Anima persa: quali sono i segni?

Quello dell'anima persa è uno stato in cui la persona non riesce a riconoscere chi è; ovvero quello che sente, quello che pensa e quello che desidera. Parliamo di uno smarrimento nel quale acquistano forza, tristezza e ansia.
Anima persa: quali sono i segni?
Sergio De Dios González

Revisionato e approvato da lo psicologo Sergio De Dios González.

Ultimo aggiornamento: 08 novembre, 2022

Tutti intuiscono il significato di anima persa, ma nessuno riesce a definirlo con precisione per via della sua ambiguità. Per prima cosa, vi è l’idea stessa di “anima”, che è alquanto confusa. Per la religione equivale a una sostanza immateriale che abita il corpo; nel linguaggio popolare, invece, si riferisce al mondo interiore.

Vale la pena di ricordare che l’idea di anima persa è presente in molti miti e leggende. Generalmente si riferisce a uno spirito disincarnato, condannato a vagare eternamente come conseguenza di una perdita irrimediabile o di una colpa mai ripagata. In un modo o nell’altro, il concetto è simile anche in termini psicologici.

Questo concetto compare in campi molto lontani tra loro, come la psichiatria e lo sciamanesimo, oltre che in psicologia. Ha significati simili in tutti questi campi, sebbene, ovviamente, esistano anche delle differenze. Vediamo di cosa si tratta.

“L’anima è un bicchiere che si riempie solo con l’eternità.”

-Amado Nervo-

Ragazza triste seduta a terra.

Il concetto di anima persa in psicologia

Il concetto di anima persa non rientra in nessuna categoria specifica in psicologia, nemmeno in quella di sindrome, ma viene comunque impiegato da molti psicologi per lavorare con i modelli.

Le persone che ne soffrono non sono depresse o ansiose in senso stretto, ma possiedono alcuni tratti che mostrano una mancanza di connessione con se stesse. Le quattro caratteristiche basilari dell’anima persa sono:

  • Stare sulla difensiva. In generale, si tratta di persone con paure molto profonde. Ciò le porta ad alzare barriere che impediscono agli altri di conoscerle. Il problema è che nemmeno loro si conoscono, perché le paure pervadono tutto.
  • Avere una mente chiusa. Le anime perse hanno spesso convinzioni e idee incrollabili. In realtà, il loro sistema di valori e di credenze fa parte del loro scudo difensivo ed è per questo che si rifiutano di metterle in discussione.
  • Ripetere sempre gli stessi errori. Queste persone vanno ripetutamente incontro alle stesse situazioni sfavorevoli. Anche questo è un fattore che le porta a stare sulla difensiva.
  • Sentirsi sradicati. Si sentono stranieri in casa propria. Non hanno gruppi di amici né sviluppano grandi passioni per un lavoro o un hobby che riempia loro la vita.

Sciamanesimo e perdita dell’anima

Nello sciamanesimo non si parla di anime perse, ma di perdita dell’anima; un concetto simile, anche se non identico. Rientra in quella che viene definita malattia del susto (spavento in Spagnolo). La psichiatria la riconosce come sindrome culturale.

La principale caratteristica della perdita dell’anima è la sensazione di non essere se stessi o di avere parti di sé nascoste o perse. Di conseguenza, si perdono anche energia e vitalità. Allo stesso tempo, si prova una forte sensazione di vuoto e di ansia, quasi sempre accompagnata da depressione e stanchezza. Il susto è una categoria presente nello sciamanesimo messicano; alcuni dei sintomi di sono:

  • Sensazione di blocco.
  • Sensazione di essere confusi o incompleti.
  • Delusione dalla vita.
  • Vedersi come un estraneo.
  • Dipendenze.
  • Sensazione vitale di oscurità.
  • Allontanamento e paura di entrare in contatto con gli altri.
  • Stanchezza costante.
  • Voglia di cambiamento e incapacità di metterlo in pratica.

Anima persa: il viaggio verso se stessi

Nessuno diventa un’anima persa o “perde l’anima” per il gusto di farlo. Per poterci riconoscere, abbiamo bisogno di qualcuno che all’inizio ci riconosca. Che ci dica “ci sei”, “sei tu”. È quello che in condizioni normali fa una madre, o chi ne fa le veci, durante l’infanzia.

Il punto è che non sempre accade. A volte quella madre non c’è o c’è senza esserci, oppure si rifiuta di riconoscerci perché qualcosa glielo impedisce. Accade anche che si vivano esperienze confuse e dolorose durante l’infanzia e che, pertanto, il peso delle circostanze non lasci spazio al riconoscimento di sé.

Ci sono molte ragioni per cui una persona alza un muro contro il mondo o evita di essere se stessa. In condizioni simili, prima o poi sorge la sensazione di estraneità, di non avere un posto in cui andare oppure di non voler andare da nessuna parte. L’anima non è persa, ma nascosta dietro le difese e gli inganni.

Riprendere il cammino verso se stessi è un compito arduo, e spesso questo desidero non c’è nemmeno. A ogni modo, è bene sapere che quel viaggio si può intraprendere e si può imparare a essere. Di solito è necessario un aiuto, ma è possibile.


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