare i problemi del passato. Il supporto psicologico può essere molto utile per imparare a gestire questa nuova fase della nostra vita.


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  • Janosch, D. (2018). ¿Existe la andropausia? Mente y Cerebro. Nº 91, 58-63.

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